Restituire a Casa Varoli il suo fascino

Giorgio Cicognani - Ispettore onorario ai Beni Artistici e Storici

Balilla Pratella nel 1943 così scriveva: Luigi Varoli, pittore, artiere solitario, mago, grande maestro. Nessuno è mai riuscito strappargli dagli occhi il velo azzurro delle illusioni e dei sogni. Varoli insegna ai piccoli con cuore di padre e con fantasia di incantatore antico. Dipinge da pittore geniale scolpisce il legno, batte il ferro, plasma la creta e la cartapesta; suona,esperto alcuni strumenti .... ha le radici nella sua terra e nel suo paese...Forse vi è ben poco da aggiungere a queste parole per conoscere questo Maestro e Artista. Egli ha amato Cotignola a tal punto che nessun incarico riesce ad allontanarlo dalla sua casa e dalla sua gente. La sua abitazione ricavata dalle scuderie di Palazzo Sforza diventa ben presto una casa-scuola, uno studio all'aperto per i giovani allievi. Il giardino del pittore si trasforma in una specie di cenacolo della cultura cittadina. Nel 1962 la signora Anna Cortesi, moglie dell'artista, donò l'immobile e tutte le sue opere con grande generosità al Comune di Cotignola (come da atto notarile del 12 ottobre 1962). La casa e il suo bel cortile si trasformano in un museo di memorie cittadine. Questo piccolo atelier è pieno di opere d'arte, di cimeli storici, artistici, archeologia. Nel giardino si trova l'importantissimo monumento funebre di Caio Vario (uno dei più notevoli monumenti funerari dell'epoca romana) ed altre testimonianze archeologiche di diverse epoche.Attualmente l'abitazione ospita la locale Scuola di Musica mentre i quadri, le ceramiche e le altre opere dell'Artista sono stati trasferiti nel vicino Palazzo Sforza dove è stato allestito un Museo a lui dedicato. Sarebbe opportuno invece che le opere ritornassero, nella loro sede per ricostruire il fascino di un ambiente nato per essere un piccolo centro di cultura. L'operazione non presenterebbe alcuna difficoltà, ma anzi sarebbe i un dovuto omaggio a Varoli (Cotignola 1889-1958), così da rispettare le sue volontà testamentarie. Nel cuore di Cotignola si rivivrebbe un fascino antico (le emozioni, di insegnamenti non solo riferiti al passato, ma anche per le future generazioni. In questa nostra Italia dove così rari sono questi complessi casa-museo è auspicabile che ben presto anche la dimora di Cotignola possa tornare al suo uso originario. A Palazzo Sforza può rimanere il Museo a lui dedicato raccogliendo testimonianze e tesori d'arte della città.

Speciale casa museo - pag. 9 [1998 - N.2]

[indietro]