Quattro musei da remixare

Tre giorni e due notti di maratona creativa con MuseoMix, approdato in Italia grazie alla nascita della comunità nazionale

Elena Bertelli - BAM! Strategie Culturali

Iniziamo con le date da segnare in agenda: 11-13 novembre 2016, il weekend durante il quale in sedici musei del mondo (tra cui, per la prima volta, ci sono quattro italiani) si svolgerà Museomix.
Detta in poche parole, si tratta di un laboratorio creativo e multidisciplinare, un format nato in Francia sei anni fa per ripensare il modo di vivere il museo: tre giorni di lavoro intellettuale e manuale, sempre di squadra, per sviluppare proposte innovative e creare prototipi, da far testare al pubblico. Comunicatori, designer, maker, programmatori informatici, esperti delle collezioni e mediatori culturali, lavorano insieme nel museo con l'obiettivo di trasformarlo in una sorta di officina in cui si progettano e realizzano strumenti innovativi di mediazione, utili a migliorare la fruizione e coinvolgere nuovi pubblici.
Ma cosa succede al museo, durante i tre giorni di Museomix?
Il primo giorno, innanzitutto i museomixer, i partecipanti, vengono guidati in una visita approfondita degli spazi e delle collezioni. Non solo, nei mesi che precedono Museomix, il museo avrà preparato dei "terreni di gioco", ovvero dei percorsi tematici per focalizzare l'attenzione dei presenti su determinate peculiarità dell'edificio o della collezione, sui quali i museomixer potranno ideare progetti da sviluppare nei tre giorni di maratona.
Terminata la visita al museo e l'illustrazione dei terreni di gioco ci si riunisce in plenaria e i museomixer che durante la visita hanno avuto idee su prototipi da sviluppare sono chiamati a presentarle con un pitch al resto dei presenti. Ogni idea ritenuta valida raccoglierà attorno a sé una squadra, che si metterà subito al lavoro per concretizzarla. Ogni squadra sarà formata da sei persone con sei diverse professionalità: un esperto di comunicazione, un grafico/designer, un artigiano/maker, un programmatore informatico, un esperto delle collezioni e un mediatore culturale. Il primo giorno sarà tutto dedicato allo sviluppo del concept, con l'obiettivo di arrivare al secondo giorno con un progetto da sviluppare concretamente.
Conclusa la fase di design, durante il secondo giorno e nella prima metà del terzo giorno le équipe sono interamente concentrate nella produzione del prototipo: tra chi materialmente costruirà l'oggetto progettato, servendosi del fablab, del laboratorio di bricolage e del magazzino tecnologico, detto techshop (installati per l'occasione all'interno del museo) e chi dovrà elaborarne il racconto e il brand o svilupparne la parte elettronica/software. Tra un pasto all'interno del museo e un momento di svago, tutta la macchina organizzativa si attiva per arrivare a installare i prototipi e accogliere il pubblico, chiamato a sperimentarli, l'ultimo giorno, dalle ore 16 del pomeriggio.
Anche se ogni équipe lavora in autonomia, ogni giornata prevede un momento di riunione plenaria (convocata tassativamente alle ore 18) che consente a ogni singola squadra di presentare agli altri museomixer il proprio lavoro. Le plenarie sono anche un modo per mettersi in contatto con gli altri Museomix in corso nel resto del mondo: in questa occasione infatti vengono proiettati video di sintesi, girati durante la giornata in ogni museo e caricati sul canale "Mixroom" di Youtube: un momento di networking per sentirsi parte di un gruppo internazionale e uno stimolo a non cedere davanti alla stanchezza e continuare la maratona!
Alle ore 16 della domenica, terzo e ultimo giorno di Museomix, i prototipi saranno installati e il personale del museo accoglierà i pubblici che faranno da 'cavie' lasciandosi guidare alla scoperta e all'utilizzo delle nuove tecnologie. Museomix termina alla sera, con un aperitivo finale. I prototipi, il cui processo di realizzazione sarà già stato pubblicato sul sito di museomix.org e messo a disposizione della rete in Creative Commons, resteranno a disposizione del pubblico ancora qualche giorno, prima di essere smontati.
Questo aspetto singolare del format serve a far riflettere sui reali obiettivi dell'evento, che non ruotano tanto attorno allo sviluppo di uno strumento per il museo, ma hanno più a che fare con l'innesco di un nuovo modo di vivere il museo: un approccio collaborativo, l'apertura a nuovi pubblici e professionisti che vivono insieme al museo un percorso (che va ben oltre i tre giorni di novembre!) di crescita e riflessione sulle sue potenzialità.
Spiegato il meccanismo, se dovessimo elencare le peculiarità di Museomix potremmo sintetizzarle nel seguente elenco:
