Appello "Ripartire dalla Cultura"

Cinque priorità e dieci obiettivi per guardare al futuro, promossi da ICOM e da altre associazioni culturali italiane
I promotori e i firmatari del presente appello chiedono a chi dovrà governare l'Italia impegni programmatici per il rilancio della cultura intesa come promozione della produzione creativa e della fruizione culturale, tutela e valorizzazione del patrimonio, sostegno all'istruzione, all'educazione permanente, alla ricerca scientifica, centralità della conoscenza, valorizzazione delle capacità e delle competenze.
La crisi economica e la conseguente riduzione dei finanziamenti stanno mettendo a dura prova l'esistenza di molte istituzioni culturali, con gravi conseguenze sui servizi resi ai cittadini, sulle condizioni di lavoro e sul futuro di molti giovani. Questa situazione congiunturale è aggravata dalla crisi di consenso che colpisce la cultura, che una parte notevole della classe dirigente - pur dichiarando il contrario - di fatto considera un orpello inattuale, non elemento essenziale di una coscienza civica fondata sui valori della partecipazione informata, dell'approfondimento, del pensiero critico.
Noi rifiutiamo l'idea che la cultura sia un costo improduttivo da tagliare in nome di un malinteso concetto di risparmio. Al contrario, crediamo fermamente che il futuro dell'Italia dipenda dalla centralità accordata all'investimento culturale, da concretizzare attraverso strategie di ampio respiro accompagnate da interventi di modernizzazione e semplificazione burocratica. La nostra identità nazionale si fonda indissolubilmente su un'eredità culturale unica al mondo, che non appartiene a un passato da celebrare ma è un elemento essenziale per vivere il presente e preparare un futuro di prosperità economica e sociale, fondato sulla capacità di produrre nuova conoscenza e innovazione più che sullo sfruttamento del turismo culturale.
Ripartire dalla cultura significa creare le condizioni per una reale sussidiarietà fra stato e autonomie locali, fra settore pubblico e terzo settore, fra investimento pubblico e intervento privato. Guardare al futuro significa credere nel valore pubblico della cultura, nella sua capacità di produrre senso e comprensione del presente per l'avvio di un radicale disegno di modernizzazione del nostro Paese.
Per queste ragioni chiediamo che l'azione del Governo e del Parlamento nella prossima legislatura, quale che sia la maggioranza decisa dagli elettori, si orienti all'attuazione delle seguenti priorità:
• puntare sulla centralità delle competenze;
• promuovere e riconoscere il lavoro giovanile nella cultura;
• investire sugli istituti culturali, sulla creatività e sull'innovazione;
• modernizzare la gestione dei beni culturali;
• avviare politiche fiscali a sostegno dell'attività culturale.
I promotori e i firmatari del presente appello chiedono di sottoscrivere i dieci obiettivi seguenti, che dovranno caratterizzare il lavoro del prossimo Parlamento e l'azione del prossimo Governo.
1. Riportare i finanziamenti per le attività e per gli istituti culturali, per il sistema dell'educazione e della ricerca ai livelli della media comunitaria in rapporto al PIL.
2. Dare vita a una strategia nazionale per la lettura che valorizzi il ruolo della produzione editoriale di qualità, della scuola, delle biblioteche, delle librerie indipendenti, sviluppando azioni specifiche per ridurre il divario fra nord e sud d'Italia.
3. Incrementare i processi di valutazione della qualità della ricerca e della didattica in ogni ordine scolastico, riconoscendo il merito e sanzionando l'incompetenza, l'inefficienza e le pratiche clientelari.
4. Promuovere sgravi fiscali per le assunzioni di giovani laureati in ambito culturale e creare un sistema di accreditamento e di qualificazione professionale che eviti l'immissione nei ruoli di personale non in possesso di specifici requisiti di competenza.
5. Promuovere la creazione di istituzioni culturali permanenti anche nelle aree del paese che ne sono prive - in particolare nelle regioni meridionali, dove permane un grave svantaggio di opportunità - attraverso programmi strutturali di finanziamento che mettano pienamente a frutto le risorse comunitarie; incentivare formule innovative per la loro gestione attraverso il sostegno all'imprenditoria giovanile.
6. Realizzare la cooperazione, favorire il coordinamento funzionale e la progettualità integrata fra livelli istituzionali che hanno giurisdizione sui beni culturali.
7. Ripensare le funzioni del MiBAC individuando quelle realmente "nazionali", cioè indispensabili al funzionamento del complesso sistema della produzione, della tutela e della valorizzazione dei beni culturali, per concentrare su di esse le risorse disponibili. Riorganizzare e snellire la struttura burocratica del ministero.
8. Inserire la digitalizzazione del patrimonio culturale fra gli obiettivi dell'agenda digitale italiana.
9. Riconoscere l'insegnamento delle discipline artistiche e musicali tra le materie curriculari dell'insegnamento scolastico nelle primarie e secondarie e sviluppare un sistema nazionale di orchestre e cori giovanili e infantili.
10. Prevedere una fiscalità di vantaggio, compreso forme di tax credit, per l'investimento privato e per l'attività del volontariato organizzato e del settore no profit a sostegno della cultura.
La versione integrale dell'appello è disponibile su: www.ripartiredallacultura.it

La pagina di ICOM Italia - pag. 6 [2013 - N.46]

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