Politicamente scorretti e professionalmente corretti

Claudio Leombroni

Questo numero di Museo in-forma esce dopo il risultato referendario e l'editoriale non può esimersi dall'affrontare il tema.
Il Sistema museale della Provincia di Ravenna è nato nel 1997 e si appresta quindi a festeggiare il suo ventesimo anno di vita. Il Sistema, come molte altre esperienze cooperative italiane nel settore degli istituti culturali, deve la sua esistenza a quella stagione straordinaria per le autonomie locali inaugurata con la L. 142/1990 e terminata per molti aspetti con la recente "legislazione della crisi". Durante quella stagione il Polo SBN, sfidando il politicamente corretto, è diventato la Rete bibliotecaria di Romagna e il Sistema museale una best practice a livello nazionale come riconosciuto da due studi intervallati fra di loro da un decennio: quello di Silvia Bagdadli (Le reti di musei, 2001) e quello dell'Aspen Institute (I sistemi museali in Italia, 2013). In quella stagione, insomma, diverse Province hanno costruito il senso della proprie politiche nel settore facendole coincidere con la cooperazione e con l'esercizio di funzioni strumentali o di supporto agli istituti culturali.
Con l'avvio del riordino delle Province inaugurato dal Governo Monti tutta questa complessa organizzazione territoriale di servizi è stata ignorata e abbandonata di fatto alla più generale deriva demagogica e populista. Non è questa la sede per analizzare nel dettaglio questa vicenda, per molti aspetti grottesca e imbarazzante, e tanto meno per ipotizzare cosa accadrà dopo il 4 dicembre. Certo è che dopo la bocciatura da parte della Consulta della riforma Monti, i tentativi successivi di riordinare e svuotare le Province con legge ordinaria nelle more di una riforma costituzionale hanno dimostrato una certa sérendipité de l'invention, per dirla con Michel Serres, un revanchismo neo-centralista - come avrebbe detto Nazzareno Pisauri - e una notevole insipienza procedurale. Ostinarsi a non riformare il complesso delle autonomie, a far credere, sia pure in un'epoca di "democrazia del pubblico", di aver soppresso le Province senza aver completato l'iter di revisione costituzionale, a scambiare le istituzioni con i comportamenti di coloro che momentaneamente le rappresentano, a ignorare le vere ragioni che dovrebbero essere alla base di questa riforma, note da tempo e brillantemente argomentate più recentemente da Gianfranco Rebora, hanno prodotto conseguenze paradossali anche nel nostro settore: circolari di solerti funzionari statali che invitavano "le soppresse Province" a elencare i propri beni culturali in vista del successivo incameramento da parte dello Stato in barba all'art. 119 della Costituzione, l'esaltazione di esperienze cooperative di rango territoriale più ridotto - operazione di politique politicienne e priva di sostanza gestionale avendo ormai appurato che anche l'ambito provinciale è troppo piccolo per conseguire adeguate economie di scala - lo svuotamento delle professionalità delle Province per rafforzare questo o quell'ente in cerca di una più
ambiziosa legittimazione ancorché non sostenuta da adeguate risorse finanziarie, la Legge Delrio demolita dalla legge di stabilità 2015, e così via. Taccio invece dell'atteggiamento, non sempre elegante, di non pochi colleghi.
In tutto questo non breve lasso di tempo (2012-2015) la Provincia di Ravenna ha continuato nonostante tutto a gestire e finanziare la Rete bibliotecaria e il Sistema museale e lo ha fatto, per due anni, senza risorse regionali, perché ha ritenuto che le esperienze di rete e di cooperazione territoriale fossero incluse nella funzione fondamentale di assistenza tecnica e amministrativa ai Comuni. Dopo la L.R. 13/2015, IBACN e Provincia di Ravenna hanno lavorato per salvaguardare e sviluppare le esperienze cooperative del territorio nell'ambito di un più ampio ridisegno della cooperazione regionale cui l'Istituto sta lavorando. L'esito di questo lungo lavoro è stata una convenzione fra IBACN e Provincia di Ravenna che il Consiglio provinciale ha approvato il 29 novembre scorso. Con questa convenzione l'Istituto affida e finanzia alla Provincia le attività di coordinamento tecnico e gestione della Rete (svolte da una struttura tecnica di fatto assimilabile a una struttura regionale territoriale), nonché lo svolgimento di alcune attività a favore delle altre reti bibliotecarie emiliano-romagnole. Si noti la data: ancora una volta politicamente scorretti e professionalmente corretti, potremmo dire. A questa convenzione ne seguirà una seconda con i Comuni, che riguarderà anche il Sistema museale. Ma di questo Museo in-forma darà conto.
Buon Natale e felice anno nuovo a tutti.

Editoriale - pag. 3 [2016 - N.57]

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