Un atlante per i beni archeologici della provincia di Ravenna

Pubblicato il primo volume di un importante strumento scientifico curato dall'Università di Bologna grazie al sostegno della Provincia di Ravenna

Andrea Augenti - Docente di Acheologia medievale - Università di Bologna

Ormai lo sappiamo bene: i nostri beni culturali sono molti, nonostante i crolli, i furti e le altre sciagure che continuano a susseguirsi; talmente tanti che la formula ideata da Andreina Ricci, "i mali dell'abbondanza", definisce perfettamente la situazione: l'abbondanza delle testimonianze del passato che abbiamo ricevuto in eredità ci ha quasi paralizzati, ha scoraggiato in molte maniere il ricorso alla dovuta attenzione nei loro confronti. Insomma: ci ha resi manchevoli. Ricordiamo almeno due tra le più importanti nostre manchevolezze, allora. Innanzitutto, la pretesa che i monumenti parlino da soli. Nelle città italiane - e ancora di più nelle campagne - capita molto raramente di trovare un edificio o un rudere spiegato da una sia pur piccola guida, aggiornata e redatta in maniera intelligente, e da adeguati pannelli esplicativi, magari corredati di ricostruzioni grafiche. E così il visitatore recepisce soltanto una minima parte del racconto storico che quella finestra aperta sul passato poteva offrirgli. In poche parole, si perdono in un colpo solo la complessità e la profondità della storia.

La seconda manchevolezza di cui siamo colpevoli è forse ancora più sostanziale. A 150 anni dalla nascita della nazione, siamo ancora privi di un catalogo completo dei beni culturali. I mali dell'abbondanza: gli elementi da catalogare sono troppi e di natura troppo diversa: dai quadri alle sculture, dalle ceramiche alle campane, dai ruderi ai monumenti ancora integri di età antica, medievale, barocca ed altro ancora. E allora, da tempo, lo Stato coordina i lavori, grazie all'Istituto del Catalogo (ICCD); e poi sono soprattutto le università, le istituzioni locali (musei), le articolazioni del Ministero sul territorio (prime tra tutte le Soprintendenze) a condurre il discorso di dettaglio, per zone: schedature, atlanti, carte archeologiche. E' però soprattutto a partire dagli anni '90 del secolo scorso che l'attitudine alla schedatura dei siti e alla realizzazione di atlanti archeologici ha cominciato ad raggiungere dimensioni più notevoli e risultati più significativi, grazie all'impiego degli strumenti informatici.

Perciò, dopo aver completato la Carta del Potenziale di Classe abbiamo iniziato a realizzare l'Atlante dei Beni Archeologici della Provincia di Ravenna. L'indagine è stata resa possibile dal sostegno dell'Assessorato alla Cultura della Provincia di Ravenna - che qui voglio ringraziare - e viene ovviamente svolta in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna. L'obbiettivo è il censimento di tutte le testimonianze archeologiche rinvenute nel territorio, in tempi più e meno recenti. Questo volume, però, ad operazione conclusa risulterà diverso dagli altri che seguiranno. Partendo dai nostri interessi specifici, già un primo sguardo mette in luce una carenza notevole: qui, dove il Medioevo ha lasciato un segno davvero indelebile, mancava un censimento esaustivo - su base storica ed archeologica - dei molti monumenti medievali già noti.

Quindi, questi sono i motivi per cui il primo volume dell'Atlante dei Beni Archeologici della Provincia di Ravenna è così concepito: una sezione della schedatura dedicata alle fortificazioni, una alle pievi ed una ai monasteri. Sono i principali monumenti dell'area in età medievale; sono, in un certo senso, la spina dorsale del popolamento e dell'organizzazione territoriale, i punti di riferimento attorno ai quali si articola la vita delle campagne. Successivamente verranno gli altri volumi dell'Atlante, e il quadro potrà essere ricomposto in cartografie di insieme, con tutte le altre categorie di siti archeologici. Tutto questo, ovviamente risponde alle esigenze della ricerca: proprio la sistematicità diventa il primo stimolo per nuove indagini, per sottoporre a verifica determinati problemi di carattere storico. Ma non è tutto, non basta: accanto al tema della ricerca si affianca infatti quello della tutela, un'esigenza che deve essere sentita da tutte le istituzioni che operano sul territorio. Strumenti come questo, è evidente, sono il primo passo verso una tutela sempre più sistematica di monumenti già noti o ancora da identificare sul terreno, ed è anche a partire da questo pensiero che abbiamo iniziato e continueremo il nostro lavoro.


Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 20 [2012 - N.45]

[indietro]