Museo del Risorgimento e dell'Età contemporanea - Faenza

Musei storici

Apertura: sabato e domenica ore 10-12 e 15-19.
Visite su prenotazione telefonando al n. 0546 691710

Ingresso gratuito

gen. Giuseppe Sercognani
L'origine del Museo risale al 1904, quando fu allestita in modo permanente, in un locale annesso alla Pinacoteca Comunale, una mostra dedicata al contributo dei Faentini al Risorgimento italiano, già presentata all'esposizione Regionale Romagnola di Ravenna.
Intorno agli anni Venti, il Museo fu chiuso per consentire un allargamento degli spazi espositivi della Pinacoteca, mentre l'allestimento di una mostra sull'indipendenza italiana determinò un ulteriore incremento della raccolta con documenti e cimeli sulla Prima Guerra Mondiale.

Nel 1929 il Museo fu riaperto e sistemato nei locali della Biblioteca a cura dell'allora direttore Pietro Zama. Nel 1960 si aggiunsero al Museo altre testimonianze sulla lotta di liberazione. Il nucleo più significativo, dall'età napoleonica all'Unità d'Italia, comprende stampe, fotografie, dipinti, proclami, locandine, armi, bandiere, uniformi e cimeli vari.

Nuovamente chiuse al pubblico nel 1976, il Museo del Risorgimento e dell'Età Contemporanea di Faenza ha trovato finalmente la sua definitiva sede in alcuni dei prestigiosi locali di Palazzo Laderchi, riaprendo al pubblico nell'ottobre 2009.  L'importanza di questo edificio si lega alle molteplici vicende di uno dei più antichi casati faentini quello della famiglia Laderchi, che tanto ha contribuito alla storia e allo sviluppo della città soprattutto durante il periodo risorgimentale. Il Palazzo fa parte di quel complesso edilizio monumentale prospiciente alla piazza che caratterizza il centro storico e ne è uno degli elementi più significativi sia per la felice posizione, sia per il valore dell'architettura e delle decorazioni interne.
Il Museo presenta in particolare l'esposizione di una piccola selezione dei più importanti documenti faentini e cimeli che vanno dall'età napoleonica alla metà dell'Ottocento. L'esposizione parte con la presentazione di documenti, fotografie e una bandiera del periodo risorgimentale. 
Nella saletta adiacente si trovano alcune immagini dei protagonisti dell'Unità d'Italia. Di grande interesse un ritratto di Aurelio Saffi dipinto in maiolica da Angelo Marabini e un busto in terracotta raffigurante Giuseppe Mazzini realizzato da Domenico Baccarini, firmato e datato 1900. Nel Salone delle feste o Galleria di Psiche sono esposti bandi editti documenti e ritratti a partire dal 1794 fino a Pio VII. Di rilievo un busto in marmo bianco di Napoleone I attribuito allo scultore Raimondo Trentanove. Nell'ultima sala sono presenti armi e documenti, quadri e cimeli vari che si riferiscono esplicitamente a personaggi ed avvenimenti accaduti a Faenza durante la prima metà dell'Ottocento. Spiccano tra i ritratti quelli di Achille e Francesco Laderchi ed una rara miniatura raffigurante il generale Giuseppe Sercognani.

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