Mosaici contemporanei

Quattro decenni di acquisizioni di opere musive al MAR di Ravenna

Sara Andruccioli - CIDM - Mar di Ravenna

Il Mar conserva, nel suo quadriportico, accanto agli spazi del Centro Internazionale di Documentazione sul Mosaico, una notevole collezione di mosaici contemporanei, le cui prime acquisizioni risalgono alla fine degli anni '50 del Novecento quando, su iniziativa di Giuseppe Bovini, fu realizzata la mostra Mosaici Moderni. Furono chiamati alcuni dei migliori artisti italiani e stranieri, fra cui ricordiamo Guttuso, Vedova, Birolli, Capogrossi, Chagall, ai quali venne chiesto di eseguire cartoni preparatori per l'esecuzione successiva di opere musive da parte del Gruppo Mosaicisti di Ravenna. Si conservava così la storica divisione dei ruoli tra il pictor imaginarius, l'ideatore del cartone, e il pictor musivarius, colui che crea l'opera in mosaico.
Questa rigida distinzione di ruoli si stemperò progressivamente, a partire dagli anni '70, a favore di una sempre maggior autonomia dell'opera musiva e della libertà espressiva del mosaicista. In questi ultimi decenni, al nucleo originario dei Mosaici Moderni, si sono aggiunte sia opere musive che si rifanno alla tradizione e ripropongono la distinzione dei ruoli tra l'ideatore e l'esecutore, sia opere musive autonome.
Tra le prime ricordiamo Tutto è cominciato qui, ma tutto finisce altrove: frammento di una poesia di Emilio Villa resa musivamente dagli allievi dell'Istituto d'Arte per il Mosaico; altri mosaici, invece, sono stati tratti da disegni e opere pittoriche. Fra questi: Los Musicos, da Raul Soldi, realizzato da Luciana Notturni; Albero bianco, da Helen McLean, tradotto nell'arte musiva da Alessandra Caprara; La casa di Giosetta, da Giosetta Fioroni e GaniMadeAuReoboro da Luigi Ontani, eseguiti dall'Accademia di Belle Arti. Tra le opere autonome possiamo citare Magic Horse di Jerry Carter, La bambola orientale di Marco Bravura, Della memoria di Marco De Luca.
Negli anni '90 alcuni mosaicisti ravennati portarono avanti una sperimentazione: utilizzarono la tecnica musiva per riprodurre fedelmente alcune opere pittoriche di importanti artisti. È il caso de La chambre turque di Balthus e di Le montagne incantate di Michelangelo Antonioni. Entrambi gli artisti hanno firmato il retro dei mosaici, concedendo loro una sorta di paternità.
Singolare è il caso del bozzetto di Vedova Senza titolo, realizzato su carta da scenografia con polvere e minuscoli frammenti di marmo bianco sopra colate di pigmento nero. In realtà si tratta di un tentativo non pienamente riuscito di rendere a mosaico un'opera che può essere ascritta alle forme dell'arte gestuale.
Questo pluralismo linguistico ha fatto in modo che, da allora fino ad oggi, artisti appartenenti alle più diverse tendenze si siano avvicinati al mosaico ed abbiano espresso, in piena libertà, la propria cifra stilistica. Ma non finisce qui. Infatti, in occasione del Primo Festival Internazionale dedicato al mosaico contemporaneo, che si è tenuto a Ravenna dal 10 ottobre al 20 novembre 2009, si è svolta al Mar un'esposizione di opere di artisti mosaicisti di fama internazionale, curata da Claudio Spadoni. Queste opere, donate dagli stessi artisti, sono venute ad aggiungersi alla già cospicua collezione: GARMR di Giuliano Babini, Unicorno di Dusciana Bravura, il Puttino assopito, soddisfatto e satollo di Francesca Fabbri, Kabuto di Felice Nittolo, Icaro di Paolo Racagni, Senza titolo di Marco Santi, Windstill di Almuth Schöps, la scultura Ravenna di Antonio Violetta.
A questi artisti mosaicisti si sono aggiunti due pittori che per la prima volta si sono confrontati con questa particolare forma d'arte: Eugenio Carmi, che ha dipinto un bozzetto preparatorio Come sarebbe bello il mondo realizzato in mosaico dagli studenti dell'Accademia di Belle Arti e Germano Sartelli, che ha sperimentato una composizione musiva di paste vitree su tela nell'opera Senza titolo.
Le opere rappresentano in pieno la scommessa degli artisti contemporanei: ricreare l'antico fascino del mosaico attraverso l'uso di nuovi materiali e nella più grande libertà tecnica ed espressiva.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 19 [2010 - N.38]

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