Musei e paesaggi culturali

La 24a Conferenza Generale ICOM in programma a Milano nel 2016 verterà su un tema strategico, da condividere anche in ambito MAB e associazionistico

Daniele Jalla - Responsabile Programma culturale Milano 2016 "Musei e paesaggi culturali"

Nel 2009, nel presentare la candidatura di Milano alla Conferenza Generale dell'ICOM per il 2013, che ha poi avuto luogo a Rio de Janeiro in Brasile, illustravamo così la nostra proposta per il suo tema:
"Musei e paesaggio culturale è un tema strategico che si colloca al cuore stesso della visione strategica di ICOM. Perché individua come i musei possono contribuire all'obiettivo di far sì che l'importanza del patrimonio naturale e culturale sia universalmente riconosciuta.
Il paesaggio è - secondo la Conferenza europea di Firenze del 2000 - una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. In questo senso il paesaggio è - allo stesso tempo - parte del patrimonio, il contesto entro cui si inscrivono i musei ed esso stesso un patrimonio da conservare, interpretare e gestire. A chi affidare, nella società contemporanea, la responsabilità primaria del patrimonio? Quale istituzione può assicurarne la conoscenza, la conservazione, la comunicazione, meglio che i musei? Per i musei, aprirsi al paesaggio e al patrimonio che li circonda, significa impegnarsi rispetto al patrimonio contemporaneo. Partendo dalla molteplicità degli approcci esistenti e adottando modelli nuovi in una società che cambia. Un impegno scientifico e culturale in primo luogo, ma anche istituzionale e politico. Per i musei e i professionisti museali in un quadro di convergenza con tutti professionisti e tutte le istituzioni del patrimonio. È una sfida: museologica perché propone una nuova forma di museo; museografica perché impone nuove forme d'interpretazione del patrimonio. E deontologica in quanto definisce nuove responsabilità per i musei e per i professionisti del patrimonio. Che riconosce ai musei il ruolo di centro propulsore di tutte le azioni patrimoniali, stimolando la nostra capacità di declinare in modo innovativo la nostra visione strategica".
Come far sì che questo tema si trovi al centro della nostra riflessione strategica, coinvolgendo non solo tutte le associazioni museali italiane, ma anche gli archivi e le biblioteche - nel quadro del MAB - e tutte le molte altre associazioni attive nel campo dell'ambiente e del paesaggio (a partire dal FAI e da Italia Nostra con cui abbiamo già stretti rapporti)?
Tra la fine del 2013 e il luglio 2016, abbiamo più di 30 mesi per prepararci ad accogliere i nostri colleghi di tutto il mondo presentando loro non solo un'approfondita riflessione sul tema del rapporto fra musei e paesaggi culturali, ma concrete esperienze di una sua declinazione da parte di quanti musei vorranno e potranno impegnarsi, dentro e fuori le loro mura.
Due anni e mezzo possono sembrare tanto, ma non lo sono affatto se vogliamo far sì che si arrivi a proporre il maggior numero di iniziative attorno al tema dei musei e dei paesaggi culturali volte a costituire una carta di presentazione dell'Italia e dei suoi musei non solo durante la Conferenza generale e nelle settimane precedenti e successive, ma in una prospettiva di più lungo periodo e soprattutto non solo a Milano e in Lombardia, ma in tutte le regioni italiane. Ci sembra infatti che la sfida di passare dalla teoria alla pratica sia tutt'altro che semplice e richieda una mobilitazione di intelligenze ed energie, di fantasia e creatività, di collaborazioni e di risorse, umane e finanziarie, tutt'altro che indifferente. Per questo, già a partire dai prossimi mesi, dobbiamo mettere a fuoco, a livello nazionale e regionale, il programma di lavoro per il 2014 e per il 2015, nella forma più partecipata e aperta possibile.
Il confronto teorico
In primo luogo ci sembra necessario mettere ben a fuoco cosa intendiamo quando parliamo di "paesaggi culturali" e di un'implicazione e responsabilità dei musei nella loro tutela e valorizzazione. Sia in un caso sia nell'altro ci sembra che la riflessione che abbiamo alle spalle sia così vasta e articolata da suggerire di rifarci alle molte elaborazioni già esistenti, con l'obiettivo di porre a disposizione di tutti una selezione di testi, documenti, proposte che possano aiutarci ad avviare il confronto attuale sulle solide base del molto che è stato pensato, scritto e fatto.
Un censimento delle buone pratiche
Una seconda direzione di lavoro è individuare i musei che si sono occupati e si occupano attivamente di paesaggio o che hanno promosso in tempi recenti interventi, mostre, percorsi attività legate al paesaggio culturale, includendo in questa indagine le molte esperienze legate - in senso più lato - al "territorio", un termine che spesso ha compreso in sé anche quanto in questo contesto, indichiamo come "paesaggio culturale". È questo un compito che spetta in primo luogo ai Coordinamenti regionali e che dovrebbe portare alla redazione di brevi schede sulla natura dell'istituzione coinvolta e sulle sue attività in vista della creazione di una sorta di catalogo delle "buone pratiche" in tema di musei e paesaggio culturale.
