Il Museo Zauli di Faenza

L’opera dell’artista faentino si sviluppa attraverso due percorsi museali: quello prettamente espositivo e quello del suo studio-laboratorio

Giorgia Erani - Conservatore Museo Carlo Zauli

La maggior parte del pubblico che ha visitato il Museo Carlo Zauli nel corso di pochi mesi di vita (più di 3000 persone sino ad oggi) ha raccontato di essere rimasto affascinato dall’esperienza di poter osservare l’opera dell’artista negli stessi luoghi che ne hanno visto la genesi. In effetti la peculiarità del Museo è proprio questa: il viaggio nell’opera dell’artista faentino si sviluppa attraverso due percorsi museali che corrono paralleli per poi intrecciarsi e fondersi, quello prettamente espositivo e quello dello studio-laboratorio. Centoventi opere, disposte secondo un ordine antologico, trovano spazio in un percorso articolato in sezioni decennali che evidenziano l’attitudine di Zauli alla sperimentazione e ad una continua rilettura del proprio linguaggio espressivo: dalle opere più oggettuali in maiolica di marcato gusto arcaico e primitivista dei primi anni ‘50 - in cui l’impiego del materiale ceramico non è ancora svincolato da forme di "oggetti d’uso" - alle ultime evoluzioni scultoree dei tardi anni ‘80. Le Sensualità sconvolte del 1987 costituiscono in questo senso l’ultimo avamposto di una produzione in continuo rinnovamento; esse traggono la loro origine dalla forma "vaso" su cui interviene una drammaticità espressiva inedita nell’universo creativo dirompente ma armonioso che caratterizza l’artista fino a quel momento. Questi due estremi, cronologici ed espressivi, abbracciano tutta l’evoluzione scultorea di Zauli: dalle forme essenziali dei "vasi-scultura" dei primi anni ‘60 - che costituiscono alcune tra le primissime sperimentazioni del suo caratteristico smalto "bianco" e gli valgono il conferimento per la terza volta del Premio Faenza (1962) - all’indagine sulle forme geometriche, all’esplosione materica unita alla sensualità naturalistica delle opere degli anni ‘70, fino all’evoluzione del decennio successivo, con le argille nere, i pigmenti colorati, le porcellane ed i marmi. Opere, queste, che diedero a Zauli quel successo internazionale che lo portò ad esporre in Europa, Giappone e America. A questa esaustiva testimonianza scultorea si intercalano gli intatti scenari della storica bottega che immergono il visitatore nelle stesse atmosfere nelle quali l’artista "costruiva" opere dal respiro sempre più monumentale e dove ogni singolo utensile racconta decenni di febbrile ed appassionato impegno creativo fatto di sperimentazioni, collaborazioni ed importanti incontri-confronti con altri artisti: dalla cantina delle argille, dove ancora oggi sono accatastati sacchi di terre che provenivano da tutta Europa e si mescolavano nelle impastatrici fino a diventare il suo celebre grès, alla sala dei forni dalle pareti affumicate da decine e decine di cotture, alla sala della foggiatura con i torni e la parete per i grandi altorilievi. Nato nel maggio scorso in collaborazione con il Comune di Faenza, con la Fondazione Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza e grazie ad una partnership con alcune tra le più importanti imprese del territorio, il Museo prende forma ripercorrendo le tracce e i contenuti di un originario progetto avviato dall’artista stesso verso la fine degli anni ‘80. L’idea di Zauli e gli attuali obiettivi del Museo coincidono nel progetto di un centro per la documentazione, archiviazione e promozione dell’opera dell’artista ma anche polo culturale di ricerca e studio per la ceramica in senso strettamente contemporaneo, un "generatore" di stimoli creativi che attraverso progetti didattici costituisca un punto di riferimento, su scala nazionale ed internazionale, per i giovani che intendano accostarsi, sperimentare o approfondire questa antichissima arte. Come la ceramica per Zauli era un materiale ricco di storia, espressione forte delle tradizioni della sua terra, un ponte con il passato che occorreva reinterpretare nel presente in senso spiccatamente contemporaneo così il Museo Carlo Zauli intende oggi promuovere la contemporaneità di questo antico materiale che tanto affascina gli artisti dell’attuale panorama dell’arte e che ha reso noto in tutto il mondo Carlo Zauli come uno tra i più grandi scultori in ceramica del ‘900.

Speciale musei nascosti - pag. 14 [2003 - N.16]

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