Stanze di ceramica

Il MIC di Faenza inaugura una nuova sezione permanente dedicata alla ceramiche usata in architettura

Valentina Mazzotti - Conservatore Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza

L'utilizzo della ceramica in architettura ha origini antichissime e già presso le civiltà mesopotamiche e dell'antico Egitto le pareti di importanti complessi monumentali furono ornate da mattoni e piastrelle smaltate in vari colori. A questo gusto per il cromatismo in campo architettonico attinse poi pienamente il mondo islamico, che fece un uso estensivo delle mattonelle in mausolei, moschee, scuole coraniche e residenze signorili, conseguendo esiti di raffinato decorativismo negli esemplari persiani a lustro del XIII-XIV secolo e nelle mattonelle ottomane di Iznik (antica Nicea) del XVI-XVII secolo. Sulla scia della conquista araba dell'Occidente questo apprezzamento per i rivestimenti smaltati e invetriati si diffuse nei Paesi affacciati sul Mediterraneo, Maghreb e Spagna dapprima, per poi espandersi nel nord Europa. La mediazione della Spagna moresca fu decisiva per l'introduzione di tale gusto anche nella penisola italiana a partire dal XIII secolo. Tra il XV e il XVI secolo molte cappelle private di edifici di culto e studioli di palazzi nobiliari furono pavimentati con mattonelle in maiolica, mentre più contenuto fu l'impiego dei mattoni nei soffitti (è il caso della chiesa di San Donato a Castelli). Nel corso del Seicento e soprattutto del Settecento porzioni sempre più estese di superfici pavimentali e parietali si ricoprirono di elaborate composizioni "a tappeto", specie in ambito campano e siciliano. Tale fenomeno subì un notevolissimo incremento con l'introduzione dei mezzi meccanici e dei processi industriali nella produzione delle piastrelle. Tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo il cosiddetto periodo Liberty vide un pullulare di iniziative legate alla produzione di piastrelle decorative fabbricate industrialmente secondo i dettami del gusto "floreale". Dalla fine degli anni Venti del Novecento poi la mattonella superò il discorso strettamente ornamentale e decorativo per divenire mezzo e supporto artistico (come nel caso di Arturo Martini o degli stessi futuristi). Con Gio Ponti, già dalle prime Triennali milanesi, si propose il concetto di rivestimento di interni ed esterni funzionale all'architettura (intesa come "arte massima"). Il secondo dopoguerra vide una vera e propria esplosione della produzione industriale, in linea con una nuova progettualità architettonica, per cui la piastrella divenne strumento della ricostruzione ed elemento di diffusione popolare.
Per illustrare questo articolato excursus storico che attraversa molti secoli dell'arte ceramica è stata allestita presso il MIC una nuova sezione permanente dedicata ai "Pavimenti e rivestimenti ceramici tra Occidente e Oriente dal Medioevo all'età contemporanea". Accanto a pregevolissime mattonelle dell'Iran del XIII-XIV secolo, della Turchia ottomana del XVI-XVII secolo e del Maghreb, che forniscono una panoramica del Vicino e Medio Oriente, è ampiamente testimoniata l'evoluzione dei rivestimenti ceramici pavimentali e parietali in Italia dal Medioevo al XIX secolo, completando il contesto europeo con interessanti esemplari della Spagna, della Francia e dell'Olanda e con una limitata ma rappresentativa selezione di mattonelle da stufa altoatesine. Ampio spazio è dedicato anche all'evoluzione della piastrella nel corso del Novecento fino alla piena affermazione industriale.
La sezione si compone di mattonelle e piastrelle smaltate e invetriate da rivestimento parietale e pavimentale, con un ristretto numero di ceramiche ad altro uso architettonico (tegole, mattonelle da stufa, mattoni) o decorativo anche con fini devozionali (pannelli con figure e vedute). Oltre ai singoli manufatti, sono allestite, ove possibile, composizioni di mattonelle di un medesimo contesto per fornire un'idea degli impiantiti originari, spesso perduti. La scelta in taluni casi di affiancare alle mattonelle esemplari di vasellame consente di testimoniare la condivisione dei medesimi motivi decorativi e stilistici su differenti supporti ceramici.
Gli ausili didattici (quali didascalie e pannelli illustrativi) a supporto della visita forniscono essenziali indicazioni di inquadramento dei manufatti esposti, necessariamente numerosi per focalizzare le specificità tipologiche e funzionali espresse dalle varie culture. Il duplice ordinamento geografico e cronologico dell'esposizione consente di focalizzare l'evoluzione tecnico-stilistica delle mattonelle e delle piastrelle attraverso i secoli e di cogliere le reciproche affinità e influenze tra Occidente e Oriente.

Speciale Allestimenti Museali - pag. 13 [2013 - N.46]

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