I colori degli antichi splendori

Un progetto innovativo di restauro, di salvaguardia dei beni culturali e di promozione dell'arte senza museo, realizzato dalla Provincia di Rimini

Alberto Ghinelli Dirigente del Servizio Beni ed Attività culturali della Provincia di Rimini - Dirigente del Servizio Beni ed Attività culturali della Provincia di Rimini

L'anno giubilare è stata l'occasione per attivare ogni sorta di iniziative, specie nel campo dei beni culturali. Molte di queste si sono risolte in operazioni di facciata, di pulizia di monumenti o di interventi sporadici. In altri casi è stata l'opportunità per impostare modalità di intervento programmate e significative. In questo contesto la Provincia di Rimini ha indirizzato il suo impegno in una direzione nuova e per molti aspetti certamente originale: realizzare un progetto di restauro delle opere d'arte sacra, diffuse nel territorio provinciale che, attualmente in precarie condizioni, verranno cosi riportate ai loro antichi splendori e alla pubblica fruizione da parte, in primo luogo, dei cittadini delle comunità locali, dei fedeli ed infine dei "pellegrini giubilari". Si è trattato sicuramente di una scelta abbastanza coraggiosa sia dal punto di vista culturale che amministrativo. Sotto l'aspetto amministrativo si sono sviluppati alcuni aspetti innovativi, crediamo, di grande interesse: da un lato affidando ad un soggetto privato - la Curia - le fasi operative, dall'altro costituendo rapporti di forte collaborazione con le istituzioni preposte alla tutela dei beni culturali: Istituto per i Beni Culturali, Soprintendenza ai Beni Artistici dell'Emilia-Romagna; infine garantendo l'aspetto scientifico dell'operazione attraverso un comitato scientifico di cui fanno parte personaggi di grande competenza quali Andrea Emiliani - già Soprintendente - e Pier Giorgio Pasini, uno dei maggiori conoscitori dell'arte sacra riminese. Si sono tenuti presenti vari aspetti: dall'organicità dell'intervento alla cura del contesto in cui le opere sono e saranno ricollocate, alle condizioni di sicurezza, sia relativa al mantenimento delle opere, che contro la criminalità. La prima operazione sviluppata è stata un censimento, ampiamente significativo, delle opere d'arte conservate nelle chiese della provincia e la selezione di 50 opere poi raggruppate in 20 lotti. Le opere prescelte coprono un arco temporale assai vasto, dal XIV al XX secolo: fra le più antiche e affascinanti figurano due crocifissi dipinti su tavole sagomate da ignoti artisti appartenenti alla celebre "scuola riminese del trecento"; al periodo rinascimentale appartengono alcuni crocifissi lignei di notevole interesse culturale e devozionale, uno dei quali di un grande artista tedesco. Tra le opere del seicento risaltano una pala del Centino, noto autore locale, e un'altra del Mastelletta, di scuola bolognese; figurano anche nomi importanti del settecento: i riminesi Giovan Battista Costa, Ligorio Donati e Angelo Sarzetti, il bolognese Giuseppe Marchesi detto il Sansone, il cesenate Giuseppe Milani. Tuttavia nella scelta delle opere non si sono privilegiati tanto i nomi celebri o i centri urbani maggiori quanto le necessità di conservazione, così come non è stato dato eccessivo rilievo a particolari epoche. Sono state prese in considerazione anche opere di anonimi che rappresentano tuttavia insostituibili documenti di fede e di devozione. Il primo lotto, composto di dodici opere già ritornate al loro posto, è stato affidato con gara ufficiosa a gruppi di restauratori selezionati, agli inizi di luglio 1999; il secondo e il terzo lotto, per un totale di 42 opere, è stato assegnato il 26 gennaio del 2000; alla fine di giugno gran parte delle opere tornerà nei luoghi di origine. L'attività amministrativa ha avuto inizio nel dicembre del 1998; a questa ha fatto seguito il lavoro istruttorio di ricognizione delle opere presenti nelle chiese riminesi, di quelle che richiedevano con urgenza interventi di restauro, la scelta delle opere da prendere in considerazione e l'analisi degli elementi necessari per procedere ad una gara ufficiosa per il restauro. Il costo risulta sufficientemente contenuto, in rapporto all'entità dell'intervento: 528.000.000, comprensivo dei costi connessi all'analisi e del Comitato Tecnico Scientifico. Dai pochi elementi illustrati emergono con chiarezza i motivi di soddisfazione per l'operazione svolta: tempi rapidi, intervento organico, costi limitati, grande snellezza amministrativa, coinvolgimento di tutto il territorio, stretto rapporto tra azione amministrativa e sentimento popolare e modalità innovative di intervento nel contesto di un nuovo federalismo.

La pagina del Sistema Museale della Provincia di Rimini - pag. 6 [2000 - N.7]

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