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Museo Informa: notiziario del Sistema Museale
N. 14 anno 2002
Speciale biblioteche dei musei

La biblioteca del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza
Nata nel 1908 per volontà di Gaetano Ballardini, raccoglie oggi più di 55.000 volumi provenienti da tutto il mondo
Iolanda Silvestrini - Museo Internazionale delle Ceramiche

Il Museo Internazionale delle Ceramiche, con sede nell’ex Convento di San Maglorio, nacque per volontà di Gaetano Ballardini, in occasione della Esposizione del 1908 per il terzo centenario della nascita dello scienziato faentino Evangelista Torricelli. Nel 1912 lo Statuto, approvato con Regio Decreto, prevedeva tra i suoi scopi di "raccogliere pubblicazioni in modo da offrire agli studiosi un materiale bibliografico di critica, di storia, di arte e di tecnologia ceramica". Negli anni che seguirono, la Biblioteca si arricchì di preziosi volumi tanto che nel 1929 Ballardini, partecipando al primo congresso mondiale delle biblioteche e di bibliografia, la definiva ancora modesta nella sua entità (3.400 pezzi tra volumi, opuscoli, grafici e manoscritti), ma già in grado di rappresentare "per l’Italia un fondo cospicuo di materiale di studio ogni dì in aumento". Il 28 ottobre 1935 si inaugurò la nuova sede della biblioteca nei locali di San Maglorio e Giuseppe Liverani annunciandone la riapertura la definì "raccolta unica al mondo per ciò che riguarda l’arte ceramica" e precisò che essa comprendeva già più di 6.000 volumi. La crescita della Biblioteca subì un brusco arresto nel periodo della Seconda Guerra mondiale: con il bombardamento del 13 maggio 1944 il Museo subiva gravi danni e la Biblioteca stessa con tutte le suppellettili e gli arredi venne totalmente distrutta. Nonostante si fosse provveduto allo “sfollamento” della raccolta libraria fuori città, a Villa Isola e a Villa Spada, nel tentativo di porla a riparo dai danni della guerra, dei 10.800 volumi che componevano la raccolta, purtroppo oltre la metà vennero saccheggiati o distrutti nel crollo dell’edificio che li ospitava. Nella successiva opera di ricostruzione fu affidato all’architetto faentino Ennio Golfieri l’incarico di progettare un arredamento sulle linee del precedente e furono così realizzate le attuali librerie e scaffali in tre nuovi ambienti. Al fondo recuperato dalle macerie di 4.428 tra volumi e opuscoli, si sono aggiunti sino al 1980 22.500 volumi e 8.000 opuscoli, acquisiti grazie alla tenace volontà dei ricostruttori, alla sensibilità degli studiosi e degli istituti, alla generosità di donatori quali Paolo Galli, Georges Haumont, Gaetano e Antonietta Ballardini, card. Amleto Cicognani, Luigi Zauli Naldi, Jean Charles Mathon, Fernanda Ojetti, Nelly Rey, Luciano Collina e molti altri. Il fiorire degli studi di ceramica nell’ultimo ventennio, l’accurata politica dei cambi e delle acquisizioni, affiancata da un cospicuo materiale inviato da musei, biblioteche, case editrici e studiosi, per l’attività di recensione e segnalazione sulla rivista «Faenza» edita dal Museo stesso, ha portato ad un incremento del patrimonio della Biblioteca attualmente attestato oltre i 55.000 volumi, con opere provenienti da tutto il mondo. Inoltre la Biblioteca possiede un fondo speciale di edizioni a stampa dei secoli XVI-XVIII, una ricchissima raccolta di cataloghi d’asta italiani e stranieri e una sezione di riviste specializzate di arte e di ceramica che raccoglie oltre 400 periodici in corso e 600 cessati. La maggior parte delle pubblicazioni riguardanti la ceramica è organizzata secondo un ordinamento topografico che copre tutte le nazioni (con particolare riguardo per i centri di produzione italiani ed europei ed un settore dedicato specificatamente alla ceramica faentina), con settori specifici per la tecnologia, la conservazione e il restauro. Non mancano settori dedicati alle altre discipline artistiche (pittura, scultura, architettura), all’archeologia e alle antiche civiltà, alle arti decorative e minori, alla grafica (stampe e disegni) al design ecc., cioè a tutte quelle discipline ausiliarie fondamentali per uno studio completo della ceramica. Dal 1995 è iniziato il processo di informatizzazione del catalogo, che dal gennaio 2002 è possibile consultare, per quanto concerne le acquisizioni correnti della biblioteca, anche attraverso il Sistema Bibliotecario Nazionale (Indice Nazionale), oppure dall’OPAC del Polo Romagnolo.



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