La sfida della digitalizzazione del patrimonio culturale europeo

Una sintesi dell'intervento tenuto il 2 ottobre al convegno "Il riuso dei contenuti digitali dei beni culturali"

Giuseppe Abbamonte - Direttore Media e dati DG CONECT Commissione Europea

Il digitale è fonte di nuova vitalità per il nostro patrimonio culturale. Grazie alla digitalizzazione sono sviluppati nuovi strumenti di cura, preservazione e restauro del patrimonio. Il digitale amplifica inoltre le opportunità di accesso e di utilizzo dei beni culturali.
Uno degli aspetti più affascinanti offerto dalle tecnologie digitali è la possibilità d'interazione. Digitalizzare una collezione non significa soltanto riprodurla, ma anche permettere nuove possibilità di studio, scambio di opinioni, e coinvolgimento dei cittadini. La digitalizzazione permette di adattare con più efficacia i contenuti storici e culturali alle sensibilità e ai bisogni di oggi. Ciò è particolarmente interessante per settori quali il turismo, l'educazione e il tempo libero. Grazie ad essa, tutti possono avere accesso a contenuti culturali, senza limiti di spazio o di tempo. Non solo, ognuno di noi può generare, riutilizzare e valorizzare le collezioni culturali disponibili in rete attraverso la condivisione delle proprie conoscenze ed esperienze. Le implicazioni socio-culturali di un accesso più ampio al patrimonio culturale sono significative.
La Commissione Europea promuove la digitalizzazione, il libero accesso e il riutilizzo dei contenuti culturali, anche attraverso il finanziamento di progetti di ricerca e innovazione. La Commissione finanzia inoltre Europeana, il portale europeo della cultura. Si tratta di uno spazio virtuale che offre una visione d'insieme sulla cultura europea attraverso i secoli. Grazie ai fondi del programma europeo CEF (Connecting Europe Facility), Europeana andrà oltre la sua funzione di punto di accesso ai contenuti digitali di musei, archivi e biblioteche europee. Diventerà infatti una piattaforma con servizi specializzati per istituzioni, creatori di contenuti e per tutti gli amanti della cultura. Una piattaforma che offrirà a tutti la possibilità di conoscere e vivere la cultura dei paesi europei, che fornirà supporto alle istituzioni culturali che intendono mettere a disposizione i loro contenuti e aiutare le industrie creative a sviluppare prodotti culturali.
I contenuti accessibili attraverso Europeana devono aumentare. È difficile capire e giustificare perché, ancora oggi, molti importanti musei, gallerie, biblioteche e archivi non abbiano messo a disposizione i loro contenuti digitali attraverso il portale. Le istituzioni culturali che l'hanno già fatto hanno beneficiato di un aumento di visibilità e del potenziale numero di visitatori virtuali e fisici. Queste istituzioni hanno capito che il patrimonio digitale rappresenta un universo straordinariamente dinamico e interattivo. Le loro collezioni digitali sono gratuite e aperte a chiunque. Le opere sono presentate in un modo innovativo. È possibile consultare fonti diverse allo stesso tempo. Si possono ottenere informazioni su opere della stessa epoca presenti in paesi diversi e scoprire nuovi capolavori. Si possono aggiungere immagini, utilizzarle in modo creativo, creare mostre personali e condividere storie su blog interattivi. Mi rammarico del fatto che l'Italia non sia all'avanguardia nello sforzo di digitalizzazione del patrimonio culturale. L'Italia è il paese con il maggior numero di siti dichiarati dall'UNESCO patrimonio dell'umanità e che ospita la metà delle opere d'arte del mondo. Tuttavia solo il 10% del nostro patrimonio è stato digitalizzato e solo una piccola parte di esso è accessibile via Europeana. Inoltre, la qualità delle immagini digitali non è sempre alta. Eppure, il potenziale - anche economico - della digitalizzazione del patrimonio culturale è evidente. L'Italia è la quinta destinazione turistica a livello mondiale. I dati confermano che il turismo culturale rappresenta circa il 40% dell'intero settore. La digitalizzazione e le tecnologie digitali - come realtà virtuale, 3D, musei interattivi - possono attrarre nuovi visitatori nei musei e luoghi culturali, permettendo di scoprire tesori culturali nascosti, magari lontani dalle destinazioni turistiche più popolari.    
Tutte le istituzioni culturali italiane dovrebbero perciò riconoscere nella digitalizzazione una grande opportunità. La digitalizzazione di opere culturali dovrebbe essere una delle attività centrali di tali istituzioni. Il potenziale che ne deriva in termini di visitatori disposti a vedere le opere dal vivo non va sprecato. Questo è del resto uno dei messaggi-chiave nella Presidenza italiana dell'UE in ambito culturale, che condivido appieno.
È chiaro che la digitalizzazione e l'acquisizione di nuove tecnologie hanno un costo non indifferente. Di fronte a tale sfida, gli istituti culturali si trovano a sperimentare nuove modalità di finanziamento. Il crowdsourcing e la sponsorizzazione hanno riscontrato successo nel campo delle attività di restauro o nell'organizzazione di mostre. Grazie alla generosità di società come Philips e di Telefonica, il Rijksmuseum di Amsterdam e la Biblioteca Digitale Nazionale Spagnola sono riusciti a offrire online le loro collezioni digitali. Anche l'Europa fa la sua parte. Grazie ai fondi strutturali europei, la digitalizzazione del patrimonio culturale ha fatto progressi in alcune regioni italiane, oltre che in paesi come la Lituania, la Grecia e la Slovacchia.
L'avvento del digitale ridefinisce il ruolo e le modalità di essere custodi del patrimonio culturale. È nostro dovere avvicinare sempre più persone al patrimonio culturale europeo italiano. Le istituzioni culturali europee e italiane debbono pertanto attivarsi maggiormente per sfruttare le opportunità offerte in tale senso dal mondo digitale, come Europeana. Un accesso più ampio alla cultura e maggiore visibilità per il patrimonio culturale europeo sono del resto gli obiettivi-chiave che devono guidare il nostro lavoro, sia nel mondo analogico che in quello digitale.


Le opinioni espresse dall'Autore sono a titolo personale e non rappresentano necessariamente quelle della Commissione


Appunti dai convegni - pag. 16 [2014 - N.51]

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