Museo Nazionale - Ravenna

Musei archeologiciMusei artistici

via San Vitale, 17 48121 Ravenna
Tel. 0544 543724
email pm-ero.musnaz-ra@beniculturali.it
web https://goo.gl/k4LYZx

Apertura: da martedì a giovedì apertura 8.30 - 14 (chiusura biglietteria ore 13.30)
venerdì e sabato apertura 8.30 - 19.30 (chiusura biglietteria ore 19)
domenica apertura dalle ore 14 alle 19.30 (chiusura biglietteria ore 19), tranne ogni prima domenica del mese 8.30 - 19.30 (chiusura biglietteria ore 19)
Chiusura: lunedì, 1 gennaio, 25 dicembre

Ingresso a pagamento: € 6

Il nucleo originario delle collezioni del Museo Nazionale di Ravenna è dovuto all'erudita attività dei monaci camaldolesi di Classe che, soprattutto durante il Settecento, raccolsero numerosi oggetti d'interesse antiquario e naturalistico presso il loro monastero cittadino. Con la soppressione degli ordini religiosi del 1797, le proprietà delle grandi abbazie ravennati passarono al Comune e nel 1804 venne istituito il Museo Classense Municipale. Grazie alla volontà dello scultore Enrico Pazzi, che ne fu il primo direttore, i materiali vennero organizzati in un vero e proprio museo, detto "bizantino". Nel 1885 l'istituzione divenne Nazionale, passando sotto la tutela dello Stato. Dal 1913-14 le raccolte hanno sede negli ambienti e nei chiostri dell'ex monastero benedettino di San Vitale, una delle più importanti abbazie cittadine, della quale si ha notizia già nel X secolo.
Attualmente il museo, che si è continuamente arricchito tramite doni e acquisti, ma soprattutto con i materiali provenienti da scavi e rinvenimenti, si configura come un vasto insieme di raccolte eterogenee, sostanzialmente riconducibili a tre gruppi fondamentali: il lapidario, i reperti di scavo provenienti dal territorio e le collezioni di arte cosiddetta minore, dove predomina nettamente il lascito classense.
Il primo ambiente al quale si accede nel corso della visita al museo è l'ampio refettorio del monastero, che attualmente ospita il ciclo degli affreschi trecenteschi, opera di Pietro da Rimini, provenienti dalla chiesa di Santa Chiara in Ravenna.
Il lapidario è per la maggior parte esposto lungo i chiostri. Il chiostro più recente, realizzato alla metà del Cinquecento, accoglie un vasto repertorio di scultura dall'epoca paleocristiana fino all'età moderna. Nel chiostro più antico, realizzato alla fine del Quattrocento, sono disposti i reperti lapidei di epoca romana, consistenti soprattutto in una ricca raccolta di epigrafi e stele funerarie.
Tramite lo scalone monumentale si accede ai piani superiori: qui si alternano nell'esposizione i materiali archeologici provenienti dal territorio circostante e le raccolte di arti cosiddette minori, che rappresentano una vasta parte delle collezioni museali e sono distinte a seconda del tipo di materiale, come nell'antico ordinamento delle collezioni classensi.
Si accede in primo luogo alla collezione dei bronzetti e delle placchette; in fondo alla sala è esposto un grande mobile da farmacia della fine del Settecento.
Il percorso continua nella serie di salette dove sono collocati reperti dell'età del bronzo in Romagna e materiali di epoca romana venuti alla luce durante scavi a Ravenna e nella zona del porto di Classe, qui rappresentato dai reperti di numerose necropoli.
Seguono le salette dette "delle erme" e "delle transenne", che contengono importanti elementi di scultura romana e bizantina.
Nella collezione degli avori, una delle più famose del museo, sono presenti prestigiosi esemplari tardoantichi, manufatti del gotico francese e cofanetti quattrocenteschi.
Attraversando la sala detta "della sinopia", che ospita reperti provenienti da scavi presso la basilica di Sant'Apollinare in Classe, si passa agli ambienti nei quali è allestita la collezione delle icone, con opere della scuola detta "cretese-veneziana" e della pittura popolare dei Madonneri.
Nel grande dormitorio nuovo e nelle salette adiacenti è esposta la raccolta di armi e armature e la collezione delle ceramiche, suddivisa per settori: la maiolica istoriata, la ceramica medievale, quella da farmacia e la maiolica settecentesca.
Il piano ammezzato, le antiche cantine e la tinazzara del monastero ospitano una sezione numismatica e reperti archeologici provenienti da scavi in città e provincia.

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