Accessibilità museale: una questione culturale

La Commissione tematica di ICOM  Italia mette in rete buone pratiche e strumenti operativi per promuovere una fruizione ampliata della cultura

Dario Scarpanti - Coordinatore Commissione Accessibilità museale

Il 31 maggio e il 1 giugno scorsi, i temi dell'accessibilità culturale e, quindi, museale sono stati dibattuti in un incontro a Napoli, presso la Basilica di Santa Maria Maggiore detta la Pietrasanta. Già il solo titolo del convegno, "Accessibilità e valorizzazione dei beni culturali: politiche strumenti e progetti innovativi", ha aperto la possibilità di discutere a vasto raggio concetti e soluzioni, filosofia e pratica, sui temi dell'accessibilità. L'incontro è stato promosso dall'Associazione Pietrasanta Polo Culturale, che racchiude in sé imprenditori del posto, istituzioni quali l'Università di Siena, persone che hanno fatto e fanno della fruizione ampliata alla cultura il loro punto di partenza operativo.
Per ICOM Italia dare il patrocinio a questa manifestazione è stata una scelta "di campo": ICOM è, sempre, dalla parte di chi promuove cultura, diritto, integrazione tra soggetti - o, meglio, tra persone - fruizione e accesso alla comune proprietà del bene comune.
Nello scenario, magnifico e imponente, della Basilica si è dibattuto il tema dell'accessibilità, declinandolo in molte diverse sfaccettature. E questo è stato il punto di forza dell'incontro: non circoscrivere o limitare la scelta dei relatori e del tema a un solo aspetto, ma far "assaggiare" le potenzialità che la resa accessibile di un "monumento" tale può dare. E così, accessibilità diviene vedere uno spettacolo teatrale a occhi chiusi o ascoltare un concerto con le orecchie tappate (si può fare: "Staje perdenne e' sensi" è il titolo, inequivocabile, dell'esperienza); passeggiare a 35 metri sotto terra immaginando il percorso da costruire per alcune macchinine elettriche; ascoltare Fabrizio Vescovo che parla di diritto a far cose belle (questa è la sintesi)!
Accessibilità diviene l'incontro fra persone; certo, messe insieme su un tema. Ma che sfruttano il tema per legare quel che in altro luogo vengono definite le "sensibilità", qui la voglia di esserci, di fare, di raccontare e, soprattutto, di ascoltare. E questa è, ancora, la sintesi.
Chi ha organizzato il convegno, evidentemente, è lo stesso soggetto che si è messo in testa che la Basilica di Pietrasanta debba divenire un esempio di buona pratica. E passo dopo passo, come fa chi ha in testa la meta cui giungere, ci arriva. Sembra dire: noi ci siamo; e anche, ci divertiamo a esserci: ancora una sintesi!
Il convegno ha raccontato esperienza italiane, anche molto diverse tra loro: il festival Soundmaker di Lecce, che non nasce come esperienza sull'accessibilità ma che ci diventa e ne fa un punto di forza; il Laboratorio Accessibilità Universale dell'Università degli Studi di Siena; il lavoro nascosto e dietro le quinte che fanno le Istituzioni, dal MiBAC al Demanio, alla Regione e al Comune; dalle Università agli altri centri di esposizione e di ricerca. Ha mostrato quel che avviene in Europa, con il racconto dei lavori fatti nel Castello di Veauce, in Francia, e, più in generale, esponendo quella che è la matrice ideale dei progetti di Design for All. Ha dato spazio a giovani professionisti che, sempre e comunque ci provano, con idee fresche, a dare nuovi input.
In questa congerie di racconti, la Commissione tematica Accessibilità museale di ICOM Italia si è sentita "a casa". La Commissione è stata aperta nel 2007 e fin da subito ha cercato di sviluppare sistemi di comprensione dei rapporti che intercorrono tra le strutture espositive e i pubblici, prendendo come paradigma le persone con disabilità: riuscire ad interagire costruttivamente con l'altro, con ogni altro, significa realizzare quei punti programmatici sottolineati dal codice Etico Professionale dell'ICOM: "Il Museo è un'istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. È aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell'umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto".
Vuole provare a essere una Commissione di servizio per chi i musei li fa (a diverso titolo) e per chi va ai musei; vuole provare a mettere in rete le buone pratiche e insieme dare alcuni strumenti, legislativi e operativi (e, se ci si riesce, anche "ideali"); intende mettere dubbi a quanti fanno della certezza del proprio lavoro l'unica esclusiva misura (e a tutti noi, almeno ogni tanto, capita di sentirci super partes: ecco, il lavoro più grande che la Commissione fa sui propri soci e, poi, su chi si accosta ai lavori è proprio questo, l'istillazione del dubbio).
Per ulteriori informazioni: www.icom-italia.org; accessibilità@icom-italia.org

La pagina di ICOM Italia - pag. 6 [2013 - N.47]

[indietro]