Il Museo Internazionale della Ceramiche di Faenza

Dalle ceramiche precolombiane a quelle contemporanee, attraverso un percorso storico che sottolinea l'evoluzione artistica delle civiltà di tutto il mondo

Gian Carlo Bojani - Direttore del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza

Fondato nel 1908 da Gaetano Ballardini, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza è un importante centro culturale, di ricerca e di documentazione per la ceramica di tutto il mondo e può proporre al pubblico un'ampia gamma di manufatti prodotti dall'antichità fino ad oggi. La Ceramic Arts Foundation di New York, nel 1999, con un riconoscimento onorifico lo ha definito il più importante museo della ceramica d'Europa. Il percorso attuale per la visita alle raccolte prende avvio con le ceramiche precolombiane, proposte con il supporto di una suadente didattica, cui seguono, con le stesse caratteristiche di presentazione, quelle dell'Antichità classica, greca, etrusca e romana. Sono previste in questo percorso: le ceramiche preistoriche mediterranee, l'Egitto dinastico, le ceramiche del Medio Oriente, prevalentemente islamiche, e quelle dell'Estremo Oriente (Cina, Giappone, Corea), e un'appendice di ceramica. Al piano superiore è presentata l'evoluzione delle ceramiche di Faenza dal Basso Medioevo (XIII secolo) al Rinascimento e Barocco (XVII secolo) a cui segue la produzione del Rinascimento italiano, ripartita tra varie regioni specie del centro Italia (Lazio, Umbria, Marche, Toscana, Abruzzo, Veneto). Una sezione illustra i successivi sviluppi della ceramica italiana dal Seicento all'Ottocento di centri produttivi diversi del Nord, del Centro e del Sud Italia (fra cui: Faenza, Bologna, Nove di Bassano, Firenze, Pesaro, Napoli, Caltagirone, Castelli, Urbania, Savona). Nella Sala Europa si può ammirare una rapida selezione dei prodotti delle principali manifatture europee, fra cui Delft, Meissen e Sèvres. Il Museo non si rivolge solo alle ceramiche del passato, ma è anche attento a quanto ancora oggi si produce nel settore sia artistico, sia industriale, sia tecnologico. Attualmente vasti spazi dedicati all'epoca contemporanea prendono le mosse dai "Premi Faenza", un concorso internazionale che si svolge dal 1938. Questa selezione contemporanea accoglie anche capolavori di artisti ormai universalmente riconosciuti come Picasso, Matisse, Rouault, Léger, Chagall, Galileo Chini, Dalì, Gropius, Leoncillo, Fontana, Burri, Martini, Melotti, Sottsass, Nespolo, Baj, Arman, Matta. E' prevista un'ampia sezione dedicata al design, e la stessa sarà affiancata anche da una notevole presentazione di piastrelle per l'edilizia antiche ma soprattutto del XX secolo. Sono da considerare anche alcuni "percorsi" alternativi che fanno di questo Museo qualcosa di particolare nel suo genere, e che sono offerti a un pubblico motivato con visite programmate. Sono percorsi che richiamano pubblici differenziati, specialistici, e non. Essi sono la Biblioteca con Fototeca della ceramica avviata nel 1915 e frequentata da circa duemila persone all'anno, che è funzionante anche per posta elettronica e per Internet; il laboratorio per la ceramica " Giocare con l'Arte" ideato da Bruno Munari, e attivo dal 1979, al quale convergono scuole materne, elementari e medie in prevalenza del territorio faentino, ma che vede la partecipazione a corsi speciali anche di insegnanti e ceramisti italiani e stranieri; il laboratorio di Restauro che si avvale di un gruppo di restauratori diplomatisi al "Ballardini", e che si occupa esclusivamente di restauro di materiali ceramici di qualunque tipologia tecnologica, dalla terracotta alla porcellana. Questo laboratorio organizza corsi di aggiornamento per restauratori provenienti dall'Italia e dall'Estero, ed esegue anche restauri su commissione soprattutto per collezioni di altri musei e di enti pubblici ma anche di collezioni private. Il Museo, infine, organizza mostre durante tutto l'anno sia nella propria sede, sia in altre sedi italiane e straniere, anche con prestiti ad altre Istituzioni, e in collaborazione con esse.

Speciale musei artistici - pag. 13 [1999 - N.5]

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