Riapre il Museo "Francesco Baracca"

A due anni dalla chiusura il Museo, dopo gli interventi di ristrutturazione, si presenta con una superficie espositiva raddoppiata che permetterà di accogliere tutti i cimeli storici riferiti all'eroe lughese che finora si trovavano dispersi in altre sedi

Daniele Serafini - Servizio Cultura del Comune di Lugo

Dopo due anni di chiusura per lavori di ristrutturazione riapre nel mese di maggio a Lugo il Museo "Francesco Baracca". I lavori hanno consentito di consolidare l'edificio, in particolare il tetto e la facciata, e di abbattere le barriere architettoniche, mediante la messa in opera di un ascensore che collega i tre piani del palazzo, riedificato in stile liberty agli inizi del Novecento. Questo intervento raddoppia la superficie espositiva del museo che potrà finalmente ospitare un numero significativo di cimeli, arredi, documenti: un ricco patrimonio che dal 1924 al 1990 era stato collocato nelle precedente sede museale all'ingresso della Rocca estense e che con il trasferimento del 1993 a Casa Baracca (casa natale dell'Asso dell'Aviazione) non aveva potuto trovare adeguata sistemazione. Il nuovo allestimento conferma la centralità dello SPAD VII S 2489 (a cui il cantautore Francesco De Gregori ha dedicato un bel brano nel suo ultimo album "Amore nel pomeriggio"), l'aereo di fabbricazione francese (1917) restaurato nel '93 con un intervento di tipo filologico, posizionato nella sala alla destra dell'androne d'accesso in modo da evocare l'idea del volo. Lo SPAD VII rappresenta senza dubbio un inestimabile cimelio tecnologico dell'aviazione mondiale, essendo uno dei pochi esemplari che si possono ammirare, oltre a quelli presenti al Museo di Vigna di Valle nei pressi di Roma e al Musée de l'Air et de l'Espace di Parigi. L'allestimento prevede una sezione documentaria dedicata agli albori dell'aviazione, di cui Baracca è stato uno dei pionieri; una sala riservata alla dimensione privata dell'eroe con la ricostruzione della camera da letto e la presentazione di alcuni effetti personali; una stanza che documenta medaglie, attestati, riconoscimenti ricevuti nel periodo che va dal '15 al '18; una sezione incentrata sulla formazione e persistenza del "mito" di Baracca, attraverso lettere, giornali, pubblicazioni, oltre ad un filmato realizzato in collaborazione con Union Comunicazione e ad una postazione da cui sarà possibile navigare nel nuovo sito Web del museo (ricchissimo di notizie, immagini, materiali e di link con i più importanti musei dell'aviazione al mondo), che verrà presentato in occasione dell'inaugurazione prevista per la prima metà di maggio. Sono inoltre in corso contatti con la Scuderia Ferrari al fine di poter collocare nel museo una delle vetture di Maranello, in modo da sottolineare il legame, ampiamente documentato attraverso la storia del cavallino rampante, tra la famiglia Baracca ed Enzo Ferrari e tra due diverse epoche dell'avventura tecnologica del secolo scorso. L'imminente riapertura del museo coincide con una forte ripresa di interesse sulla figura di Francesco Baracca. Negli ultimi mesi sono infatti usciti vari servizi giornalistici su riviste italiane e straniere, favoriti anche dalla vittoria della Ferrari nel Mondiale di Formula Uno. Il monumento a lui dedicato (1936), opera dello scultore faentino Domenico Rambelli, è stato al centro di un programma televisivo andato in onda su RAI 3. Recentemente, infine, due studiosi genovesi, Irene Guerrini e Marco Pluviano, hanno dato alla stampe un bel libro Francesco Baracca, una vita al volo. Guerra e privato di un mito dell'aviazione (edizioni Paolo Gaspari, Udine, 2000), frutto di una ricerca decennale, che indaga sapientemente sulla nascita dell'ideale del "cavaliere del cielo" a partire dagli inizi della sua folgorante carriera sino alla morte durante la battaglia del Piave il 19 giugno 1918.

La pagina del conservatore - pag. 11 [2001 - N.10]

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