Museo Francesco Baracca - Lugo
Via Baracca, 65 48022 Lugo
Tel. 0545 24821-38556 Fax 0545 38534
email museobaracca@comune.lugo.ra.it
web http://www.museobaracca.it
Museo di Qualita' 2010-2012
Apertura: da martedì a domenica ore 10-12 e 16-18.
Chiusura: lunedì, 1 gennaio, 15 maggio, la 2° e la 3° settimana di agosto e dal 25 al 31 dicembre.
Ingresso a pagamento (€ 2,50 intero e € 1,50 ridotto)
Accessibile ai diversamente abili
Di essere al contempo un aviatore "scientifico", per la consapevolezza dell'aereo come macchina, come strumento della tecnica, e per la sua grande abilità tattica nell'affrontare il combattimento; e un militare umano, non solo per la sua proverbiale sensibilità cavalleresca verso i nemici, ma soprattutto perché guidato da un desiderio di avventura, di ricerca e di conoscenza, niente affatto guerrafondaio, ma ispirato, piuttosto, a valori e ad ansia di progresso, come testimoniano le numerose e significative lettere alla madre.
Questi principi sono la sorgente ideale del nuovo Museo, di cui è stata inaugurata la prima sezione nel giugno del '93, accanto alla storia di un'epoca, in particolare della Grande Guerra e dei primordi dell'aviazione.
Sede attuale è la casa natale dell'eroe, situata nella via che da lui ha preso il nome, un palazzo riedificato in stile liberty dalla famiglia e che il padre Enrico lasciò al Comune affinché fosse destinato a Museo.
Esso rappresenta il punto di partenza di un itinerario cittadino che comprende il Monumento del '36, opera dello scultore faentino Domenico Rambelli e la Cappella sepolcrale, collocata nel cimitero cittadino, sulla strada che collega Lugo a Bologna: maestoso sarcofago, fuso col bronzo dei cannoni austriaci del Carso, all'interno di una cappella decorata dall'artista lughese Roberto Sella.
Istituito dal Comune di Lugo nel 1924, inaugurato nel 1926 e collocato fino al 1990 in una sala affacciato sul voltone di ingresso della Rocca estense, il Museo Francesco Baracca ha testimoniato nel corso dei decenni la persistenza del mito formatosi all'epoca delle imprese dell'asso dell'aviazione italiana, nato a Lugo nel 1888 e caduto sulle alture del Montello, in provincia di Treviso, il 19 giugno del 1918.
Attualmente gli spazi espositivi occupano il solo piano terra, il primo piano del palazzo ed il cortile esterno: oltre 500 tra cimeli, effetti personali, documenti, foto, vengono proposti all'attenzione del visitatore. Il completamento della prima fase del progetto ha posto in posizione centrale l'aereo già ospitato in Rocca, il caccia della Prima Guerra Mondiale SPAD VII S 2489, di costruzione francese, restaurato all'inizio degli anni '90 dal GAVS di Torino.
Il restauro è il risultato di oltre 2.000 ore di lavoro, di un intervento di tipo filologico che si è avvalso di una ricca serie di documenti, foto dell'epoca, e soprattutto di una "cultura" del restauro - testimonianza di un evento, di una concezione d'impiego, di una tecnologia - applicate per la prima volta dal National Air and Space Museum di Washington e gradualmente recepite dai principali musei italiani. Al termine delle operazioni, infatti, si è ottenuto, almeno dal punto di vista esteriore, un ritorno all'aspetto originale dello SPAD VII, senza compromettere la possibilità di integrare o correggere quei dettagli che in futuro dovessero emergere da eventuale nuova documentazione.
Sul fianco sinistro della fusoliera compare l'emblema personale del maggiore Baracca, quel "cavallino rampante" divenuto noto in tutto il mondo per essere stato adottato da Enzo Ferrari quale stemma della vettura di Maranello.
Il museo è arricchito da cimeli personali dell'eroe, documenti dell'epoca e da una mostra fotografica che testimonia tutte le fasi di restauro dell'aereo.
E per sottolineare la centralità dell'idea del volo, come tecnica ma anche come mito della modernità, su iniziativa degli Amici del Museo Baracca, nell'estate del 1997, nel cortile del Museo è stato collocato un G91Y, aereo da ricognizione dell'aviazione italiana: un'occasione preziosa per saldare due fasi e due epoche della grande avventura nei cieli.
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Reconstructed in 1916, but probably dating back to the second half of the nineteenth century, the house belonged to the Baracca family until 1951, when it was given to the municipality of Lugo following the wishes expressed in the will of Count Enrico Baracca, father of Francesco, that it be used as a museum.
The building housed the middle school "Silvestro Gherardi" until the mid-Seventies; it was then occupied by various associations, the Resistance Museum, and finally by the Francesco Baracca Museum since 20th of June 1993, following the transfer of the museum from its original location in the Estense fortress to the birth house of the Italian aviation pioneer.
Francesco Baracca was born on the 9th of May 1888 by Paolina Biancoli and Enrico Baracca. After graduating from high school he enrolled at the Military School in Modena, where he remained for a couple of years. After attaining his civil aviation license, he went on to gain his military pilot's license and dedicated himself to perfecting his training. For its action in war, he would receive a bronze medal, three silver medals, the Knight Grand Cross of the Military Order of Savoy and finally the Gold Medal for Military Valour. On the 19th of June 1918, Francesco Baracca lost his life during a low-flying machine-gunning action.
Regarding the Museum, the lobby currently exhibits a Ferrari F399 which competed in the
Formula 1 Championship in 1999. The single-seater is a loan from the Galleria Ferrari museum in Maranello, the result of a collaboration between the two museums.
Instead, the SPAD Room is fitted out to evoke the idea of flight. The SPAD VII was used by the 91st Squadron between the end of 1917 and the beginning of 1918, a period which coincides with its use by the ace, although no archive document is currently able to confirm its effective use by Francesco Baracca. An initial series of restoration works were carried out at the end of the Sixties by air force technicians, followed by further works in 1990, carried out by the Turin section of the Friend of Historic Aircraft group.
In the courtyard you can also admire an Aeritalia G. 91Y donated by the Italian Air Force, thus bringing two different eras of flight together under one roof.
The First floor begins with displaying various uniforms worn by Baracca, and one which belonged to an Austrian pilot, donated to the Museum by the Viennese collector Johannes Walenta. As well as honouring all the pilots of the First World War, the room shows Europe's fall from the splendour of the Belle Époque to the horror of the war.
The place of honour in one of the display cases is occupied by a wooden panel which Francesco Baracca had made, bearing the emblem he chose - the black rampant horse- in honour of the "Piedmont Cavalry" Regiment he had once belonged to.
The room of Honours shows medals and diplomas awarded to Francesco Baracca, including the Gold Medal, and various personal items, while the room of 91st Squadron is dedicated to Baracca's companions. There are the biographies of some of the pilots who served in the squadron, while a blown-up photograph on the wall, shows Baracca and the other pilots in front of a SPAD.
The second floor houses the room of the Rampant Horse and the War Memoirs room.
The first owes its name to the panel showing a reproduction of the original emblem of the Rampant Horse from a SPAD and conserved by the X Fighter Group of the Air Force. Besides various weapons from planes which were shot down are arranged along the walls.
The second room brings together objects removed from enemy soldiers, a practice common even among the Italian troops. Here you can also admire the recreation of a trench with the equipment given to the Austrian infantry and artillery, but also to the Italian troop.