Alla scoperta delle nostre radici

Giorgio Cicognani - Direttore del Museo del Lavoro Contadino

Ricorre quest'anno il 20° anniversario della apertura al pubblico del Museo del Lavoro Contadino che ha sede nella maestosa Rocca di Brisighella . Vi sono custoditi, per per le vallate del Lamone, del Marzeno , del Senio, gli attrezzi di una civiltà che ai nostri giorni, l'ondata vorticosa del progresso scientifico - tecnologico e le conseguenti trasformazioni sociali, hanno ormai completamente travolto. Una cultura, tuttavia, ancora in grado di proiettarsi nel futuro e il cui ricordo merita di sopravvivere. Una visita nelle varie sale ci porta col pensiero al tempo in cui la vita scorreva più povera, faticosa, disagiata ma non meno sana, onesta e felice. Indubbiamente oggi il progresso, in un certo senso, ha reso più facile la vita, ma contemporaneamente ci ha fatto schiavi di una miriade di rivoluzionarie invenzioni e di suggestive comodità delle quali non potremo più fare a meno. Nel passato però l'acqua dei nostri fiumi era più limpida, l'aria più respirabile, il nostro equilibrio mentale non subiva i danni dell'odierno frastuono e del traffico convulso. L'alimentazione più sana, anche se talvolta insufficiente alle necessità individuali e le famiglie erano più unite e rispettose delle esigenze dei giovani, come degli anziani, in questa nostra società elementi deboli, spesso privi di ogni tutela. Il Museo ha svolto un'intensa attività anche nel campo della ricerca delle tradizioni della lingua, della casa, attraverso la pubblicazione della collana dei "Quaderni" che hanno via via illustrato diversi aspetti della vita dei tempi passati e della storia del territorio. Da pochi mesi è uscito pure un opuscolo dedicato alle scuole primarie che, oltre ad illustrare le meraviglie delle sezioni esposte all'interno del Museo, offre indicazioni per approfondire alcune tematiche di aspetti di vita e antiche lavorazioni onde ravvivare nella mente dei più giovani l'amore per la terra nativa e suscitare in essi, con poche note e opportuni consigli, il desiderio di attingere, e in seguito di approfondire, interessi cognizioni sulla vita e il lavoro delle passate generazioni,I ragazzi potranno trarre profitto da tale stimolo e orientamento, interrogando, ad esempio, i nonni e i più anziani del luogo, su fatti, abitudini, costumi, divertimenti, fiabe, leggende, superstizioni, proverbi e modi di dire della loro fanciullezza.Potranno altresì esercitarsi su carte topografiche fornite in fotocopie dai rispettivi Comuni alla ricerca di confini, strade, sentieri, corsi d'acqua, villaggi e chiese, fabbriche, piantagioni, monti, boscaglie, ruderi di castelli..... imparando così a riconoscere la simbologia geografica,Potranno infine perlustrare sotto la guida di insegnanti, biblioteche, chiese e musei, monumenti, iscrizioni lapidarie, chiedendo informazione sul nome delle vie e sulla toponomastica del territorio, Il Museo sorto nel 1975, con l'acquisto da parte della Comunità Montana dell'Appennino Faentino di Brisighella della raccolta di attrezzi di Elvio Cornacchia, su ideazione e restauri di Giorgio Cicognani e Isolde Oriani che ne hanno curato l'allestimento scientifico, conta oggi 2300 pezzi.

Speciale didattica - pag. 11 [1997 - N.0]

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