I mosaici secondo Ricci

L'omaggio del Museo Nazionale di Ravenna al primo Soprintendente d'Italia. intellettuale poliedrico e sensibile interprete dei monumenti cittadini

Cetty Muscolino - Direttrice del Museo Nazionale di Ravenna

La grande manifestazione promossa dal MAR di Ravenna, volta ad illustrare gli aspetti più salienti della poliedrica figura di Corrado Ricci, non poteva non vedere coinvolto con intensa partecipazione il nostro Istituto, di cui Corrado Ricci è una sorta di padre fondatore e costituisce nello stesso tempo occasione speciale per riflettere sulle molteplici trasformazioni intercorse nel Paese nell'arco di un secolo.
La circostanza storica che ha visto nascere la Soprintendenza di Ravenna (Decreto del 2 dicembre 1897), prima in Italia ed esperienza pilota per il sistema di tutela pubblica del patrimonio storico artistico nazionale, ci fa divenire un osservatorio privilegiato degli attuali scenari sempre più articolati e variegati e ci induce a riconsiderare l'attuale ruolo delle Soprintendenze, presidi di tutela e centri di alta competenza tecnica, che assolvono al ruolo fondamentale di archivi e custodi delle memorie.
Pur continuando a perseguire, secondo gli stessi principi etici, nell'opera di salvaguardia, tutela conservazione e restauro, non possiamo fare a meno di registrare la delicatezza di questo momento storico e di come le perenni innovazioni e il mutare delle norme e delle disposizioni renda difficile il lavoro quotidiano e del tutto incerto quello a lungo termine. Ma nonostante la molteplicità delle problematiche, a fronte del diminuire delle risorse umane ed economiche, permane costante la determinazione di perseguire nel nostro mandato e il desiderio di rendere omaggio al Ricci, primo Soprintendente d'Italia e funzionario esemplare, le cui parole appassionate testimoniano le difficoltà, sempre attuali, dei funzionari: "... provvedere a tutto, alla salvezza ed al decoro... è impresa spaventosa, e nel suo insieme impossibile: e sarebbe impossibile se anche le nostre condizioni finanziarie fossero cento volte quelle che sono, e il nostro personale cento volte più numeroso... E che cosa fa il Ministero?... si lotta quotidianamente, disperatamente per salvare quanto si può... La nostra lotta è spesso inane e qualche volta amarissima...".
Fra i molti aspetti che avremmo potuto illustrare dell'attività di Corrado Ricci abbiamo scelto di privilegiare il segmento della documentazione dei restauri musivi, materia di cui Ricci è stato pioniere, con la sua titanica opera ricognitiva delle superfici musive, confluita poi nelle Tavole Storiche, realizzate col fondamentale contributo di Alessandro Azzaroni e Giuseppe Zampiga. Questa area di indagine, portata avanti dalla Soprintendenza con estrema coerenza, ha conseguito nel tempo esiti di grande rilievo, anche attraverso l'attività della Scuola per il Restauro del Mosaico a partire dagli anni '80.
Quindi dalle Tavole Storiche di Ricci si arriva alle successive registrazioni ed informatizzazione dei dati per documentare le molteplici trasformazioni avvenute sulle superfici musive parietali dagli anni '30 fino ai nostri giorni. Un lavoro lungo e difficile, che richiede grande rigore e che può essere intrapreso in occasione dei restauri, momento privilegiato per leggere mosaici e malte di sottofondo, per riuscire a discriminare e discernere nell'intricato labirinto delle tessere musive.
Nelle sale del Museo Nazionale sarà possibile ammirare, inoltre, un autentico capolavoro dell'arte greca, scelto quale esempio emblematico dell'immenso lavoro condotto da Ricci, Direttore Generale delle Antichità e Belle Arti dal 1906, nell'ambito del suo impegno archeologico a Roma. Si tratta di un'opera molto suggestiva, la Fanciulla di Anzio, ritrovata fortuitamente a seguito di una mareggiata che provocò il crollo di una parete, ornata da nicchie, della Villa imperiale che Nerone possedeva ad Anzio, sua città natale. La scultura, alta cm 170, rappresenta una giovinetta che indossa una tunica ed un ampio mantello, colta nell'atto di incedere. La presenza di oggetti votivi posti sul vassoio che tiene in mano, una benda di lana, un ramoscello di alloro ed una zampa di leone, hanno fatto ipotizzare agli studiosi che si tratti di una sacerdotessa o di un personaggio connesso al culto di qualche divinità.
Fu proprio grazie all'interessamento di Ricci che la raffinata scultura venne acquisita dallo Stato italiano, provocando non poche polemiche per l'ingente somma pagata e sfuggendo così al tentativo di vendita agli Stati Uniti.

La Pagina della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ravenna - pag. [2008 - N.31]

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