I dieci anni del Salone del Restauro di Ferrara
Al centro degli incontri di lavoro l’IBC presenterà i primi risultati del progetto MUSA, relativo alla creazione di una rete intermuseale per la gestione a distanza delle condizioni ambientali dei musei
Luisa Bitelli - Istituto Beni Culturali
Quest’anno il Salone del Restauro di Ferrara giunge alla sua decima edizione. È un traguardo significativo per chi - Istituto per i beni culturali compreso - si era posto l’obiettivo di rendere l’appuntamento ferrarese una scadenza importante per la presentazione e la discussione delle numerose problematiche attinenti i beni culturali. L’interesse sempre più accentuato nei confronti di una materia in continua evoluzione, la ricorrente approvazione di disposizioni legislative, da un lato in ordine alla formazione professionale per il restauro e, dall’altro, in riferimento alla normativa sui Lavori Pubblici, Legge Merloni, hanno creato l’esigenza di momenti collettivi di informazione e dibattito. In tal senso Ferrara ha soddisfatto e soddisfa al meglio tali richieste. Gli spazi grandi e ben disegnati dall’architetto Vittorio Gregotti hanno permesso di articolare le diverse sezioni del Salone con allestimenti gradevoli e facilmente visitabili. Negli ultimi anni si è assistito ad un notevole aumento di visitatori: un pubblico attento, curioso, partecipativo, spesso costituito da giovani provenienti da diverse regioni italiane, in particolare studenti universitari, ma anche allievi di scuole medie superiori. Una caratteristica interessante del salone ferrarese è rappresentata dagli "incontri tecnici", che si susseguono nelle giornate di apertura ed hanno lo scopo di presentare al pubblico gli esiti di studi e ricerche, particolari interventi di restauro, nuovi prodotti e loro applicazioni specifiche, pubblicazioni, leggi e decreti, ecc.. Da alcuni anni l’Istituto per il Commercio con l’Estero (ICE) ha inviato delegazioni provenienti da vari Paesi europei ed extraeuropei. La manifestazione assume così un carattere di internazionalità in ulteriore sviluppo. Proseguendo nell’impegno di collaborazione scientifica che risale al 1991 ed ha consentito di porre l’iniziativa fieristica ferrarese ad un livello decisamente alto nel panorama degli appuntamenti dedicati al settore, l’Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna offre anche in occasione di questa edizione un programma diversificato: giornate di studio, convegni, incontri tecnici a cui si aggiungono due mostre e la presentazione della propria attività e dei progetti più importanti messi a punto negli ultimi anni. Le sculture all’aperto in parchi e contesti urbani e periferici, accanto alle problematiche poste dalla loro conservazione, costituiranno il tema di una mostra che presenterà al pubblico bozzetti ed esemplari originali di autori noti quali Giò Pomodoro, Benetton, Cascella, Ghermandi, ecc.. Gli argomenti saranno trattati anche nell’incontro di studio al quale parteciperanno docenti universitari e di Accademia, responsabili di servizi regionali, restauratori e artisti. I giganti protetti, altra esposizione organizzata dall’IBC, presenta immagini di alberi monumentali tutelati dalla Regione, pervenute a seguito di un concorso fotografico promosso dall’Istituto e dall’Assessorato regionale Agricoltura, Ambiente e Sviluppo Sostenibile. L’intento della mostra è quello di sottolineare l’importanza della salvaguardia di tale patrimonio. Un’esposizione di pannelli con testo e immagini riferiti a progetti realizzati dai vari settori dell’IBC negli ultimi anni riempirà gli spazi dello stand, punto di incontro particolarmente apprezzato dai visitatori del Salone. Gli interventi regionali riferiti all’ambiente e al suo "restauro" costituiranno il tema di una giornata di convegno che ha lo scopo fondamentale di presentare le attività intraprese (anche con finanziamenti europei) e gli obiettivi concreti raggiunti. A continuazione di un tema già affrontato nella precedente edizione di Restauro - riguardante la conservazione dei cimiteri ebraici - in collaborazione con il Museo ebraico di Bologna l’IBC organizza un incontro internazionale di studio sulla conservazione delle sinagoghe in Europa, affrontando anche la situazione dell’Emilia-Romagna dove ne esistono