Raccontare la guerra per educare alla pace

Un nuovo percorso arricchisce l'allestimento del Museo del Senio

Antonietta Di Carluccio - Direttrice Museo della battaglia del Senio di Alfonsine

Il Museo della battaglia del Senio è una realtà museale inaugurata il 10 aprile 1981 nei locali del Centro Culturale polivalente di Alfonsine. Il Museo è il luogo della Memoria, per la comunità alfonsinese e per la più ampia realtà della Valle del Senio, delle vicende relative alla Seconda guerra Mondiale e al permanere del fronte sulla linea del Senio per i lunghi mesi da dicembre 1944 ad aprile 1945. Dalla sua fondazione narra l'intreccio strettissimo fra fatti d'armi, cambiamenti del territorio, vita dei civili sotto occupazione ed esperienza resistenziale. Le sue collezioni comprendono sia militaria (armi, uniformi, equipaggiamenti) che oggetti bellici riciclati a uso dei civili; ha inoltre una vasta e interessante fototeca ed è impreziosito da immagini d'epoca.
Molte delle sue raccolte nascono dal desiderio di privati che donano oggetti cari demandando al Museo il compito di conservare, tutelare e valorizzare le memorie. L'esposizione dà conto delle presenza nel territorio, in momenti diversi, degli uomini di cinque continenti; ci sono interessanti focus sulla brigata ebraica, sull'apporto del nuovo esercito italiano, su aspetti di approfondimento dell'esperienza resistenziale in pianura.
Dalla scorsa primavera ha avuto inizio un significativo progetto di riallestimento: numerosi lavori si rendevano necessari e sono stati possibili grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna e attraverso lo strumento prezioso dell'Art Bonus, con cui CANON Italia ha deciso si sostenere il Museo.
La prima parte del progetto prevedeva di rinnovare la Saletta dei partigiani, nella quale rimangono intatti il plastico che narra la battaglia delle valli, a testimoniare l'attenzione alla ingenua ma efficace tecnologia di inizio anni '80 con il tentativo, ancora vivo e incisivo, capace di incantare piccoli (e grandi) visitatori con il racconto di una barchetta in movimento verso coraggio e immaginazione.
Intatta rimane pure la vetrina curata dallo scenografo Gino Pellegrini che, con maestria, ricostruì per il Museo il rifugio clandestino della pedalina a stampa. La vetrina racconta una pagina caratteristica del nostro territorio: la stampa clandestina. E lo fa anche grazie alla collaborazione preziosa dell'ANPI di Conselice che, con dedizione e passione, ha curato la ripristinata funzionalità della pedalina a stampa.
Con il nuovo allestimento la Saletta dei partigiani si arricchisce, dunque, di immagini e documenti, aggiungendo le risorse della multimedialità e la possibilità di approfondimento.
La sala presenta, inoltre, una nuova vetrina che ospita un oggetto che è nel contempo simbolico ed evocativo: un tavolo da lavoro, che faceva parte dell'officina meccanica del riparatore di biciclette Giuseppe Bezzi a Ravenna, e al cui interno, attraverso un meccanismo difficile da individuare, era celato un cassetto che consentiva di nascondere piccoli oggetti. Questo cassetto risultò utilissimo per conservare i numerosi volantini di stampa clandestina che venivano fatti circolare in gran segreto all'interno dei circuiti della resistenza antifascista. L'officina di Bezzi divenne un punto di riferimento per i partigiani e gli antifascisti locali e, nonostante le numerose perquisizioni, l'ingegnoso nascondiglio non venne mai individuato. In esso trovarono posto anche mappe, messaggi, piccole armi leggere e munizioni, celate sia nel sottofondo segreto che sotto il pavimento in appositi pertugi.
Con il riallestimento di questa primavera il Museo si è arricchito anche di una nuova sala permanente: il Rifugio. L'intento è quello di creare un'efficace comunicazione e una continua innovazione della didattica rivolta alle scuole, ma l'esperienza si è rivelata interessante ed efficace per tutte la fasce di pubblico. La didattica è da sempre la principale fra le attività del Museo, che riceve annualmente numerosissime scolaresche di ogni ordine e grado e si propone di offrire a tutti una proposta adeguata in termini di linguaggio e livello di approfondimento. La nuova sala il Rifugio racconta, in maniera immersiva ed emozionale, l'esperienza dei civili durante il momento più temuto della guerra: il bombardamento. Avremmo potuto cercare emozioni diverse, ma volevamo che i ragazzi comprendessero che la guerra travolge non soli i soldati, ma anche i civili inermi.
Nella primavera 2018 il Museo continuerà nel progetto di riallestimento sulla Sala degli Alleati. L'obiettivo è quello di utilizzare nuovi linguaggi e strumenti per raccontare oggi, con efficacia, gli eventi del secolo scorso. L'intento è che dai documenti, dalle immagini fotografiche e in movimento, dalle voci dei protagonisti, dai materiali di repertorio, dalla multimedialità scaturisca un racconto corale attento tanto alle vicende militari quanto al territorio. Per fare sì che il nostro sia un museo che racconta la guerra per educare alla Pace.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 23 [2017 - N.59]

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