Risk management per le collezioni museali

Una tesi di laurea ha applicato al MAR di Ravenna l'innovativa metodologia in merito alla gestione dei rischi per il patrimonio culturale messa a punto dall'ICCROM

Nadia Ceroni - Conservatore Museo d'Arte della Città di Ravenna

Ancora una volta i recenti avvenimenti su scala italiana hanno palesato la vulnerabilità dell'intero patrimonio culturale, dei monumenti, delle collezioni e dei luoghi dove vengono custoditi i Beni Culturali. L'attuale scenario globale, nazionale e internazionale, impone nuove sfide e integrazioni nel campo della loro conservazione. Problematiche che sollevano importanti interrogativi circa la nostra reazione e il nostro comportamento in tempi duri e di difficili decisioni, mettendo in evidenza la necessità di pianificare e implementare le misure rivolte alla tutela del patrimonio.

E allora, a quale scienza bisogna far riferimento oggi per la ricerca della salvaguardia del nostro patrimonio? O in caso di emergenza, durante un terremoto o un'alluvione, come affrontare calamità naturali le cui ricadute sul patrimonio culturale ed anche sull'ecosistema possono determinare reazioni irreversibili?

Sono queste le problematiche affrontate da Carla Pianese nella sua tesi di laurea intitolata "Risk management per le collezioni museali", Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, Corso di laurea magistrale in Storia e Conservazione delle opere d'arte, relatore Prof. Salvatore Lorusso, anno accademico 2010/2011.

La gestione del rischio è il processo mediante il quale si misura e si stima il rischio. È basato su una sequenza di cinque fasi - 1) stabilire il contesto, 2) identificare, 3) analizzare, 4) valutare, 5) trattare i rischi - dalle quali si sviluppano strategie che possono dare origine a tre esiti differenti: evitare il rischio, ridurne l'effetto negativo, minimizzarne in parte o in toto le conseguenze.

La metodologia, messa a punto dal Centro Internazionale di Studi per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali (ICCROM) in collaborazione con l'Istituto Canadese di Conservazione (CCI) e l'Istituto di Conservazione Olandese (ICN) è stata applicata al Museo d'Arte della Città di Ravenna e rappresenta uno dei primi casi di studio sulla gestione dei rischi in ambito nazionale. La conservazione preventiva, troppo poco considerata in Italia, è invece ampiamente riconosciuta nella maggior parte dei paesi europei come strategia di azione prioritaria e il Risk Management costituisce un approccio interdisciplinare innovativo.

Lo studio ha coinvolto 310 opere della Collezione Antica del MAR, per lo più su tela e tavola, sia esposte permanentemente sia collocate nei depositi.

Dopo aver delineato il contesto economico e gestionale dell'istituzione museale, Carla Pianese ha identificato i possibili rischi a cui sono esposte le opere prese in esame, riflettendo anche sul loro significato storico e identitario. L'applicazione ha dimostrato che attraverso il Risk Management è possibile migliorare le strategie di conservazione delle collezioni museali, purchè l'attenzione sia indirizzata verso la globalità dei manufatti e non al singolo oggetto. Sviluppando opportuni accorgimenti per ridurre i rischi e pianificando l'analisi dei costi-benefici, sarà possibile destinare un'adeguata ripartizione delle proprie risorse nella direzione più efficace per la conservazione.

Lavori scientifici come questo, frutto della costante collaborazione del Museo d'Arte della Città con l'Università di Bologna, arricchiscono il museo, la capacità d'analisi e di conoscenza del patrimonio e di nuovi modelli di gestione.

Le tesi che hanno trattato la storia della struttura architettonica, delle collezioni, degli interventi conservativi, dell'attività espositiva e delle scelte gestionali del MAR sono già più di trenta e sono consultabili presso la Biblioteca d'Arte del museo.


Tesi e musei - pag. 9 [2012 - N.45]

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