Il Museo della Città

Alle "Cappuccine" di Bagnacavallo si concentrano archeologia, arte antica, moderna e contemporanea ma il punto di forza è costituito dal gabinetto delle stampe

Renzo Foschini - Capo Servizio del Centro Culturale "Le Cappuccine" di Bagnacavallo

Di proprietà del Comune di Bagnacavallo, il Centro è stato aperto nel 1976 nell'ex Convento delle Suore Cappuccine, con la Biblioteca Comunale "Giuseppe Taroni" (fondo storico e moderno), la Sezione Archeologica, la Sezione Etnografica, la Galleria d'Arte Moderna, la Pinacoteca, cui si sono venute ad aggiungere nel tempo nuove sezioni: Archivi Storici, Sezione Scientifico-Naturalistica, Fototeca, Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne, Archivio Morelli. Sezione staccata del Centro Culturale Polivalente è il Centro Etnografico della Civiltà Palustre di Villanova. Le opere d'arte, i reperti archeologici e, in genere, i pezzi che costituiscono le varie raccolte hanno provenienze diverse: i nuclei più consistenti sono quelli del Patrimonio delle Opere Pie Raggruppate, delle chiese chiuse al culto e in seguito distrutte o riutilizzate, di donazioni private. Il filo conduttore fondamentale è quello della pertinenza delle opere alla città per motivi storici, artistici, documentari. La Sezione archeologica. Vi sono conservati i ritrovamenti della necropoli romana: i capitelli con dedica alle divinità Quies, Salus e Feronia, la lapide di Caio Mansuanio Consorzio e l'epigrafe di Q. Gracco Rufo. La Pinacoteca. La Pinacoteca comprende una collezione di opere antiche datate fra il XV e il XVIII secolo, una serie di dipinti moderni e contemporanei e una raccolta di sculture. Nella sezione antica sono presenti, fra le altre, opere dei Ramenghi, di Lilio, di Mitelli, del "Mirandolese". Attribuita a Bartolomeo Ramenghi (Bagnacavallo, 1484 - Bologna, 1542) è la pala con la Madonna col Bambino e i santi Michele, Francesco, Pietro e Giovanni. Altra opera del Ramenghi è lo Sposalizio mistico di Santa Caterina. Si tratta di un quadro di piccolo formato, destinato alla devozione privata. La Sacra Conversazione coi santi Domenico e Caterina da Siena è invece assegnata al "Bagnacavallo junior", Giovan Battista Ramenghi (Bologna, 1524-1601). Il clima è tipicamente controriformista, come nel caso della Pala del Rosario conservata nella chiesa del Carmine. Di Andrea Lilio (Ancona, 1555 - Ascoli Piceno, 1610) il Museo conserva un Compianto di Cristo con santi, datato 1596; di Ferraù Fenzoni (Faenza, 1562 - Roma, 1645) Bagnacavallo custodisce una Adorazione dei Pastori. Della scuola di Agostino Mitelli (Bologna, 1609 - Madrid, 1660) sono interessanti i Due paesaggi con rovine. Opere probabilmente del "Mirandolese" sono altri due paesaggi con rovine, di dimensioni maggiori. I dipinti di Pietro Paltronieri detto "il Mirandolese" (Mirandola, 1637 - Bologna 1741), provenienti dal Convento di San Francesco, raffigurano antiche rovine e scene apocalittiche di tono preromantico, secondo il gusto dell'epoca. Nella sezione di Arte Moderna è presente un cospicuo numero di opere. In una sorta di cerniera tra il primo scorcio del secolo e l'immediato dopoguerra si colloca la grande collezione donata dalla vedova di Enzo Morelli (Bagnacavallo, 1896 - Bogliaco del Garda, 1976), importante illustratore e pittore del '900. Il vasto patrimonio conservato a Bagnacavallo comprende una quarantina di sue opere, in tecniche diverse, 36 cartelle con quasi 2000 fra disegni, acquerelli e tempere, un considerevole nucleo di libri d'arte, pubblicazioni sul pittore e un certo numero di opere di artisti contemporanei. Una parte importante delle sue raffigurazioni paesistiche riguarda Assisi, città in cui visse dal 1923 al 1940, ma la produzione più cospicua è quella dedicata all'Oltrepò pavese, il lago di Garda (Bogliaco) e a Bagnacavallo. Interessantissimo è il dipinto Memorie di affetti nel quale temperature chagalliane ci danno una visione poetica di Bagnacavallo mentre l'artista bambino, dopo la morte della madre, lascia la terra natia accompagnato dal padre, con la figura materna che segue la loro partenza dall'alto contornata da un cielo annuvolato di verde azzurro. La sezione contemporanea propone opere di artisti italiani (tra i quali figurano Brindisi e, con una serie consistente, Guidi e Treccani) e un gruppo di dipinti che si riferisce alla vicenda artistica romagnola dal dopoguerra ad oggi. Virgilio Guidi (Roma, 1891 - Venezia, 1984), uno dei maggiori artisti contemporanei, fu uno dei primi maestri ad esporre al Centro Culturale di Bagnacavallo, al quale ha lasciato alcune sue opere, tra cui il Grande volto e Marina. Di Ernesto Treccani (Milano, 1920), tra i fondatori nel 1938, del gruppo di "Corrente" che si legava alle avanguardie europee (cubismo, astrattismo etc.), nel Museo si trovano opere dagli anni '50 al '90: Tre figure nel verde mostra un gusto realistico per la figura, ma anche tendenze informali; altrettanto si può dire per La Siepe e per Requiem per una strage, dedicato al massacro di Capaci. Di Remo Brindisi (1918-1996) è il dipinto raffigurante una "grande testa", dal titolo Velleitario. Brindisi uscito dalla Scuola d'arte di Urbino, rimase legato nelle opere giovanili a un impianto descrittivo; su questa matrice ancora realistica innestò poi cadenze espressioniste, dando vita a un suo linguaggio neo-figurativo. Di Medardo Rosso è in mostra una Testina molto rappresentativa dell'opera del maestro e di Giacomo Manzù si segnala la Crocifissione, un bassorilievo in bronzo di piccole dimensioni. Il Gabinetto delle stampe antiche e moderne. Partendo dalla collezione di stampe antiche donata da Emilio Ferroni, a Bagnacavallo è nato un Gabinetto delle Stampe divenuto nel tempo punto di riferimento per l'incisione a livello nazionale attraverso una fiorente attività espositiva. Acquaforte, acquatinta, stampa a bulino, etc.: tutte le tecniche sono rappresentate nella vasta collezione del Gabinetto, le cui opere vengono esposte a rotazione nelle sale dell'ala dedicata all'incisione. La ricca raccolta (oltre mille) di incisioni antiche, dal XVI al XIX secolo, comprende opere di Dürer, Della Bella, Aldegrever, Piranesi, Hogarth, Bartolozzi, Longhi e Rosaspina. Il Gabinetto cura le edizioni del Repertorio degli Incisori Italiani (seconda edizione, 1997, con 750 artisti viventi presenti, di cui conserva opere), promuove numerose iniziative relative all'incisione, mostre e pubblicazioni. La pubblicazione del Repertorio ha portato ad un importante incremento del già cospicuo fondo di grafica incisoria contemporanea, superando le 5000 opere.

Speciale musei artistici - pag. 10 [1999 - N.5]

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