Non è così che si fa

Parte, con qualche polemica, il primo piano museale provinciale in attuazione della L.R. 18/2000 sui musei.

Gianfranco Casadio

Per la prima volta, da quando esce questa nostra rivista, apriamo con un editoriale che si discosta, anzi, è estraneo al contenuto dei suoi articoli, ma la grossolanità di quanto è successo in questi ultimi giorni ci ha portato a rompere il silenzio e ad esporre ai nostri lettori il nostro punto di vista. La prima applicazione della L.R. 18/2000 che introduce i Piani provinciali annuali anche per i musei, ci aveva fatto ben sperare, soprattutto laddove all'art. 4, viene annunciato che le Province "concorrono alla valorizzazione dei beni e degli istituti culturali, programmando e coordinando lo sviluppo dei servizi … attraverso la cooperazione e l'attivazione di sistemi tra gli istituti culturali", particolarità che, con circolare del 12 giugno, l'IBC ha ribadito indicando che il 30% del budget per l'anno in corso viene destinato ai progetti delle Province privilegiando i progetti di "attività di sistema. Ebbene come sempre (o molto spesso) accade, tra il dire e il fare … Infatti i 600 milioni destinati ai progetti provinciali sono stati suddivisi, non si sa bene con quale logica assegnando le quote più alte a Province che non hanno mai attivato sistemi, mentre alle Province di Ravenna, Modena e Rimini, le uniche che in tutta la Regione hanno attivato Sistemi museali, sono andate le briciole (es: dai 145 milioni di Bologna, i 125 di Parma e Ferrara e gli 80 di Reggio, ai 45 di Modena e Ravenna e i 30 di Rimini. Peggio delle tre suddette Province sono andate solo Forlì e Piacenza a cui sono andati 25 milioni). Le giustificazioni dell'IBC, che ha stabilito la ripartizione, sono state che le Province di Bologna, Parma, Reggio e Ferrara, hanno avuto di più perché, anche se è vero che non hanno Sistemi Museali, hanno però, sia in questo piano che negli anni passati, investito sui musei molte risorse (da notare che Ravenna ne ha investite, in questo piano, per 138 milioni e tutti a vantaggio dei venti musei ad essa associati). Ma allora vale di più la contribuzione a pioggia tipo anni Settanta, o il lavoro capillare di coordinamento, la messa in rete di servizi comuni e l'abbattimento delle spese per attivare un'economia di scala?

Editoriale - pag. 3 [2000 - N.8]

[indietro]