Vittorio Guaccimanni

Pittore, valente incisore, docente e direttore, e uomo di cultura impegnato nella tutela del patrimonio artistico ravennate

Gioia Boattini - Sistema Museale della Provincia di Ravenna

"Vittorio Guaccimanni [...] ha fra gli altri, il merito grandissimo, comune a pochi dei nostri, di aver colto e reso il paesaggio ravennate, pinete e acquitrini, bassure e orizzonti, pianura e marina, verdi silenzi e solitudini animate".
Con queste parole Santi Muratori nel 1928 descriveva la produzione artistica del ravennate Vittorio Guaccimanni, auspicando la realizzazione di una mostra che ne esponesse le opere, assieme a quelle del fratello Alessandro, anch'egli artista.
Nato nel 1859 da una famiglia aristocratica, Vittorio Guaccimanni fu allievo di Arturo Moradei, il pittore fiorentino che nel 1870 si trasferì a Ravenna dopo aver vinto la cattedra di Pittura presso la locale Accademia di Belle Arti. L'influenza del realismo, venato di un pacato sapore intimista, del maestro toscano si riflette nei primi orientamenti artistici di Guaccimanni, così come l'introduzione, da parte di Moradei, di quei soggetti (paesaggi, contadini, tramonti sui canali, pinete) che connoteranno la pittura di genere a Ravenna per tutto il Novecento.
Noto in città per i suoi interessi politici, non ancora ventenne Guaccimanni prese parte a quella spedizione anticlericale che, guidata dall'allora sindaco di Ravenna Silvio Guerrini, nella notte fra il 15 e il 16 luglio 1878 atterrò la Madonna che si ergeva sulla colonna di piazza del Duomo.
Artista dello spiccato talento di disegnatore, all'inizio della sua carriera si dedicò ai ritratti e ai dipinti di battaglie e di cavalli, in cui sperimentò varie tecniche, dalla pittura a olio all'acquerello, al pastello. A proposito di questa sua produzione, e del particolare apprezzamento che riscosse, si ricorda quello che scrisse sulle pagine del Corriere della Sera una penna autorevole come quella di Ugo Ojetti: "Guaccimanni è un disegnatore di cavalli e soldati che ormai, morto il Fattori, non ha l'eguale in Italia".
Fin dall'inizio degli anni Ottanta partecipò a importanti esposizioni nazionali e internazionali, durante le quali riportò numerosi riconoscimenti e premi, e che furono occasione per tessere contatti e conoscenze: Milano, Roma, Torino, Monaco, Parigi, Vienna, Dusseldorf, Venezia, Bruxelles, Buenos Aires e Londra, nel 1916, quando prese parte alla Esposizione Internazionale d'Incisione Italiana.
Date le sue doti nel campo della grafica, grande interesse e impegno dedicò all'incisione, in particolare a quella all'acquaforte, spesso arricchita con interventi all'acquatinta. Ed è in questo campo che forse maggiormente si rivela la sua raffinatezza di artista e il suo racconto, così delicatamente partecipe, diviene più lirico e suggestivo: i soggetti dei suoi fogli sono i temi prediletti, indagati anche attraverso altre tecniche e quasi sempre tratti dalla realtà locale, quali monumenti, scene militari, ritratti, paesaggi, raffigurati con grande sensibilità e fine osservazione, e resi con straordinario effetto pittorico.
Particolarmente affascinanti sono le molte acqueforti dedicate alla pineta ravennate, in cui la vegetazione assume un ruolo centrale, assurgendo al rango di vero e proprio monumento, imponente ed evocativo, che come tale va protetto e salvaguardato. Colpisce la sintonia dimostrata in questo con un suo illustre concittadino, il giurista e politico Luigi Rava, che nel 1905 legò il suo nome alla prima legge di tutela paesaggistica d'Italia, indirizzata, appunto, alla "conservazione della Pineta di Ravenna".
Oltre che valente artista, Vittorio Guaccimanni è stato un apprezzato maestro, che ha avuto un ruolo importante nella formazione degli allievi dell'Accademia di Belle Arti di Ravenna, della quale è stato a lungo docente e, dal 1902, anche direttore. Fu sotto la sua direzione che venne istituito il primo corso di mosaico e che si realizzò quell'apertura, in linea con il cambiamento culturale diffusosi nella seconda metà dell'Ottocento sul modello del movimento inglese delle Arts & Crafts, alle arti industriali e applicate e che vide l'affiancarsi, all'interno delle aule accademiche, di artisti e artigiani, verso una rivalutazione delle cosiddette 'arti minori'.
Guaccimanni fu una delle personalità di spicco del panorama culturale della Ravenna del suo tempo, in costante e amichevole contatto con Corrado Ricci, e come questi attivamente impegnato nel campo della tutela e della valorizzazione del patrimonio storico-artistico cittadino.
Morì, quasi ottantenne, il 3 giugno del 1938.

Personaggi - pag. 10 [2017 - N.58]

[indietro]