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Il Museo è stato inaugurato nel 2002 nei locali che furono il laboratorio di Carlo Zauli, considerato uno dei maggiori scultori ceramisti del Novecento e punto d'ispirazione per molti artisti contemporanei. Nato a Faenza nel 1926, allievo e collaboratore di Angelo Biancini, Zauli frequenta fin da giovanissimo alcuni corsi di ceramica; il suo lungo percorso artistico inizia nel 1950 quando, assieme agli amici Uberto Zannoni, Averardo Giovannini e Renato Zama, rileva lo studio del ceramista Mario Morelli, il laboratorio sito in via della Croce a Faenza in cui è sorto il Museo Carlo Zauli.
Noto internazionalmente sin dalla fine degli anni '50, quando realizzò il grande fregio per la reggia di Baghdad, Zauli è presente con le sue opere in una quarantina di musei di tutto il mondo. La sua arte si può definire un continuo dialogo tra struttura e materia, tra geometria e naturalità, tra forma primaria e metamorfosi esaltata dalla forte energia plastica dell'argilla, nella cui relazione si può ascoltare, come scrisse nel 1974 il critico giapponese Inui, il silenzio della grande natura.
Il Museo riesce efficacemente a narrare la vicenda artistica e creativa di Carlo Zauli attraverso due percorsi museali paralleli e coincidenti: un percorso prettamente espositivo che espone opere datate dagli anni '50 agli anni '90 e che svela al visitatore l'attitudine alla ricerca e sperimentazione di un artista che da ceramista divenne scultore, e un percorso legato al suo studio-bottega, che si snoda tra gli ambienti del suo laboratorio, dalla cantina delle argille alla stanza degli smalti, dalla sala dei forni a quella dei torni e dei grandi altorilievi.
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