La collezione Martinelli

Gian Paolo Costa - Direttore del Museo Civico di Scienze Naturali di Faenza

La collezione "Martinelli" di trattrici agricole (e motori d'aereo) è ricca di oltre venti trattori funzionanti, tra i quali Landini ("Super", "Velite" ed altri modelli), Orsi ("Artiglio" e "Super"), John Deere, Fordson, Breda, ed è frutto dell'appassionato lavoro di raccolta, protrattosi per un ventennio, di Ciro Martinelli. Ciro Martinelli (1924-1984), carpigiano (MO) di umili origini, è una figura indubbiamente singolare. La passione per l'aviazione in primo luogo e per la meccanica in genere era talmente forte in Lui da indurlo a battezzare Orville uno dei due figli maschi (Orville Wright fu il primo aviatore della Storia il 17 dicembre 1903). Ideatore e depositario di ben tredici brevetti internazionali nel settore delle macchine per maglieria divenne titolare della ditta COMET di Faenza; a partire dalla metà degli anni '60 iniziò a raccogliere in particolare trattori d'epoca e motori d'aereo che, ove necessario, restaurava di persona smontandoli e rimontandoli integralmente. l l figlio Gian Carlo, che di recente ha trasferito l'intera raccolta paterna in un ampio ricovero appositamente costruito a Pietramora (Brisighella), ricorda ancora l'emozione giovanile provata nel vedere il padre avviare, in pochi minuti, un Landini a testa calda fermo da più di quindici anni! Della "collezione agricola" fanno parte anche una grande trebbia ed una pressa per paglia della ditta Hofherr Schrantz. Per quanto riguarda i motori d'aereo, questi sono dieci, risalgono alla Seconda Guerra mondiale e sono veri e propri monumenti tecnologici: basti citare l'imponente Pratt & Whitney ventotto cilindri (completo di elica) originariamente montato su un B 29 - una "Fortezza Volante" - o il Rolls Royce che motorizzava gli Spitfire o, ancora, il Daimler Benz di cui erano dotati i rivali Messerschmitt. L'industria bellica italiana è rappresentata da un motore Fiat stellare a quattordici cilindri. Gian Carlo Martinelli ha in animo di aprire al pubblico, in un prossimo futuro, la sua raccolta ed è allo studio un progetto espositivo; si pensa di corredare i pezzi che gli spazi disponibili permetteranno di esporre adeguatamente con documenti cartacei (molti già in possesso) e con filmati d'epoca che si conta di reperire in futuro.

Speciale musei etnografici - pag. 9 [1998 - N.3]

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