Casa Moretti di Cesenatico, un esempio di "casa d'autore"

Vittorio Ferorelli - Istituto per i Beni Culturali

Nella strategia a lungo termine dell'Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna la scelta della forma "casa-museo", "casa-biblioteca", "casa-archivio" risponde ad un criterio che in senso lato ,si può definire "economico", dove l'attributo in questione mantiene appieno il suo valore etimologico di "legge che amministra la vita di una dimora". Scegliere di trasformare in percorso della memoria un luogo in cui si è vissuto e abitato realmente può essere infatti il modo più efficace per ottenere nello stesso tempo due importanti vantaggi. Innanzitutto è evidente il risparmio che deriva in termini monetari dall'opportunità di concentrare in una sola operazione di recupero la salvaguardia di una dimora storica e il perfezionamento di un giacimento culturale, risparmio mai come oggi provvidenziale. Ma insieme si offre la possibilità di trasmettere al museo, alla ,biblioteca, all'archivio nascenti la vitalità che solo una casa possiede, con la prerogativa di mantenere intatta e conservare nel tempo la rete di relazioni che legano gli oggetti e le testimonianze biblio-iconografiche di una esistenza intera. La frequenza e la riuscita di queste occasioni di crescita culturale dipendono naturalmente dal grado di credibilità delle istituzioni centrali, dal rapporto fiduciario che lega in misura maggiore o minore chi è pronto a donare memoria e chi dovrebbe essere pronto a riceverla e a valorizzarla. L'esperienza degli archivi letterari emiliano-romagnoli è in questo senso confortante. Da anni oramai l'organo regionale ,preposto alla loro salvaguardia, la Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari, lavora alla creazione di un sistema della memoria cartacea che possa collegare luoghi e storie diversi, mantenendo tuttavia ciascuna voce radicata il più possibile al proprio contesto. Piuttosto che ,optare, come è stato fatto altrove, per una soluzione centralizzata con la fondazione di un apposito e unico centro di documentazione, si è scelto appunto di .favorire la destinazione delle raccolte documentarie alle strutture bibliotecarie pertinenti o addirittura ove le circostanze lo permettevano - alle "case d'autore" da cui provenivano o in cui erano ancora conservate. A quest'ultimo caso, per fare un esempio particolarmente significativo, è riconducibile la vicenda di Casa Moretti a Cesenatico. Fu lo stesso poeta Marino Moretti, nel 1978, a stabilire le basi dell'istituzione con il testamento in cui donava alla Biblioteca Comunale della cittadina romagnola i suoi libri e le sue carte: un'ingente documentazione di quasi 6.000 volumi, 2.000 periodici, 600 opuscoli, 4.000 ritagli e 14.000 lettere. Nel 1980 la sorella Ines, portando idealmente a compimento .la volontà del poeta, donava al Comune la casa sul canale, permettendo di mantenere integro il legame che unisce tuttora la biblioteca e l'archivio con i tanti significativi frammenti di una esistenza domestica, da quelli più concreti a quelli più incorporei: gli oggetti cari, i dischi, le cartoline, le stampe incorniciate, le foto-ricordo, le finestre sul giardino, e l'aria stessa, quel profumo che rende unica ogni casa. "E in queste vecchie stanze, è nei mattoni corrosi, è nei segni di umidità alle pareti, è nel cortile negletto, nel cigolìo delle porte (a ognuna il suo cigolìo), nella vecchiaia della cucina, nella sedia zoppa e nel quadro storto, nell'invalidità dei mobili ovunque spaiati, in ognuna di queste piccole povere cose ch'io potrò ritrovare la verità di me stesso e dell'arte": sono le parole del poeta. La migliore testimonianza del valore di questa scelta sta nella crescita continua dell'Istituto da 18 anni a questa parte, come è attestato dall'incremento delle acquisizioni attraverso lo scambio con altri archivi, dalla costante attività di promozione culturale (indirizzata in particolar modo alla scuola) e dal successo del premio biennale per la filologia, la storia e la critica letterarie delI'Otto e Novecento. Recentemente si sono avute anche le donazioni di altri fondi privati: la biblioteca del professore Virginio Minzolini e le carte del professore Federico Ravagli, a riprova di come soltanto una casa che rimane viva possa continuare ad essere ospitale.

La pagina dell'IBC della Regione Emilia-Romagna - pag. 4 [1998 - N.2]

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