logo sistema museale
i musei del sistema museo informa pubblicazioni scrivi al sistema
laboratorio di didattica a spasso per musei
gli altri musei news info mappa del sito link
cerca

Ecomuseo della Civiltà Palustre
BAGNACAVALLO, 48012

vai alla scheda del museo

Largo Tre Giunchi, 1
tel.: 0545 47122-49191
fax: 0545 47122
barangani@racine.ra.it
www.racine.ra.it/erbepalustri
Apertura: da ottobre a marzo, martedì e giovedì: 9.00 - 12.00.
Prima domenica del mese: 15.00 - 18.00, anche su appuntamento.
Da aprile a settembre, martedì e giovedì: 9.00-12.00.
Prima domenica del mese: 15.30-18.30, anche su appuntamento.
Chiusura: Agosto
icona museo

Prima delle grandi bonifiche dell'ultimo secolo, la nostra regione era disseminata di zone umide facenti parte di un ricco complesso idrografico: stagni e zone acquitrinose caratterizzavano l'entroterra, mentre sulla costa si susseguivano aree deltizie, piallasse e basse retrodunali.
Tale realtà territoriale offriva una vegetazione spontanea pregiata e adatta a utilizzi vari. In questa realtà, nel XIV secolo, sorge il paese di "Villanova delle capanne" lungo l'argine sinistro del fiume Lamone, re di tutte le bonifiche della zona.
Le abitazioni sono disposte in borgata a pettine, lungo una strada che collega i territori di Bagnacavallo e Mezzano, un tempo non solo dimore, ma laboratori dove una popolazione laboriosa e geniale ha svolto per lungo tempo un'attività di tipo artigianale, che l'ha resa nota anche oltre confine.

Il forestiero che si trovava a percorrere la strada sopra citata, fino a poco tempo fa, avvertiva automaticamente la singolarità dell'attività locale, svolta in ogni cortile e sulla soglia delle case ed era invitato ad ammirare la qualità e la grande varietà della produzione.

Innumerevoli oggetti uscivano dalle mani capaci e svelte delle nostre artigiane che intrecciavano abilmente le erbe palustri, arricchendo ogni manufatto con trame diverse dettate da una creatività individuale che lasciava sempre spazio a nuove variazioni.
Le materie prime utilizzate, reperibili nell'ambiente circostante, erano primariamente cinque varietà di erbe palustri. I legnami nostrani, tipo il pioppo e il salice, erano complementari a queste erbe. Le opere di sramatura e di sfalcio eseguite da vecchi e competenti vallaroli, timorati da un rispetto quasi sacrale nei confronti dell'ambiente valle loro fonte di sostentamento, erano fondamentali per mantenere un equilibrio di vita, oggi completamente a rischio per la mancanza di detti interventi.

Utilizzare questi prodotti spontanei della valle non solo non danneggiava l'ambiente, ma gli sfalci stagionali favorivano la vita della palude e agevolavano la migrazione e la sosta degli uccelli. Una importante caratteristica ambientale locale, ormai completamente estinta, ma un tempo diffusissima, era la costruzione dei capanni rurali in canna palustre. Unica costruzione dell'uomo con impatto ambientale "zero", si integra armoniosamente col territorio, sia nelle zone umide che in quelle rurali e periferiche, ed è da considerarsi una casa della natura, pari alle tane degli animali o ai nidi degli uccelli. In contrapposizione agli attuali criteri di edificazione dei grandi agglomerati urbani, violenti ed invasivi non solo nei confronti del suolo ma anche del cielo, il capanno ha il grande pregio di fondersi con l'ambiente.
Il Centro è una realtà museale emergente che inizia la sua attività di ricerca e recupero nel 1985, con la finalità primaria di salvare e documentare un bagaglio di capacità e valori legati alla vita vissuta fra terra e valle. Particolare attenzione va alle antiche tecniche di lavorazione delle erbe palustri, sviluppatesi dal XIV secolo fino agli anni settanta, nella piccola comunità di Villanova di Bagnacavallo.

L'opera di ricerca, portata avanti dal gruppo di ricerca dell'Associazione Culturale Civiltà delle Erbe Palustri, evidenzia l'esigenza di non disperdere una varietà di tecniche di lavorazione di valore estremo: patrimonio generazionale che, estinguendosi, porta con sé un'arte specifica, si potrebbe dire unica, di intrecciare e tramare le erbe di valle con le sole mani o con l'ausilio di rudimentali attrezzi.

Questa realtà museale, unica nel suo genere, che recupera incastri, intrecci, trame, torsiani e filature, è allestita in un edificio scolastico di fine XIX secolo. E' organizzata in sei sezioni espositive, e comprende tra l'altro una sala didattica e un piccolo stagno. Specializzato in visite guidate, il Centro si propone, non come immobile contenitore di cimeli, bensì come ideatore di progetti e attività culturali dinamiche e creative.

Laboratorio sulle tecniche ottocentesche di lavorazione delle erbe di valle e del legno nostrano
Laboratorio sulle tecniche ottocentesche di lavorazione delle erbe di valle e del legno nostrano
Sezione espositiva dedicata alla Carice e al Legno nostrano
Sezione espositiva dedicata alla Carice e al Legno nostrano
Calzature realizzate con erbe palustri
Calzature realizzate con erbe palustri