- un museo aperto, pronto ad accettare la sfida;
- una collezione da scoprire;
- i terreni di gioco: percorsi tematici da seguire e da cui lasciarsi ispirare;
- una connessione Wi-Fi molto potente;
- spazi da dedicare a funzioni nuove per il museo (un fablab, uno spazio per il bricolage, spazi di lavoro per le équipe, aree per lo svago e il consumo dei pasti, sala delle plenarie, una "mixroom" con gli strumenti per l'équipe che lavora alla comunicazione dell'evento);
- un'organizzazione precisa dei tempi e delle fasi di lavoro;
- molta comunicazione esterna e interna prima e durante museomix;
- cibo, giochi e segnaletica per orientarsi da subito nel nuovo assetto del museo;
- l'interazione con il pubblico sia durante i tre giorni di lavoro delle équipe, sia durante la fase conclusiva di test dei prototipi.
Ormai diffuso in molti paesi -  dalla Francia, al Belgio, dal Messico all'Inghilterra, dalla Svizzera fino al Canada - nel 2016 Museomix è approdato anche in Italia, grazie alla nascita della community italiana. Tutto è iniziato a ottobre 2015, durante un workshop tenuto da Fabrice Denise (presidente Museomix France) e da Juliette Giraud (tra i fondatori di Museomix) nell'ambito della conferenza internazionale "The Creative Museum", organizzata dall'IBC della Regione Emilia-Romagna. In quell'occasione i partecipanti si sono attivati per far nascere un gruppo attivo per divulgare Museomix nel nostro Paese, interfacciarsi con la community internazionale e attorno al quale raccogliere le candidature dei primi musei disposti a farsi 'remixare'. Da quel momento in poi, BAM! Strategie Culturali, società specializzata in audience development e marketing culturale, ha dato vita, in collaborazione con IBC e NEMO - Network of European Museum Organizations, a una serie di strumenti di community management per far conoscere Museomix e attivare una community nazionale.
In particolare da novembre 2015 sono attivi: il sito www.museomix.it, il gruppo Facebook MuseoMix Italia, che ha superato i 500 iscritti, un account Twitter (@museomixIT), una newsletter e un profilo Flickr essenziali per approfondire il format, accedere a contenuti tradotti dal francese da volontari della community, a strumenti utili per preparare la propria candidatura e partecipare alle attività dei quattro musei candidati alla prossima edizione.
Da ottobre ad aprile, la community italiana ha lavorato su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo realtà come i Musei Civici di Reggio Emilia, Nemech - New Media for Cultural Heritage e Puglia Musei e, allo scadere del termine fissato a livello internazionale di invio delle candidature erano appunto quattro i musei italiani che avevano presentato il proprio dossier: il Museo Tolomeo di Bologna, il Museo Carlo Zauli di Faenza, il Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara e il CAOS di Terni. Dopo un periodo di valutazioni, con il supporto della community globale, tutti sono stati dichiarati ammissibili e hanno iniziato a preparare l'evento di novembre.
Attualmente questi musei e le community locali nate attorno a essi stanno lavorando sodo, supportati dalla community italiana e altre community internazionali, principalmente su due fronti:
- quello organizzativo, che prevede incontri con diversi professionisti di vari settori, da quello museale, delle tecnologie, della logistica fino alla ristorazione, per definire ogni dettaglio dell'evento di tre giorni di novembre, raccogliere sponsorizzazioni e ampliare sempre più la community;
- quello comunicativo e promozionale; compito dei musei è infatti quello di attirare i museomixer partecipanti, che si possono candidare rispondendo alle call aperte su museomix.org da metà giugno a metà luglio e che verranno riaperte, con tutta probabilità, a settembre.
Lo strumento principale per attivare le collaborazioni e attirare l'attenzione attorno a Museomix è l'aperomix: aperitivi per conoscersi e far vivere un assaggio di esperienza di Museomix. In luglio ne sono stati organizzati due, uno al CAOS di Terni e uno al Museo Zauli di Faenza, mentre il Tolomeo di Bologna ha azzardato un "GelatoMix" per prendere per la gola i bolognesi e a Ferrara si è già passati a una fase più operativa, con frequenti incontri organizzativi della community, ospitati ogni volta in diversi spazi della città.
Le attività sono frenetiche anche in estate e i musei candidati non mancano di inventiva. Ora non resta che seguirli e partecipare, sperimentare Museomix e iniziare a immaginare a quali altri musei proporre l'adesione per la prossima edizione.
https://twitter.com/museomixIT


Speciale MuseoMix Italia - pag. 9 [2016 - N.56]

[indietro]