Uno sguardo al passato tra certezze e cambiamenti

Oltre un secolo di storia per la Soprintendenza ravennate, dalla guida di Corrado Ricci alla recente riforma

Federica Cavani, Emanuela Grimaldi - Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini

Sono ormai trascorsi 119 anni dalla nascita della Soprintendenza di Ravenna, istituita con Regio Decreto n. 496 del 1897, affidata a Corrado Ricci e con sede nei locali dell'ex monastero di Classe dentro. Nonostante una delle priorità del Regno d'Italia all'indomani dell'Unità fosse stata quella della tutela e della conservazione del patrimonio artistico nazionale con la creazione nel 1875 di una Direzione Centrale Scavi e Musei, già sedici anni dopo si era avvertita la necessità di un controllo sul territorio più capillare con l'istituzione di Uffici Tecnici Regionali per la Conservazione dei Monumenti. All'ufficio dell'Emilia, con sede in Bologna, fu assegnato il compito di occuparsi anche del territorio ravennate che tuttavia fu lasciato in uno stato di incuria perché difficilmente raggiungibile. Solo con l'istituzione nella città romagnola di un apposito ufficio si pose rimedio alla situazione di degrado che caratterizzava in quegli anni gli edifici paleocristiani e bizantini ravennati. Nel dicembre del 1902 l'ufficio di Ravenna fu trasferito nei locali del soppresso monastero di Sant'Apollinare Nuovo, dove vi rimase fino al 1909 quando si decise di spostarlo negli ambienti dell'ex monastero benedettino di San Vitale.
Istituite definitivamente con L. 386/1907, le Soprintendenze erano suddivise tra loro per territorio e ambito di tutela. Fin da subito si caratterizzarono come centri di alta competenza tecnico-scientifica. Sono gli anni in cui a Ravenna si avviarono i grandi restauri ai monumenti e si riconobbe all'antica pineta lo status di "monumento nazionale" per il suo valore storico e il suo legame con l'arte e la letteratura. Nel 1910 venne affidata a Giuseppe Gerola la direzione della Regia Soprintendenza ai Monumenti per la Romagna con sede in Ravenna, ma competente anche nei territori di Forlì e Ferrara. Nel 1923, con l'entrata in vigore del R.D. n. 3164 le Soprintendenze furono riunite in due gruppi, uno per il patrimonio archeologico e l'altro per quello architettonico e storico-artistico. L'accorpamento non diede buoni esiti e così, sedici anni dopo, con la L. 823/1939 si ripristinò la situazione del 1907.
Sin dalla sua istituzione la Soprintendenza ravennate ha pertanto svolto, su un ampio territorio di competenza, un'articolata e complessa azione di tutela, sia ambientale che architettonica, che si è esplicata attraverso l'individuazione dei beni con l'emanazione dei relativi decreti, la loro protezione e conservazione, il loro controllo con specifiche autorizzazioni a lavori, il loro studio e la loro catalogazione.
A partire dagli anni sessanta del XX secolo si è ampliata l'attività delle Soprintendenze: da garanti della sola conservazione fisica del bene a promotori della sua valorizzazione. La Soprintendenza ravennate si è pertanto trovata impegnata anche in un'azione attiva di promozione con la gestione diretta di importanti musei e monumenti: il Mausoleo di Teoderico, il Battistero degli Ariani, il Cosiddetto Palazzo di Teoderico, la Basilica di Sant'Apollinare in Classe e il Museo Nazionale, la cui nascita, avvenuta nel 1885, precede quella della Soprintendenza stessa.
Fino alla riforma ministeriale di cui al DPCM n. 171 del 2014 la Soprintendenza di Ravenna ha esercitato sul territorio di competenza una tutela circoscritta ai soli beni architettonici e ambientali. Il Regolamento di organizzazione del MiBACT l'ha ampliata comprendendo anche i beni storico-artistici e allo stesso tempo "ha ristretto" il territorio di competenza: da Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini si è passati a Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.
Tuttavia questo recente cambiamento, a cui si aggiunge anche la perdita della gestione diretta dei monumenti e dei musei sopra ricordati, passati per effetto del medesimo DPCM al Polo Museale dell'Emilia Romagna, nuovo ufficio dirigenziale del Ministero, è stato già superato con attuazione del DM n. 44 del 2016 che ha ulteriormente allargato la tutela delle Soprintendenze Belle Arti e Paesaggio anche ai beni archeologici.

La Pagina della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ravenna - pag. 8 [2016 - N.56]

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