La collezione d'arte contemporanea della Pinacoteca Comunale di Ravenna

Nadia Ceroni - Conservatore della Pinacoteca comunale di Ravenna

Università degli Studi di Siena Scuola di Specializzazione in Archeologia e storia dell'Arte Tesi di: Marcella Culatti Relatore: Prof. Enrico Crispolti Anno Accademico 1999-2000 Tra le attività museali, quella relativa all'assistenza e consulenza - nei confronti di studiosi, ricercatori e laureandi - è una delle più qualificate e qualificanti. Se l'attività conservativa e la funzione educativa vengono considerate tra le principali ragioni d'essere di un museo, alla ricerca non viene ancora riservata la dovuta attenzione, sia quando è tesa al soddisfacimento di richieste provenienti dall'utenza, sia come necessità interna al museo di costante aggiornamento nei confronti del patrimonio e dei professionisti addetti alla conservazione e alla tutela. Il concetto di museo - come ambiente educativo particolarmente articolato e dinamico - stenta ancora a trovare adeguati riconoscimenti, nonostante la denominazione di bene culturale sia stata progressivamente allargata a comprendere tutte le testimonianze della vita culturale di un territorio. Ciò nonostante le richieste di informazione, le domande di documentazione e le tesi di laurea - raccolte ad esempio dalla Pinacoteca di Ravenna - dimostrano la disponibilità del museo a dialogare con il pubblico, per il quale costituisce uno dei punti di riferimento culturale e formativo della città. Questo aspetto dell'attività del museo si connette sia alle collezioni permanenti che alle mostre temporanee e trova occasioni di studio e aggiornamento anche nelle tesi di laureandi e laureati provenienti da facoltà universitarie presenti non solo in ambito locale e regionale. È il caso della recente ricerca, condotta da Marcella Culatti, per la Scuola di Specializzazione in Archeologia e Storia dell'Arte dell'Università degli Studi di Siena - sotto la guida del professor Enrico Crispolti - inerente la collezione contemporanea della Pinacoteca ravennate. L'indagine ripercorre le fasi costitutive della raccolta, la ordina cronologicamente, la collega alla politica espositiva degli ultimi vent'anni: ne risulta un quadro molto articolato e analitico, che definisce l'attività temporanea della pinacoteca "finalizzata a creare dal nulla una raccolta permanente e stabile di arte contemporanea italiana". All'organizzazione sistematica di mostre temporanee - avviata fin dal 1977 con mostre collettive a carattere tematico, ma senza intenti di incremento patrimoniale - subentra nel 1982 una specifica volontà di arricchire il patrimonio artistico della pinacoteca, "acquistando un'opera da ogni artista invitato ad esporre". "La collettiva - specifica la Culatti - diviene una mostra antologica, all'esposizione si affianca il momento acquisitivo", subentra - nella politica museale ravennate - la volontà di trasformare il carattere temporaneo di queste manifestazioni in permanente, lasciando una tangibile testimonianza del loro passaggio in città ". Tali acquisizioni avvengono quasi sempre sotto forma di donazione, da parte degli artisti o di acquisto a prezzo simbolico, da parte dell'amministrazione comunale. Nel 1986 ai locali espositivi della Loggetta si aggiungono quelli dell'ex chiesa di Santa Maria delle Croci, spazio ad aula unica la cui ridotta capienza influisce sulla tipologia dell'evento espositivo, favorendo la valorizzazione della ricerca artistica sul territorio regionale e le esposizioni dedicate a giovani emergenti. Nel 1994 viene allestita una mostra-bilancio dell'attività espositiva promossa dalla Pinacoteca, con l'esposizione delle opere acquisite nel corso degli anni precedenti e la pubblicazione del secondo catalogo della collezione contemporanea, per sua natura definita in progress . Dal 1995 riprendono a pieno ritmo le mostre temporanee: a riprova "di come la politica di ampliamento sia divenuta una pratica sistematica e standard nella gestione dell'istituzione museale" anche gli atti amministrativi - con cadenza semestrale - sanciscono gli incrementi patrimoniali e l'inserimento delle opere acquisite negli inventari patrimoniali della Pinacoteca. Negli ultimi anni - conclude Marcella Culatti - "le esposizioni tendono a concentrarsi sempre più sulla produzione recente dell'artista protagonista, ma i linguaggi artistici esemplificati risultano coprire una gamma vastissima ed essere di genere molto diversi gli uni dagli altri. Unica matrice comune, unica volontà a capo di scelte così pluralistiche, pare quella di voler dare spazio ad ogni tipo di voce, a tutta la gamma di linguaggi con cui si esprime l'arte contemporanea".

Tesi e musei - pag. 13 [2001 - N.10]

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