Miseria e splendore della carne

Caravaggio, Coubet, Giacometti, Bacon... Giovanni Testori e 500 anni di grande pittura europea in mostra al Mar di Ravenna

Nadia Ceroni - Conservatore Museo d'Arte della Città di Ravenna

Claudio Spadoni, curatore della mostra che rimarrà aperta al Museo d'Arte della città di Ravenna fino al 17 giugno 2012, prosegue nel suo lavoro di ricerca e di restituzione divulgativa della critica d'arte. Negli anni passati le mostre del Mar erano state dedicate a Roberto Longhi, Francesco Arcangeli e Corrado Ricci, riscuotendo un notevole successo di pubblico e di critica.
Questa volta il direttore artistico del Mar ha rivolto la sua attenzione ad uno degli intellettuali più discussi del Novecento italiano: Giovanni Testori (1923-1993), scrittore, drammaturgo, pittore, critico d'arte, poeta, regista, attore. Dal 1952 allievo di Roberto Longhi, risale al 1954 la sua prima opera narrativa "Il dio di Roserio". Negli anni Sessanta, segnati dal sodalizio con Luchino Visconti, Testori raggiunge la notorietà presso il grande pubblico e dalla metà degli anni Settanta prende il posto di Pier Paolo Pasolini come commentatore del Corriere della Sera. Di lui, in più occasioni, si sono occupati, hanno scritto e commentato i suoi diversi lavori - frutto di una personalità vulcanica e laboriosissima - personaggi del calibro di Elio Vittorini, Pier Paolo Pasolini, Piero Citati, Indro Montanelli, Vittorio Sereni, Attilio Bertolucci, Alda Merini, Carlo Bo, Giorgio Bocca e Dario Fo.
"La mostra dedicata a Testori - scrive Spadoni nell'introduzione al catalogo - abbraccia l'arco cronologico enorme di cinque secoli, da Foppa e Gaudenzio fino ai Nuovi Selvaggi, i pittori tedeschi saliti alla ribalta negli anni Ottanta del secolo scorso: le ultime puntate critiche, si può dire, dello studioso, drammaturgo, pittore, opinionista controcorrente del Corriere della Sera".
E, infatti, il percorso della mostra è articolato in diverse sezioni e periodi della storia dell'arte studiati da Testori, a cominciare da Manzù, Matisse, Morlotti; a seguire la pittura di realtà in Lombardia del Cinquecento e del Seicento - fondamentali rimangono gli scritti di Testori per i cataloghi della mostra del Manierismo piemontese e lombardo del Seicento a Torino nel 1955 - e i manieristi. E poi ancora, Caravaggio - con il capolavoro "Ragazzo morso dal ramarro" che la Fondazione Longhi di Firenze ha prestato alla mostra - per approdare, dopo Géricault, Courbet e la Nuova Oggettività tedesca, a Bacon e Giacometti fino a Cucchi e Paladino.
Si è accennato alla restituzione divulgativa del lavoro di Spadoni che si traduce nella volontà di accompagnare il visitatore della mostra nella comprensione più profonda del lavoro di Testori, definito "uomo dalle scelte coraggiose, perfino estreme, sostenute agitando paradossi, clamorosi ossimori, dissacrazioni anche sconcertanti cui corrispondono celebrazioni e riscoperte inattese, magari anche difficilmente sostenibili". Ma questa è la sfida di una divulgazione dell'arte che non vuole omologarsi a scelte facili, forse di più sicuro impatto mediatico, ma lontane deliberatamente dalle convenzioni e dai luoghi comuni che, purtroppo, caratterizzano molte attività espositive.
La mostra, oltre alla collaborazione della Compagnia del Disegno di Milano, gode di un prestigioso comitato scientifico, composto dal curatore e da Marco Antonio Bazzocchi, Andrea Emiliani, Mina Gregori, Antonio Paolucci, Ezio Raimondi e Alain Toubas.
Per i visitatori più piccoli sono disponibili su prenotazione, come ormai abitudine consolidata del museo ravennate, i laboratori didattici; i visitatori adulti possono richiedere visite guidate o partecipare agli appuntamenti settimanali che il museo organizza durante tutto il periodo in cui la mostra rimarrà allestita.
Per ogni informazione: tel. 0544 482017, ufficio.stampa@museocitta.ra.it, www.museocitta.ra.it.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 18 [2012 - N.43]

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