La dimensione internazionale
Tanto sul piano teorico quanto su quello normativo e operativo è bene che il confronto nazionale si allarghi quanto prima a un dibattito internazionale che coinvolga i Comitati nazionali e internazionali dell'ICOM, affinché il tema della Conferenza generale sia da loro condiviso già a partire dal 2014 ed entri, se possibile, nella programmazione delle loro attività dei prossimi anni. Per questo è necessario che la partecipazione al Convegno di Firenze dell'anno prossimo coinvolga anche rappresentanti ed esponenti dei Comitati nazionali europei, allargandola per quanto possibile a tutti i paesi possibili, lavorando al tempo stesso a cercare di conoscere e capire quali concezioni di paesaggio e di rapporto tra musei e paesaggio culturale siano presenti in ambiti culturali anche molto diversi dal nostro.
Ci sembra che questo sforzo di comprensione sia la premessa indispensabile per far sì che tutti i partecipanti della Conferenza trovino non solo un contesto in cui il suo tema è declinato teoricamente e operativamente, ma anche i mezzi necessari a rapportarlo alla loro situazione, se possibile ben prima della loro venuta in Italia. Lo stesso impegno va sviluppato all'interno dei Comitati internazionali, chiedendo ai nostri iscritti di farsi portatori - già nel 2014 - di proposte dirette a far sì che il tema della Conferenza sia ripreso sotto le più diverse angolature nelle sessioni di lavoro di tutti Comitati. L'allargamento internazionale è compito in primo luogo del Consiglio direttivo e della Presidenza di ICOM Italia, con il contributo attivo dei presidenti e membri italiani dei board dei Comitati internazionali. Centrale è inoltre il rapporto con l'UNESCO (è importante ricordare che il Comitato nazionale italiano dell'UNESCO ha promosso con noi la Candidatura ad organizzare ICOM Milano 2016) e con le altre organizzazioni internazionali e in particolare con l'ICOMOS.
La dimensione operativa
Il tema della Conferenza generale non è certo un tema nuovo per l'Italia. Investe un nodo cruciale per un paese in cui, tranne rarissime eccezioni, i musei hanno un'indiscutibile radice e dimensione "territoriale": non importa se civici o statali, ecclesiastici o privati, i nostri musei hanno origine e si alimentano dei beni che provengono da un contesto che è comunque di prossimità, ne rispecchiano la storia e le tradizioni e da questo stretto rapporto con i luoghi di provenienza delle loro collezioni traggono la loro identità e forza.
La questione del rapporto con il contesto e il territorio di appartenenza e di riferimento, con il patrimonio a cielo aperto e con la comunità connotano l'intero dibattito museologico e museografico dall'Unità a oggi. Lo stesso avviene sul terreno della visione e dell'esercizio tutela del patrimonio culturale, la cui separatezza tanto rispetto alle logiche della pianificazione territoriale e urbanistica, quanto rispetto al ruolo assegnato ai musei, gli archivi, le biblioteche, gli istituti culturali è stato oggetto di ricorrenti dibattiti e di numerosi quanto inutili tentativi di integrazione, concettuale e operativa. Senza approfondire in questa sede questo vasto retroterra, non possiamo non citare da un lato gli standard museali, con il loro ottavo ambito dedicato a "musei e territorio" e, dall'altro, l'impegno di ICOM Italia nell'ultimo decennio nel cercare di affermare la proposta di un nuovo modello di "tutela attiva" che assegnasse ai musei il ruolo di presidi nel suo esercizio nel quadro di un sistema "museo-centrico" quanto a responsabilità e "museo-eccentrico" quanto a raggio di competenze e azioni.
Il dibattito e il confronto ci sono stati ma, come in stagioni precedenti - segnatamente dagli anni Sessanta-Settanta in poi - le realizzazioni sono state poche ed effimere, ponendoci di fronte al problema di capire perché il "modello Italia" di gestione e tutela del patrimonio culturale sia così difficile da riformare, concettualmente prima ancora che sul piano normativo e operativo.
La principale posta in gioco di Milano 2016 diventa allora quella di tentare di affermare quella di un museo responsabile del territorio, del patrimonio presente oltre i suoi muri, del contesto che lo circonda, del paesaggio culturale in cui è immerso. Passando dalle parole ai fatti, dai dibattiti alle proposte, ai progetti, agli interventi. Le possibilità sono infinite e, con l'obiettivo di Milano 2016 possiamo provare a misurarci con questa sfida, costruendo "dal basso" un programma diffuso in tutto il territorio nazionale, articolato regionalmente e localmente, stabilendo nuove collaborazioni e partenariati, dentro e fuori il mondo dei musei e del patrimonio culturale, di valorizzazione dei paesaggi culturali del nostro paese che può e deve diventare un progetto "politico" che coinvolga, oltre le associazioni dei professionisti del patrimonio, le istituzioni, il mondo imprenditoriale e quello turistico.

La pagina di ICOM Italia - pag. 6 [2013 - N.48]

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