Mario Mazzotti

Una vita dedicata all'archeologia cristiana e allo studio della basilica di Sant'Apollinare in Classe, che ha prodotto contributi ancora oggi validi per ulteriori indagini

Franco Gabici - Capo Reparto Attività Scientifiche e Museali del Comune di Ravenna

Un numero monografico dedicato alla archeologia non può non ricordare la figura e l'opera di mons. Mario Mazzotti, che agli studi archeologici ravennati ha dedicato tutta la sua vita, lasciando contributi che ancora oggi costituiscono un punto fermo negli studi. A cominciare dalla sua tesi di laurea in "archeologia cristiana", conseguita a Roma magna cum laude nel 1951 e pubblicata alcuni anni più tardi col titolo La basilica di Sant'Apollinare in Classe, ritenuta ancora oggi l'opera fondamentale per lo studio della basilica. Nato a Sant'Alberto il 12 luglio 1907, è ordinato sacerdote nel 1933 da mons. Antonio Lega, l'arcivescovo di Ravenna del quale per un certo periodo fu anche segretario. Mons. Mazzotti si impose subito all'attenzione della città con alcuni dotti contributi pubblicati sul Romagnolo, che già andavano delineando i suoi interessi. Dopo aver pubblicato una serie di articoli dedicati alle Chiese di Ravenna scomparse, nel giugno del 1937 denunciava in maniera forte lo stato di incuria e di abbandono di alcune chiese ravennati e auspicava un urgente restauro per quei monumenti che avevano reso Ravenna famosa in tutto il mondo. Successivamente, per incarico della Soprintendenza di Ravenna, avrebbe condotto restauri e campagne di scavi sia a Ravenna che fuori città "con appassionata dedizione, rara competenza, accurata indagine filologica". Parroco di Porto Fuori dall'agosto del 1937, mons. Mazzotti partecipò attivamente anche alla lotta di liberazione. Nel 1949 fu fra i fondatori della "Società di studi romagnoli", della quale fu vice presidente dal 1954 al 1956. Direttore dell'Archivio, della Biblioteca e del Museo arcivescovile ravennate, nel 1967 fu libero docente di Antichità ravennati e paleobizantine all'Università di Bologna. Fece parte della commissione preparatoria alla costituzione del Ministero per i beni culturali. E' stato inoltre il primo presidente del "Centro studi per l'antica provincia ecclesiastica ravennate" e vice presidente di "Italia Nostra". Nel 1970 gli fu conferita la medaglia d'oro dei benemeriti della cultura. Nel 1993, in occasione del decimo anniversario della morte, fu organizzata una giornata di studio in onore di mons. Mazzotti e in quell'occasione il professor Eugenio Russo auspicava che in diocesi venisse individuato un giovane sacerdote al quale far ripercorre lo stesso itinerario intellettuale di mons. Mazzotti per poterne continuare il lavoro. Il "dilettantismo", infatti, è molto pericoloso e del resto lo stesso mons. Mazzotti indicò la vera strada quando, proprio per acquisire criteri e metodologie scientifiche, si iscrisse all'università a quarantuno anni di età. Monsignor Mazzotti con la sua opera intese sempre collegare i "testi" storici e liturgici ai monumenti. Il monumento non era solamente "architettura", ma un libro aperto da leggere e da capire per penetrare a fondo nella storia della città. E gli ultimi anni della sua vita furono spesi per la tutela del patrimonio artistico e di questa sua azione, che testimonia l'amore per la città, dobbiamo tutti essergli grati.

Personaggi - pag. 8 [2001 - N.11]

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