Un museo per Evangelista Torricelli

L'Esposizione del 1908 creò le premesse per la nascita di un Museo dedicato al noto scienzato inventore del barometro

Marco Mazzotti - Museo Toricelliano di Faenza

La ricorrenza del centenario della grande Esposizione del 1908 costituisce l'occasione per richiamare l'attenzione su quello che è forse il museo meno conosciuto nella città di Faenza, ma che - al pari del MIC - prese avvio proprio da quel grande evento che tanta eco ebbe presso i contemporanei. È risaputo come l'esposizione del 1908 fosse un contenitore di materiali fra loro assai eterogenei, anche se il motivo aggregante fu la figura di Evangelista Torricelli.
In quella circostanza fu allestita una Tribuna Torricelliana, in cui venne esposto un discreto numero di oggetti con l'intento di far conoscere al grande pubblico la vita e i risultati dell'opera del grande scienziato. Si trattava di alcune riproduzioni di strumenti scientifici del Torricelli, quali barometri e cannocchiali, desunte dagli originali conservati nella Tribuna Galileiana a Firenze, grandi disegni esplicativi degli esperimenti torricelliani e poi manoscritti, autografi, quadri, fotografie, ritratti, autografi e altri cimeli.
L'assortita tipologia e l'esiguo spessore quantitativo ostacolarono un'esposizione stabile e scientificamente strutturata dei cimeli torricelliani al termine dell'expo e da allora iniziò un lungo "pellegrinaggio" presso alcune importanti istituzioni culturali cittadine, subendo altresì ulteriori spostamenti all'interno di ognuna di esse. I materiali furono dapprima trasferiti nella sede della Pinacoteca Comunale, presso il Palazzo degli Studi, dove restarono fino al 1920, quando furono trasportati nella Biblioteca Comunale. Si cercò di conferire loro una forma espositiva permanente, che tuttavia fu sempre ostacolata dalla necessità di reperimento di nuovi locali da destinare a magazzini librari.
Nel 1944 i destini del Museo Torricelliano si incrociarono con la volontà dell'Amministrazione Comunale di istituire un comitato cittadino per proseguire gli studi sul Torricelli e organizzare le iniziative in occasione del terzo centenario della morte, avvenuta nel 1647. Gli eventi bellici del novembre 1944 provocarono la distruzione del corpo centrale dell'edificio della Biblioteca e anche la raccolta torricelliana ne fu compromessa. Nonostante ciò proseguì il proposito di istituzionalizzare il comitato e i progetti di ricerca, giungendo nel 1947 alla fondazione della Società Torricelliana, ente morale a struttura accademica, divisa in soci residenti e corrispondenti.
Alla neonata Società fu affidata dal Comune di Faenza la gestione del Museo Torricelliano, incrementatosi nel corso degli anni con ulteriori donazioni, non più strettamente legate alla figura di Torricelli, ma pertinenti ormai a tutta la storia della scienza. Inoltre, ai cimeli fu unita una preziosa dotazione bibliografica, frutto di una selezione dei testi di argomento torricelliano e di storia della scienza operata all'interno delle raccolte della Biblioteca Comunale, successivamente ampliata con la donazione di rari testi di astronomia da parte del ragioniere Domenico Benini.
Le raccolte torricelliane vennero così sempre più a configurarsi come un'unica entità costituita da Museo e Biblioteca. Al 1974 risale il loro trasferimento, unitamente alla sede della Società Torricelliana, nel prestigioso Palazzo Laderchi, dove si trova tuttora. Il Museo e la Biblioteca Torricelliana sono gestiti in convenzione con il Comune di Faenza da parte della Società Torricelliana. Nella ricorrenza delle "Torricelliane 2008" sono allo studio diverse iniziative culturali, tenendo presente che la particolare configurazione di questi materiali costituisce un ulteriore spunto di riflessione sulla complessità del patrimonio museale faentino e sulla necessità di una nuova progettualità complessiva.


Speciale Celebrazioni Torricelliane - pag. 15 [2008 - N.32]

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