Standards e obiettivi di qualità

Una meta che l’IBC si è posta e che il percorso formativo di Ravenna su "la qualità nella pratica educativa al museo" tenta di raggiungere

Margherita Sani - Istituto Beni Culturali

Parlare di standard con riferimento ai musei è diventato in Italia uno dei temi più frequentemente dibattuti in contesti pubblici, quali convegni, seminari o corsi di formazione e aggiornamento per operatori. Di standard per i musei tuttavia, non solo si parla, ma molto si è già cominciato a fare nel senso di una loro reale definizione e applicazione, in particolare ad opera delle amministrazioni regionali e più recentemente anche degli organi statali. Non è questa la sede per ripercorrere la vicenda che a partire dal Dlgs. 112/98 ha visto l’introduzione del concetto di standard relativamente ai beni culturali nel contesto italiano. Da quel testo di legge, come è noto, è nato il gruppo di lavoro coordinato dalle Regioni il cui documento conclusivo rilasciato nel settembre 1999 ha costituito la base per gli ulteriori approfondimenti messi a punto dalla commissione di prevalente composizione ministeriale, cui si deve la produzione nel maggio 2001 dell’Atto di indirizzo Criteri tecnico-scientifici e standard per i musei, divenuto per tutti il riferimento ineludibile in materia. Al momento diversi sono i soggetti istituzionali che stanno indirizzando i loro sforzi a dare concretezza agli standard, traducendoli da mere dichiarazioni di principio in riferimenti concreti all’interno di sistemi di riconoscimento o accreditamento sviluppati per lo più a livello regionale. Partendo dal documento ministeriale, i requisiti che i musei devono dimostrare di possedere per poter godere dello status di accreditato o riconosciuto afferiscono a otto ambiti: status giuridico, assetto finanziario, strutture, personale, sicurezza, gestione delle collezioni, rapporti con il pubblico e relativi servizi, rapporti con il territorio. Da oltre un anno, tramite il lavoro di sottocommissioni, l’Istituto Beni Culturali ha avviato, secondo quanto disposto dalla L.R. 18/2000, il lavoro di definizione di standard e obiettivi di qualità per musei, biblioteche e archivi, che dovrebbe tradursi ben presto in un atto di indirizzo approvato dalla Giunta Regionale. Particolare attenzione, nel caso dei musei, è stata rivolta ai servizi educativi e alla didattica, nella consapevolezza che il compito di mediazione culturale che un museo può svolgere nei confronti dei suoi diversi pubblici è assolutamente centrale e che forse ancora troppo poco si fa per valorizzare il potenziale educativo e comunicativo di molti istituti. Gli standard sono da intendersi in primo luogo come strumento per innalzare il livello qualitativo dei servizi museali nel nostro territorio e questo richiede sia da parte dell’ente regionale che delle altre amministrazioni un impegno a sostenere i musei nel percorso di adeguamento, anche tramite il ricorso a misure di accompagnamento, prima fra tutte la formazione degli operatori. In quest’ottica, e proprio per cogliere l’opportunità del momento e anticipare quanto dagli standard verrà richiesto ai musei in termini di prestazioni e al personale in termini di professionalità, è stato avviato dal settembre scorso il percorso formativo La qualità nella pratica educativa al museo, che si rivolge a circa 50 operatori della didattica museale in ambito regionale. Il corso, organizzato dalla Provincia di Ravenna-Settore Beni e Attività Culturali in collaborazione con l’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia Romagna, ha una durata di 70 ore, di cui 54 in aula e 16 da impiegarsi in attività di studio individuale. Obiettivo prioritario del corso è sviluppare alcune delle competenze che confluiranno nel profilo di Responsabile dei Servizi Educativi, tra cui la progettazione e la valutazione delle attività educative, anche in relazione alle diverse necessità delle varie fasce di utenza (scuola, infanzia, adolescenza, adulti e anziani, disabili, ecc.), la costruzione e l’impiego di strumenti per conoscere i visitatori e valutarne la soddisfazione, la conoscenza e il corretto utilizzo delle strategie di comunicazione. Al termine del corso e dopo il superamento di una prova finale verrà rilasciata ai partecipanti una Dichiarazione di Competenze. Questo documento costituisce uno degli strumenti messi a punto dall’Ente Regionale – in linea con le direttive comunitarie – per certificare le capacità acquisite da un soggetto, sia in contesti formativi che all’interno di situazioni lavorative e che rappresenterà in un futuro molto prossimo la moneta di scambio per muoversi con maggiore flessibilità nel mercato del lavoro non solo in ambito locale, ma anche a livello europeo.

La pagina dell'IBC della Regione Emilia-Romagna - pag. 4 [2002 - N.15]

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