Non solo conservazione ma anche promozione artistica

Il Museo Civico di Castel Bolognese "ricovera" due antiche sculture e le sostituisce con opere moderne realizzate appositamente

Valerio Brunetti - Responsabile Museo Civico di Castel Bolognese

Alla fine della seconda guerra mondiale, in seguito alla distruzione della settecentesca residenza municipale di Castel Bolognese, fu deciso di adibire a nuovo comune l'ex convento di San Francesco, soppresso nel Settecento e trasformato in scuola nel XIX secolo su progetto dell'architetto Giuseppe Mengoni.
Il porticato del chiostro seicentesco fu destinato ad accogliere tutte le lapidi e le imprese della comunità castellana recuperate dagli edifici pubblici distrutti dalla guerra. Insieme a loro anche le due piccole statue in terracotta raffiguranti San Petronio e l'Immacolata Concezione, patroni di Castel Bolognese, che ornavano la facciata del vecchio Municipio dal 10 ottobre 1785, giorno in cui furono benedette e collocate. Le due opere, attribuite da Antonio Corbara al plasticatore bolognese Giacomo De Maria (1762-1838), furono collocate su due alte mensole ai lati degli ingressi del nuovo comune e lì sono rimaste fino ai giorni nostri.
Nel 1988 furono oggetto di un intervento conservativo nell'ambito di un progetto sul restauro del cotto.
Nel 2007, anche in seguito all'allarme generato dal furto dei leoncini in bronzo che ornavano la fontana in piazza a Faenza, è stata eseguita a cura del Museo Civico un'attenta ricognizione per verificarne le condizioni di sicurezza e lo stato di conservazione generale. Alla fine si è ritenuto opportuno collocarle all'interno del Museo per proteggerle e bloccare il degrado dovuto all'esposizione all'aperto.
Il vuoto lasciato dalle statue dei patroni sotto il loggiato andava colmato, anche perché oggetto di devozione popolare. Dapprima si era pensato alla realizzazione di copie, poi, insieme all'Amministrazione comunale, è stata proposta la realizzazione di due nuove opere in terracotta, affidando il lavoro di esecuzione a due noti scultori che operano a Castel Bolognese: Cesare Ronchi e Alberto Mingotti.
A Ronchi, personalità originale nel panorama della scultura italiana, abituato a creare soggetti religiosi, il compito di "pensare" e realizzare il San Petronio. Ne è scaturita un'opera che si ispira all'iconografia tradizionale con un'originale modernità, che raffigura San Petronio, con mitria e pastorale, chino in avanti per porgere alla comunità il suo modello di amore e di pace, simbolicamente rappresentato dal modellino, che regge nella mano sinistra, della chiesa a lui dedicata esistente in paese.
A Mingotti, scultore in ceramica della nuova figurazione tra i più noti attualmente in Italia e in Europa, l'onere di realizzare l'Immacolata. L'autore si è allontanato dagli schemi tradizionali che generalmente vedono la raffigurazione della Madonna ricca e maestosa per proporre una giovanissima Maria, vestita sobriamente, naturalmente semplice, come doveva essere realmente una giovane donna della terra di Galilea. Una Madonna povera, vicina al senso del quotidiano, come messaggio di una Chiesa che guarda ai poveri. "Un'immagine devota e sorpresa per il dono di Grazia ricevuto" l'ha definita l'arciprete Dall'Osso. Le opere sono state presentate alla comunità castellana con due distinte cerimonie, prima presso la sala consigliare del Municipio, poi nella chiesa di S:Petronio dove sono state benedette alla presenza di autorità civili e religiose, e successivamente collocate sotto al portico del comune.
Con questo intervento il Museo Civico, affiancato dall'Amministrazione comunale, ha assicurato la tutela e la conservazione delle due opere settecentesche del De Maria, entrate a far parte delle collezioni museali, ed ha arricchito il patrimonio artistico locale con due nuove opere di indubbia qualità ed originalità.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 18 [2008 - N.33]

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