Quaderni del progetto beni culturali

n. 1 - 1995
a cura di Italo Zannier (Longo Editore)
I cataloghi fotografici, come questo di Liverani autore, realizzato sul tema dei musei del ravennate, sono costruiti per censire in immagine e per veicolare (e, perché no, per pubblicizzare), un patrimonio culturale altrimenti spesso sconosciuto.
Come scrive Andrea Emiliani, è inoltre necessario "conoscere per conservare; questo fu il primo slogan usato per dare identità almeno alle cose...". Identità; quella fotografica, è, per ora - ossia in attesa delle nuove tecnologie di visualizzazione - la più soddisfacente, dal punto di vista informativo e anche spettacolare, ma è inevitabile che la sua lettura avvenga tenendo conto dell'identità che il fotografo ha assegnato all'oggetto, suo tramite preso "in considerazione", nel bene e nel male.
Questa volta la rappresentazione è stata affidata a un solo fotografo, Gian Luca Liverani, al quale è stata richiesta la costruzione visiva dell'intero Catalogo, invitandolo a leggere "di persona" un itinerario culturale, e il suo "paesaggio", in una sequenza obbligatoriamente scandita dalla presenza di questi innumerevoli musei, a volte imprevedibili e straordinari, oltre che sconosciuti;
musei piccoli e grandi, antichi e moderni, dispersi in quel mitico territorio che è il Ravennate, qui riproposto sinteticamente anche nell'insieme, immagine dopo immagine.
L'iniziativa, in questa dimensione, è in parte nuova, se si tien conto della organicità e complessità del lavoro, e della funzione inevitabile del Catalogo finale, che è quella di mostrare luoghi e cose, sebbene questa volta "secondo il fotografo", e non come aggregazione di immagini di repertorio.

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