Un parco archeologico e un open air musem

Un progetto ambizioso assunto dall'Unione Europea nell'ambito del Progetto Raffaello che si realizzerà a Montale, nel Modenese

Andrea Cardarelli - Direttore del Museo Civico Archeologico ed Etnologico di Modena

Le terramare sono forse per la nostra regione la realtà archeologica più caratteristica e significativa. Fra il XVII e l'inizio del XII secolo a.C. la grande pianura emiliana ospitò infatti una delle civiltà più ricche ed importanti dell'intero continente europeo. Pur non avendo ancora elaborato un sistema di scrittura il popolo delle terramare aveva però sviluppato un evoluto sistema economico e sociale; nel corso di alcuni secoli colonizzò la grande pianura del Po modificandone sensibilmente il paesaggio e costruì una serie innumerevole di villaggi estesi fino a 20 ettari, con imponenti difese artificiali e un impianto preordinato e regolare dello spazio abitativo. Un'agricoltura e un allevamento piuttosto evoluti permettevano un buon livello di vita, tanto che nelle terramare poterono svilupparsi forme di artigianato specializzato, come la metallurgia, che hanno lasciato prodotti di grande significato storico e archeologico di cui possono vantarsi molti nostri musei. Negli ultimi anni l'attenzione nei confronti della terramare è di nuovo molto consistente come ha dimostrato il successo della grande mostra Le terramare. La più antica civiltà padana, tenutasi a Modena nel 1997. Proprio il successo di quell'iniziativa e la forte richiesta da parte del pubblico ha spinto il Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena in collaborazione con il Comune di Castelnuovo Rangone e con il patrocinio della Soprintendenza ai Beni Archeologici dell'Emilia Romagna ad avviare un progetto di grande rilevanza sulla terramara di Montale presso Castelnuovo Rangone che prevede, oltre ad una eccezionale occasione di ricerca archeologica, anche la realizzazione di un parco archeologico e di un open air museum. Un progetto ambizioso che è stato assunto dall'Unione Europea nell'ambito del programma Raffaello con il nome di Archeolive. Parchi archeologici della Protostoria europea, all'interno del quale il Museo Civico Archeologico di Modena è affiancato da partners di grande prestigio internazionale quali il Museo di Storia Naturale di Vienna e il Museo delle Palafitte di Unterhuldingen (lago di Costanza). L'importanza del progetto è poi ulteriormente sottolineata dal sostegno della Regione Emilia Romagna e della Provincia di Modena. Gli scavi iniziati nel 1996 e proseguiti fino ad oggi hanno riportato alla luce un'imponente e articolata stratigrafia archeologica (oltre tre metri di spessore), rivelando, grazie anche alla discreta conservazione dei resti lignei, importanti elementi strutturali databili al Bronzo medio e all'inizio del Bronzo recente riferibili a granai e abitazioni. Gli studi archeologici, geoarcheologici, archeobotanici, zooarcheologici condotti con la collaborazione di vari studiosi permetteranno di avere una quadro di grande dettaglio in relazione ad aspetti significativi quali l'economia primaria e la dieta della gente della terramare, la trasformazione dell'ambiente determinata dalle loro attività lavorative e costruttive, le attività artigianali, il tipo di abitazioni e più in generale l'organizzazione dell'insediamento e della comunità. Tutte queste informazioni non si trasformeranno solo in testi scientifici ed esposizioni museali di tipo tradizionale, saranno infatti utilizzate per la realizzazione del progetto che si compone sostanzialmente di due parti: un parco archeologico e un museo all'aperto, un'area sperimentale dove saranno ricostruite filologicamente e a grandezza naturale alcune strutture di fortificazione e abitative del villaggio terramaricolo così come si sono evidenziate negli scavi. Il parco può contare su una particolare caratteristica che rende la terramara di Montale un unicum. Infatti qui la presenza di edifici ecclesiastici settecenteschi sulla sommità della terramara ha permesso di conservare parzialmente l'originaria collinetta costituita dal deposito archeologico, circostanza che non si è verificata nella quasi totalità degli altri insediamenti terramaricoli, distrutti in età moderna dalla pratiche agricole. Inoltre, nonostante la località di Montale sia fortemente urbanizzata, la gran parte della superficie originariamente occupata dalla terramara è ancora un'area verde, miracolosamente conservatasi nel centro del paese. Si potrà dunque realizzare negli oltre 23.000 mq. disponibili una situazione particolarmente interessante, nella quale la valorizzazione di un'area archeologica diviene elemento caratterizzante di una realtà urbana in grado di restituire anche una forte identità storica alla comunità locale oltre che creare un forte polo attrattivo per il turismo scolastico e familiare. Nel parco saranno ricreate le condizioni dell'habitat dell'età del Bronzo grazie alla piantumazione di piante ed essenze riconosciute nelle ricerche archeologiche, evidenziate le tracce delle fortificazioni del villaggio terramaricolo, realizzata un'aula didattica con spazi di gioco e laboratorio, resa visitabile l'area di scavo, caratterizzata come un cantiere archeologico in corso, e dunque certamente di grande interesse per il pubblico e le scuole. Verrà inoltre attrezzata un'area di accoglienza per il pubblico e organizzati adeguati percorsi con pannelli che racconteranno la storia del sito, il quale ha avuto importanti frequentazioni anche in età medievale. In un'area attigua sarà invece realizzato il museo all'aperto con ricostruzioni a grandezza naturale di parte delle fortificazioni originali del villaggio (fossato e terrapieno), abitazioni, granai, pozzi, il tutto realizzato seguendo le indicazioni fornite direttamente dallo scavo archeologico e in gran parte con le tecniche in uso presso le terramare. Spazi per la sperimentazione destinata a tecniche agricole, alla realizzazione e cottura del vasellame, alla fusione e lavorazione del corno di cervo, saranno ottenuti sia all'esterno sia all'interno delle strutture ricostruite. La realizzazione del progetto prevista per la primavera del 2002, oltre a determinare una forte ed innovativa forma di valorizzazione di una realtà archeologica estremamente importante, quale fu quelle delle terramare, e aprire la prima area archeologica attrezzata visitabile nella provincia di Modena, sarà in grado di rispondere alla domanda di conoscenza diretta e sperimentale avanzata dal pubblico. La proposta culturale comprenderà al suo interno varie articolazioni: dalla ricerca più avanzata alla valorizzazione di un'area archeologica, alla didattica, alla proposizione di un'area per il tempo libero dove poter conoscere la storia del sito e delle terramare con rigore scientifico ma in modo piacevole e divertente.

La pagina del Sistema Museale dalla Provincia di Modena - pag. 6 [2001 - N.11]

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