I fiumi raccontano storie

Il Museo di Alfonsine narra le drammatiche vicende vissute dalle nove comunità attraversate dal Senio

Antonietta di Carluccio - Direttrice Museo della Battaglia del Senio di Alfonsine

fiumi raccontano storie di uomini e di città, di paesaggi e di idee. Sono segni sul territorio e determinano legami profondi, anche se talora non subito visibili. Il Senio è un piccolo fiume che attraversa la provincia di Ravenna e neppure raggiunge il mare: si versa, dopo una discesa di meno di cento chilometri, nel Reno. Lungo il suo breve percorso attraversa però numerosi Comuni: Casola Valsenio, Riolo Terme, Castel Bolognese, Solarolo, Lugo, Cotignola, Bagnacavallo, Fusignano e Alfonsine.
Eppure sulle sponde di quel piccolo fiume, negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale, avvennero fatti notevoli. Il Senio finì con l'essere il confine netto e preciso del fronte; rappresentò per quattro lunghissimi mesi, dal dicembre '44 all'aprile '45, il segno di una prima linea sofferta e difficile. Lungo il suo corso, in un inverno disagevole per le condizioni atmosferiche particolarmente difficili, piogge continue, freddo, gelo, si svolsero per molti mesi aspri combattimenti fra i tedeschi e gli alleati, mentre la popolazione civile dovette subire bombardamenti, minamenti, cannoneggiamenti, che si unirono alla fame, al freddo, alla paura. Il Senio fu un confine (come spesso lo sono i fiumi) a lungo invalicabile, che i nazisti in fuga ersero a ultimo baluardo: nonostante fra le sue sponde corrano soltanto poche decine di metri. Ma una volta distrutti i ponti, anche quei pochi metri fra un argine e l'altro diventarono difficili da raggiungere, da attraversare. Servirono ponti Bailey, e battaglie, e lunghe settimane di guerra e di attesa, per arrivare a superare il confine.
A volte, dopo quei mesi, il fiume vide cambiare le comunità che sorgevano ai suoi piedi. Alfonsine ne è l'esempio più emblematico: sorgeva alla destra del Senio, prima del 1945, ma durante quei tragici mesi fu quasi completamente rasa al suolo. E una volta liberata, decise di rinascere del tutto, come nuova, dall'altra parte del fiume: oggi la città vecchia mantiene pochi angoli del passato, mentre il cuore della comunità è nell'ordinato reticolo degli edifici razionalisti progettati dall'architetto Vaccaro per la ricostruzione. Simile fu il livello di distruzione di Cotignola, tanto che un militare inglese, nei suoi diari, disse che il paese era "stato cancellato dalla carta geografica". Cotignola, distrutta e sofferente ma la cui comunità seppe ospitare e salvare numerosi ebrei, come raccantotato nelle pagine di questa stessa rivista.
Lungo il percorso del fiume ogni comunità ha cippi e ricordi, cicatrici ancora evidenti di quei giorni. A Lugo il fiume ricorda i martiri del Senio, i ragazzi che il 26 ottobre del 1944 trovarono la morte. A Fusignano, sul fiume, è ancora viva la memoria del punto nel quale gli uomini della Divisone Cremona, i soldati con il fazzoletto rosso al collo, forzarono le linee e, finalmente, il 10 aprile 1945, iniziò l'avanzata liberatrice per i nostri territori.
Dunque, ogni paese attraversato dal fiume ha una sua storia, e oggi un luogo le ricorda e le racconta tutte: il Museo della Battaglia del Senio di Alfonsine. Fondato nel 1981, il Museo è presto diventato il luogo della storia e delle memoria di quegli avvenimenti, il luogo nel quale convergono le vicende militari, le storie dei civili, le lotte partigiane e le testimonianze del cambiamento, talora drammatico, del territorio. Il Museo racconta la storia attraverso la cartografia militare e le foto aeree - cioè attraverso i reperti militari - ma soprattutto attraverso le memorie, i segni sul territorio, dai cippi ai cimiteri di guerra. E ancor più attraverso gli oggetti della vita quotidiana: addirittura grazie a quegli elementi militari che la vita civile, ripresa in estrema povertà dopo la fine della guerra, seppe riciclare in modi tanto fantasiosi quanto necessari alla sopravvivenza.
Le teche, i documenti, le foto che il Museo contiene sono gli elementi di una storia straordinaria fatta da tante comunità, da tante voci, ognuna con peculiari caratteristiche: da tante voci e anche da tante lingue diverse, visto che questo piccolo fiume ha visto scontrarsi lungo le sue rive giovani armati provenienti da tutti i continenti. È facile pensare che molti di quei ragazzi neozelandesi, polacchi, indiani, tedeschi, canadesi, non avessero mai incontrato prima qualcuno proveniente dall'altra parte del mondo; è triste che questo sia accaduto a causa di una guerra, ed è curioso vedere come ciò sia successo proprio in questo lembo di Romagna, prima di allora patria prevalentemente di contadini e braccianti.
Ma è solo un altro elemento di questo discorso corale, di una storia legata da un filo rosso - il fiume Senio, appunto - che racconta e tiene insieme tutto.

Speciale Musei e acque - pag. 11 [2012 - N.43]

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