Per un Museo dei Mulini

Valerio Brunetti - Ispettore Onorario per i Beni Ambientali e Architettonici

Per alimentare le fosse di Castel Bolognese, città di fondazione costruita dai bolognesi nel 1388, fu scavato un canale derivato dal fiume Senio sul cui percorso sorsero, tra il XIV e il XV secolo, diversi mulini da cui prese il nome. Oggi il Canale dei Molini attraversa il territorio tra il Senio ed il Santerno e confluisce direttamente nel fiume Reno. Da sei secoli uno di questi mulini, denominato "Scodellino", posto a valle della via Emilia ad un chilometro dal centro abitato, appartiene alla comunità di Castel Bolognese e questo, occasione più unica che rara, ha permesso che il complesso, passando da affittuario ad affittuario, si conservasse nella sua struttura originaria. Gli impianti del mulino sono costituiti da due macine in pietra di differente granulometria (per ottenere farina bianca oppure farina gialla) mosse da una turbina ad acqua e da alcune "macchine" per la lavorazione delle granaglie e delle farine, anche queste alimentate dalla turbina attraverso una complessa trasmissione con cinghie in cuoio e pulegge di legno. La loro tecnologia è quella di oltre un secolo fa. Questi impianti sono inseriti, insieme all'abitazione del mugnaio, in un complesso architettonico formato da alcuni corpi di fabbrica,posti a cavallo del canale, con un piccolo porticato in facciata, databili ad epoche diverse tra il XIV ed il XVIII secolo. Fortunatamente alcuni interventi di restauro e consolidamento effettuati dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici di Ravenna negli ultimi vent'anni e la presenza in loco degli eredi di una antica famiglia di mugnai hanno permesso una buona conservazione del complesso, oltretutto inserito in una splendida cornice ambientale. Il Mulino Scodellino, per gli ambienti e le antiche attrezzature conservate, in grado di essere rimesse anche in funzione, rappresenta già oggi un autentico e raro strumento per la didattica della conoscenza di questa millenaria attività dell'uomo. Con pochi interventi potrebbe diventare un originale museo per la storia dell'evoluzione dell'arte molitoria dalle origini ai giorni nostri.

Speciale musei etnografici - pag. 8 [1998 - N.3]

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