La cura del bello

Una mostra al MAR ripercorre la carriera di Corrado Ricci, con particolare attenzione ai lavori di riordino museale

Nadia Ceroni - Conservatore del MAR di Ravenna

Il Museo d'Arte della città rende omaggio a Corrado Ricci - studioso, museografo, dantista e storico dell'arte - in occasione del 150° anniversario dalla nascita. Si tratta di un progetto espositivo, in collaborazione con il Museo Nazionale di Ravenna e la Biblioteca Classense, che si propone di documentare l'intensa attività dell'intellettuale ravennate rivolta alla tutela del patrimonio sia artistico che naturalistico del nostro Paese.
Nato a Ravenna il 18 aprile 1858 - nella via di Porta Sisi (ora via Mazzini ) al n. 39 - da Luigi Ricci e Clelia Bartoletti, iscritto dal 1872 al 1875 nella locale Accademia di Belle Arti, laureato in Giurisprudenza all'Università di Bologna nel 1882, Ricci diventò ben presto una delle personalità più complesse nel panorama della storia dell'arte italiana.
La mostra, allestita presso la Loggetta Lombardesca dal 9 marzo al 22 giugno 2008 - curata da Andrea Emiliani e Claudio Spadoni - prende avvio dalla ricostruzione di alcuni tra i più importanti interventi di acquisizione di opere d'arte e di riordino museale condotti da Ricci: dalla Galleria di Parma alla Pinacoteca di Brera, dall'Accademia Carrara di Bergamo agli Uffizi, dalle Regie Raccolte napoletane di Capodimonte alla riorganizzazione della Galleria dell'Accademia di Ravenna, di cui la mostra ripropone l'allestimento di una parete della "vasta sala, appositamente costrutta nel 1889, coi lucernari".
Ai numerosi capolavori antichi e moderni richiesti in prestito ai maggiori musei italiani - circa un centinaio di opere tra cui Barocci, Beccafumi, Bellini, Cagnacci, Carracci, Lotto, Moroni, Parmigianino, Schedoni, Tibaldi, Tura - si aggiunge una sezione dedicata al paesaggio italiano di fine Ottocento che vede in mostra dipinti di artisti coevi: Avondo, Caffi, De Nittis, Fontanesi, Lojacono, Palazzi, Signorini, Zandomeneghi.Una mostra nella mostra, un omaggio all'opera di difesa del patrimonio nazionale svolta da Ricci che, approdato a Roma, fu nominato Direttore Generale per le Antichità e Belle Arti nel 1906, Senatore nel 1923 e Presidente del Consiglio Superiore delle Antichità e Belle Arti nel 1929.
L'esposizione allestita nel Museo d'Arte della città presenta inoltre alcune sculture di proprietà della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, fatte pervenire a Ravenna nel 1919 per volontà di Corrado Ricci con l'intenzione di creare una galleria d'arte moderna anche a Ravenna. Si trattava, in origine, di un nucleo di 39 quadri e 15 sculture consegnate all'Accademia di Belle Arti "a titolo di deposito provvisorio, coll'obbligo di curarne la perfetta conservazione e di restituirle ad ogni richiesta". Nel corso degli anni, infatti, molte opere sono state ritirate dalla Galleria Nazionale, che ne è proprietaria, e restituite a Roma in occasione di mostre temporanee ed allestimenti di nuove sale.
Il legame e l'affetto per la città natale, dove Ricci fu nominato Soprintendente ai Monumenti nel 1897, dando avvio alla storia della tutela in Italia e alla sua instancabile attività di restauratore, è testimoniato anche dalle innumerevoli pubblicazioni dedicate a Ravenna che compaiono nel corpus dei suoi scritti. "La mia bibliografia - scriveva Ricci nella Nota delle pubblicazioni - comincia nel 1877. È l'anno in cui s'inizia effettivamente il mio lavoro di studioso, sia con l'esplorazione della cripta di San Francesco di Ravenna, sia con la pubblicazione, a dispense, della Guida di quella città" (Ravenna e i suoi dintorni, n.d.r.). In occasione della celebrazione dell'anniversario della nascita, ci piace ricordare che lo stesso Ricci contribuì ad accrescere il patrimonio artistico della Galleria dell'Accademia con opere da lui donate in più occasioni: "e anche questo - come scrive Letizia Strocchi - è rivelatore dell'alta coscienza civile dell'uomo".
Personalità ricca, complessa e infaticabile, la sua opera trascende i confini cittadini e nazionali anche grazie agli scritti su Dante - altra grande passione di Corrado Ricci, non solo per l'opera poetica ma anche per la vicenda umana - al quale rivolgerà un costante interesse durante tutto l'arco della vita.
Nella circostanza della morte, avvenuta a Roma il 5 giugno 1934 nella sua casa a Piazza Venezia 11, Vittorio Guaccimanni inviava alla vedova, Signora Elisa, il seguente telegramma: "La bandiera abbrunata è esposta all'Accademia di Belle Arti che perde un suo grande benefattore - Stop - Personalmente piango un amico cui mi legavano vincoli affettuosi da oltre sessanta anni".

Speciale Omaggio a Corrado Ricci - pag. [2008 - N.31]

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