I miei "primi 40 anni"

Breve storia del Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo: un'eredità da tramandare al futuro

Diego Galizzi - Direttore Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo

Era l'estate del 1957, quando l'allora Soprintendente "alle gallerie ed alle opere d'arte medioevale e moderna" Cesare Gnudi scriveva al Sindaco di Bagnacavallo: "la decisione, che era stata presa da codesto Comune, di riunire in un costituendo Museo tutti i cimeli artistici della città, sembrava a questa Soprintendenza veramente lodevole, ed è lamentabile che l'iniziativa non abbia avuto finora seguito". In effetti la vicenda della volontà di dar vita a Bagnacavallo ad un museo civico doveva apparire, già allora, piuttosto travagliata. Era passato più di un decennio dalla fine della guerra, eppure la città aveva ancora molti conti in sospeso con il proprio patrimonio artistico e culturale, che usciva dal conflitto gravemente malandato. Si stava mettendo mano al recupero di numerosi edifici storici, tra i quali spiccava l'enorme questione della ricostruzione (o dell'abbattimento!) dell'ex convento di san Francesco, una struttura gigantesca e di grande importanza storico-artistica, ridotta purtroppo allo stato larvale. Non meno gravosa era la vicenda delle opere d'arte presenti in città, di proprietà comunale o di altre istituzioni come le Opere Pie Raggruppate. Nell'emergenza della ricostruzione post-bellica oltre alla presa d'atto delle molte opere bisognose di restauro, non mancarono casi di dispersione, il che rese sempre più urgente la necessità di costituire un museo cittadino in grado di raccogliere questi materiali, catalogarli, restaurarli e, ovviamente, esporli. La lettera di Gnudi si inseriva proprio in questo contesto. Per la verità già alla vigilia della Prima guerra mondiale si parlava della nascita di un museo civico, ma nella struttura, da poco acquisita, dell'ex chiesa dei Battuti Bianchi. Il sindaco di allora comunicava infatti con una lettera al Ministero della Pubblica Istruzione che in quel locale "così ripristinato, verranno raccolti numerosi quadri, cimeli e oggetti artistici di valore di proprietà del Comune, in conformità con gli intendimenti espressi da ogni ordine di cittadini". Ma poi venne la Grande Guerra e di quel progetto non se ne parlò più.
Tornando alla lettera di Gnudi, alle sue sollecitazioni fece seguito un pregevole programma di restauri finanziato sia dalla Soprintendenza sia dal Comune, finché nel 1967 il Consiglio Comunale istituì, con l'approvazione di un apposito regolamento, il "Museo Civico di Bagnacavallo", che tuttavia tale rimaneva solo sulla carta, poiché alla realtà dei fatti un museo non esisteva ancora, ma solo una disordinata esposizione di quadri appesi nei locali della Biblioteca comunale in Palazzo Vecchio. Finalmente nel 1970 il Comune di Bagnacavallo pervenne all'acquisto del complesso conventuale che le reverende suore Cappuccine avevano lasciato da poco, per destinarlo a varie attività culturali. Dopo diversi lavori di adattamento, in questo edificio il 25 settembre 1976 venne inaugurato il "Centro Culturale Polivalente" di Bagnacavallo, che oltre ad ospitare la Biblioteca e l'Archivio storico dava finalmente una casa alle collezioni comunale d'arte. Ma non solo. In quell'occasione le collezioni museali conobbero un notevole arricchimento in virtù dell'opportuna sistemazione dei reperti archeologici rinvenuti nel territorio durante la campagna di scavo del 1966 e del deposito di un importantissimo nucleo di opere d'arte antica provenienti dalle Opere Pie Raggruppate di Bagnacavallo. Nasceva insomma il Museo Civico delle Cappuccine, che nei decenni successivi, oltre al proliferare delle iniziative, raccolse altre significative opere d'arte grazie alle donazioni di artisti e di privati cittadini.
Oggi, a distanza di quarant'anni dalla sua fondazione, il Museo Civico delle Cappuccine si può dire sia uscito dalla sua fase "pioneristica", adeguandosi nel tempo ai vari standard museali ed avviandosi ad una fase più "matura", più attenta cioè alla qualità dei servizi e alla soddisfazione dei bisogni culturali e delle attese del pubblico. Significativo che per celebrare il 40° della fondazione si sia appena conclusa un'ambiziosa mostra dedicata alle "Anime morte" di Marc Chagall, un artista che ha fatto dell'amore per la propria terra il trampolino di un grande sogno artistico. Il coraggio visionario di chi ha pensato di istituire un museo civico a Bagnacavallo è dunque raccolto, e con il recente avvio dei lavori di riallestimento della sezione dedicata all'arte contemporanea, che sarà presentato ad inizio 2017, il museo si sta ancor più efficacemente attrezzando per tramandare al futuro questa preziosa eredità.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 20 [2016 - N.57]

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