Nuova veste per il MIC

Rinnovati due allestimenti del museo faentino per esplorare al meglio la ceramica europea e quella italiana del Novecento

Claudia Casali - Direttrice MIC di Faenza

È stato inaugurato lo scorso 30 maggio il riallestimento della Sala Europa e dell'arte italiana del secondo dopoguerra, con l'esposizione di pezzi da decenni collocati nei depositi. Come ho più volte sottolineato l'obiettivo di ciascun Direttore di una Istituzione pubblica deve essere la tutela, la valorizzazione e la promozione del proprio patrimonio e delle proprie collezioni. Con questa priorità dal 2011 sono stati esposti alla pubblica fruizione circa 4000 manufatti in più rispetto a quelli già visibili (grazie all'apertura di nuove sezioni come Arte sacra, Arte orientale, tessuti precolombiani, piastrelle e rivestimenti ceramici, Arte internazionale del secondo dopoguerra).
È il caso ad esempio della "Sala Europa", che cambia veste espositiva con l'ampliamento dell'arco cronologico e dei centri produttivi in mostra. Le ceramiche scelte sono state suddivise in base al materiale (maiolica, grès, terraglia, porcellana) per agevolare il dialogo e il confronto tra nazioni, ciascuna rappresentata attraverso le proprie eccellenze e specificità. Un ampio excursus è dedicato alla maiolica europea con gli splendidi lustri spagnoli, le fantasiose "cineserie" in "bianco e blu" di Delft, gli ornati floreali "a piccolo fuoco" che nel corso del Settecento da Strasburgo e dai centri del sud-est della  Francia si diffusero in tutta Europa, fino alle sue propaggini orientali. Ma le vere innovazioni del XVIII secolo furono la porcellana e la terraglia. Ambita per secoli da sovrani e notabili attraverso il collezionismo dei pregiati vasellami cinesi e giapponesi, la porcellana fu la vera "regina di tutto il secolo". La scoperta della porcellana dura anche da parte dell'Europa, a opera dell'alchimista Johan Friedrich Böttger nel 1708 a Meissen, decretò la sua rapida diffusione presso le più importanti manifatture (per esempio Meissen, Fürstenberg, Berlino, Frankenthal, Ludwigsburg in Germania, ma anche Vienna, Sèvres, San Pietroburgo). Un analogo successo commerciale fu conseguito anche dalla terraglia, introdotta dai ceramisti inglesi dello Staffordshire già a partire dagli anni Venti-Quaranta del XVIII secolo. Meno costosa della porcellana, ma più fine della maiolica, la terraglia con la sua caratteristica tonalità avorio si rivelò il materiale ideale per incarnare l'elegante purezza del gusto neoclassico. La produzione europea in grès è brillantemente esemplificata da una selezione di boccali da birra dal tipico rivestimento a salatura, risalenti al XVI-XVII secolo, dei centri di Raeren, Colonia e la regione del Westerwald. Il XX secolo si caratterizza soprattutto nel primo ventennio per il raffinato stile liberty, diffuso e declinato nelle varie nazioni con personalissimi risultati. Uno spaccato particolare è fornito inoltre dalle ceramiche della Repubblica di Weimar. Chiude il percorso l'esperienza di Picasso a Vallauris, che anticipa concettualmente la sala attigua dedicata alla scultura internazionale del XX secolo.
Il secondo riallestimento riguarda proprio il XX secolo. A seguito della mostra "La ceramica che cambia", inaugurata lo scorso anno, si sono poste delle questioni critiche relative alla disposizione delle opere. Si è scelta la valorizzazione tematica del percorso in quanto il secondo dopoguerra non può, se non minimamente, essere affrontato da un punto di vista cronologico. L'obiettivo era quello di rendere fruibili le opere seguendo tematiche immediatamente riconoscibili dai visitatori: l'espressione figurativa e il picassismo, l'informale, il minimalismo e l'astrazione, i percorsi personali, le nuove promesse del XXI secolo, con i recenti premi Faenza (Andrea Salvatori, Giovanni Ruggiero, Nero, Silvia Celeste Calcagno). Il risultato è un percorso più dinamico e meglio leggibile con nuove opere esposte, nuovi protagonisti, nuove dialettiche poetiche che si aprono ai nostri sguardi.
Il riallestimento è stato reso possibile grazie al contributo di Banca di Romagna - Gruppo Cassa di Risparmio di Cesena.


Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 21 [2015 - N.53]

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