La solidità illusoria della ricostruzione digitale

La mostra "La casa di Nostra Donna" al Mar per una riflessione su quel che resta dopo il bombardamento

Alessandro Volpe - Curatore della mostra

Il 5 novembre 1944 alle porte di Ravenna una chiesa gotica e i suoi preziosi affreschi trecenteschi furono distrutti dal bombardamento mirato dei Flying Skulls, uno squadrone di Thunderbolt americani; il campanile svettava oltre le linee tedesche e avrebbe potuto essere un punto di osservazione sulle truppe alleate che dovevano liberare Ravenna. Nove persone si erano rifugiate nel possente torrione e otto di loro morirono quel giorno.
Dalla chiesa modernamente ricostruita, i pochi affreschi che erano sopravvissuti al disastro furono rubati negli anni '90. L'annientamento fisico del monumento rimane al centro di qualsiasi riflessione su Santa Maria in Porto Fuori, anche nel produrne l'immagine digitale, apparentemente abitabile e diversamente solida: si tratta di una forma che ha la stessa concretezza di una stringa numerica seppure ambisca a occupare il vuoto lasciato dalla scomparsa della basilica.
La Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna sostenne il progetto di ricerca presso il Dipartimento di Beni Culturali dell'Università di Bologna per la ricostruzione virtuale della chiesa e si è poi disposto in piena collaborazione per la progettazione di una mostra sulle immagini che dall'Ottocento a oggi hanno risposto agli sguardi che sulla superficie di quei muri si sono interrogati per rispondere alle più diverse necessità culturali.
Si tratta di una mostra costruita per mantenere in evidenza polarità irriducibili. Gli altissimi standard qualitativi della pittura riminese del Trecento, mostrati da preziose opere originali, sono accostati a riproduzioni a grandezza naturale dei dipinti di Santa Maria in Porto Fuori; le fotografie scattate sulle macerie si avvicinano alle foto ricordo, ai frammenti di vita degli scatti amatoriali e alle cartoline; i disegni di Felice Giani, noto pittore neoclassico, che nel chiuso del proprio studio traduce le figure giottesche nel proprio luminoso linguaggio anticheggiante, si contrappongono agli appunti con cui Giovanni Battista Cavalcaselle trascrisse le proprie osservazioni sui dipinti, per supportare una memoria prodigiosa e segnalando durante la visita nella chiesa (intorno al 1860!) l'intuizione che riconsegnava il ciclo di affreschi alla cultura riminese.
Gli scatti fotografici che fra Otto e Novecento registrarono numerosissimi sguardi sulla basilica sono esposti in continuità con l'elaborazione di quelle stesse immagini, la ricostruzione digitale che ogni visitatore può esplorare con la particolare sensazione di avere a disposizione la chiesa e il suo alto spazio figurato.
Il Mar di Ravenna si è dotato, grazie al decisivo contributo della Regione con il finanziamento dell'asse 6 POR FESR, di attrezzature tecnologiche adatte a rispondere alle necessità di esposizioni che si affideranno sempre più a elaborazioni d'immagini accostate a oggetti originali; le attenzioni portate in questo senso dalla direttrice, Maria Grazia Marini, hanno consentito anche l'istallazione di due ambienti che agli estremi della mostra rappresentano sguardi apparentemente incompatibili nelle due opere video in cui Fabrizio Varesco ha registrato il ricordo dei cittadini di Porto Fuori che avevano vissuto la chiesa e la sua distruzione, mentre Stefano Massari ha registrato il proprio poetico sguardo nella chiesa digitale, fornendone una versione autoriale di grave intensità.
Il ricordo dei viventi cittadini di Porto Fuori viene salvato per compensare il fatto che la futura memoria del monumento è probabilmente destinata a essere rappresentata dalla sua ricostruzione virtuale (http://patrimonioculturale.unibo.it/portofuori/tour/SMPFwebdoc.html) accessibile in rete e duratura, almeno quanto il server che la ospita. In questo spazio on line si trovano i contenuti della mostra, mentre una riflessione più articolata si troverà edita in un volumetto approntato per l'occasione, una raccolta di contributi illuminato da differenti interessi disciplinari su queste stesse vicende. Nella pubblicazione si troverà la particolareggiata descrizione del procedimento attraverso cui Fr@me Lab è giunto a rendere la sensazione di solida credibilità del monumento digitale, mostrandone la reale inconsistenza "numerica"; ma anche la riflessione storico artistica ed estetica sul fatto che una certa natura delle immagini dipinte nel secolo di Dante e di Giotto appare incompatibile con questa elaborazione. La storia bellica di Ravenna si arricchisce con la pubblicazione dei diari giornalieri di volo in cui il bombardamento della chiesa appare nella sua fredda certificazione burocratica, mentre il ricordo ancora vivo negli anziani abitanti di Porto Fuori illumina le stesse vicende da una posizione di differente realismo.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 22 [2016 - N.57]

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