alcune tuttora funzionanti e altre che, pur essendo chiuse, rappresentano ugualmente una testimonianza culturale importante per il patrimonio artistico conservato al loro interno. La fotografia, affrontata sotto l’aspetto catalografico e conservativo, rappresenterà un altro momento di confronto al convegno organizzato dalla Soprintendenza per i beni librari e documentari dell’IBC - quarto appuntamento di Conservare il 900 - in collaborazione con l’Associazione Italiana Biblioteche, l’Istituto Centrale di Patologia del libro e il Centro di Fotoriproduzione Legatoria e Restauro degli Archivi di Stato. L’incontro di lavoro avente per tema Il progetto MUSA. Creazione di una rete intermuseale per la gestione a distanza della conservazione dei beni artistici è finalizzato alla presentazione dei primi risultati del programma ideato e messo a punto dall’IBC e dal CNR-ISAC (Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima) di Bologna. La necessità di analizzare le condizioni ambientali all’interno dei musei per provvedere alle esigenze conservative delle opere esposte, rientra nel percorso intrapreso negli ultimi anni dall’Istituto per i beni culturali nel settore della conservazione e del restauro, focalizzando l’interesse su di un aspetto fondamentale e preliminare, vale a dire quello della conservazione preventiva. L’attenzione, appunto, alla conservazione preventiva si è espressa in vari momenti, fra i quali i più significativi hanno riguardato l’organizzazione di incontri pubblici sull’argomento e, più di recente, la predisposizione degli Standard e obiettivi di qualità per biblioteche, archivi storici e musei, secondo le direttive della legge regionale per i musei. Il progetto MUSA continua il cammino iniziato negli anni scorsi con l’installazione di strumentazioni elettroniche presso alcuni musei della regione per la misurazione di parametri ambientali: temperatura e umidità relativa. Per poter offrire una collaborazione a chi gestisce le collezioni e deve operare nel rispetto delle necessità conservative, l’Istituto e il CNR-ISAC hanno avviato un programma, in questa prima fase riferito a tre realtà museali delle regione (Casa Moretti di Cesenatico; Pinacoteca comunale di Ravenna; Collezioni comunali d’arte di Bologna), che consente di far pervenire ad un centro (individuato ora presso il CNR) tutti i valori trasmessi dalle strumentazioni presenti nei musei, raccolti e rielaborati in un archivio di monitoraggio operativo. Presso lo stand dell’IBC, durante le giornate di apertura del Salone, sarà possibile consultare la postazione predisposta al fine di far conoscere concretamente le caratteristiche del progetto. Progetto MIDA (Memoria Informatica: Data base Artistici). Una banca dati per gli interventi di restauro sarà l’argomento di un incontro promosso dall’Istituto beni culturali nel corso del quale si tratterà il tema della documentazione dei restauri e verrà presentata la banca dati utilizzata per l’archiviazione del materiale documentario relativo ai lavori di restauro finanziati dall’IBC. ENEA-Progetto Giano, che ha messo a disposizione il software e l’Università degli Studi di Bologna, Facoltà di Conservazione dei beni culturali di Ravenna sono i partners di questa iniziativa che rappresenta un traguardo importante per l’Istituto. Quest’ultimo, infatti, già negli anni Ottanta aveva avviato sperimentazioni volte alla predisposizione di archivi informatizzati realizzando un database che consentì un primo riordino della grande mole di documentazione fornita dai laboratori incaricati dei lavori di restauro. Le attuali e più avanzate risorse informatiche ci consentono ora di utilizzare sistemi molto più razionali che permettono, da un lato, di inserire più velocemente le informazioni rappresentate da immagini, grafici e relazioni sui lavori eseguiti e, dall’altro, di consultarle con una notevole rapidità. Il risultato di una prima fase di lavoro riguarda l’acquisizione di oltre duemila immagini e l’informatizzazione dei restauri finanziati dall’IBC in due annualità della legge regionale per i musei (1993-1994) e potrà essere visibile al pubblico nei quattro giorni di apertura del Salone presso lo stand dell’IBC.La pagina dell'IBC della Regione Emilia-Romagna - pag. 4 [2003 - N.16]