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L'art. 10 della L.R. 18/2000 prevede che l'IBACN in collaborazione con gli enti interessati elaborerà, entro un anno dall'entrata in funzione della legge, gli standard museali, standard che prevedono non solo i requisiti minimi che dovranno avere i musei per essere tali, ma anche quelli riguardanti il grado di professionalità degli addetti ai musei. Ci si avvia verso un futuro che, almeno nelle intenzioni, sgombrerà il campo da quell'improvvisazione in cui troppo spesso ci si imbatte, non solo per iniziativa di associazioni private, ma anche di alcuni Comuni che vorrebbero trasformare dei semplici depositi in musei e dei volonterosi cittadini in operatori museali. Entro sessanta giorni dal suo insediamento la commissione dovrà terminare i propri lavori e, una volta definiti gli standard, ogni museo dovrà adeguare le proprie strutture e i propri servizi al rispetto degli standard entro due anni dalla loro adozione, pena l'esclusione dalla concessione di contributi sia regionali sia provinciali. Ma in cosa consisteranno questi standard? Senza voler essere profeti, crediamo che si possano anticipare alcune proposte già avanzate a livello nazionale e che prevedono che ogni museo dovrà dotarsi di uno statuto che stabilisca: Identità del museo (natura e storia delle collezioni), prestazioni e attese (metodi e tempi di lavoro, servizio al pubblico, ecc.), vincoli normativi (assetti istituzionali), risorse assegnate (umane e finanziarie), politiche di sviluppo (mediante confronto fra direzione del museo e amministrazione competente). In parole povere: riconoscimento giuridico, personale specializzato, servizio al pubblico e investimenti ad hoc. Chi non si adeguerà e se i Comuni e i privati proprietari degli attuali musei non perseguiranno questa politica, così come già avviene (anche se ancora in maniera sofferta) per le biblioteche, saranno molti i musei che dovranno uscire dal Sistema museale provinciale e che non fruiranno più di contribuzioni provinciali e regionali.
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