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Museo Informa: notiziario del Sistema Museale
N. 23 anno 2005
Appunti dai convegni

La diaspora dell’Arcangelo
È stata organizzato dal Centro Internazionale di Documentazione sul Mosaico di Ravenna una giornata di studi sulla chiesa di S. Michele in Africisco, dedicata alla memoria di Giuseppe Bovini
Sara Andruccioli - Centro Internazionale di Documentazione sul Mosaico, M.A.R. di Ravenna

Il Centro Internazionale di Documentazione sul Mosaico, sezione del Museo d’Arte della città di Ravenna, ha organizzato nelle giornate del 21 e 22 aprile scorso presso la Sala dei Mosaici del Palazzo del Mutilato, un convegno di studi dedicato ad uno dei monumenti di epoca bizantina tra i più importanti del VI secolo: la chiesa di S. Michele in Africisco. Con questo convegno il Centro, che si propone di documentare,valorizzare, promuovere il mosaico in tutte le sue espressioni, senza limiti cronologici o geografici, ha voluto restituire alla città di Ravenna la conoscenza di un monumento che, anche se oggi non conserva il suo aspetto originale, rimane comunque importante testimonianza del glorioso passato della città.
La chiesa fu edificata durante il regno dell’Imperatore Giustiniano, pochi anni prima di S. Vitale e S. Apollinare in Classe, per volontà di Giuliano Argentario, funzionario della corte bizantina,come ex-voto per una grazia ricevuta dall’Arcangelo Michele. Fu aperta al pubblico nel 545 e consacrata nel 547 dall’Arcivescovo Massimiano.
L’edificio, di cui oggi rimangono solo alcune strutture murarie, era decorato al suo interno da mosaici parietali e pavimentali, ma per alterne vicissitudini subì molte trasformazioni e spoliazioni. Dopo la soppressione napoleonica del 1805 S. Michele fu acquistato da Andrea Cicognani che ne ricavò botteghe per venditori di pesce. Nel 1840 fu venduto all’antiquario Giuseppe Buffa, che volendo lo stabile come deposito di legna, protesse il mosaico dell’abside con un muro.
La chiesa fu visitata in quegli anni da un inviato di Federico Guglielmo IV di Prussia che ordinò l’acquisto del mosaico dell’abside. Si ottenne da Papa Gregorio XIII il permesso di portarlo a Berlino, ma per fare questo fu necessario staccare il mosaico dal supporto murario. Alessandro Cappi, segretario dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, rifiutò di collaborare, sostenuto dalla fiera opposizione allo stacco del mosaico di numerosi concittadini, fra i quali Enrico Pazzi. Vincenzo Pajaro antiquario di Venezia si occupò del distacco e del trasporto nella città lagunare.
Il restauro dell’opera musiva fu affidato a Giovanni Moro che lo eseguì tra il 1850 e il 1851 e lo fece spedire a Berlino. Per accontentare Federico Guglielmo di Prussica, il Moro rifece alcune parti del mosaico. Dei frammenti originali rimasti salvò alcune parti e le rivendette. A Berlino il mosaico fu montato nel 1904 in una delle sale di quello che attualmente è il Bode Museum. Degli altri elementi decorativi è rimasto ben poco. Il mosaico pavimentale a motivi geometrici, riscoperto nel 1930, una transenna e due capitelli sono conservati attualmente al Museo Nazionale di Ravenna; mentre altri frammenti si trovano al Museo di Torcello, al Victoria & Albert Museum di Londra e a San Pietroburgo. Il luogo in cui sorgeva la chiesa ospita oggi un negozio di Max Mara.
Si è ritenuto doveroso dedicare questo convegno, a trent’anni dalla sua scomparsa, a Giuseppe Bovini, professore di archeologia cristiana e fondatore dell’Istituto di Antichità ravennati e Bizantine di Ravenna (ora Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna), che con i suoi studi e le sue iniziative sull’arte bizantina ha contribuito in maniera sostanziale alla diffusione della conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio musivo di Ravenna.
Alle due giornate di studi hanno partecipato i più eminenti studiosi del settore, che grazie ai loro contributi hanno cercato una risposta alle diverse problematiche della chiesa, analizzando nello specifico: le vicende storiche, l’architettura, la scultura, i frammenti dei mosaici parietali e pavimentali, il mosaico absidale del Bode Museum, i documenti d’archivio e i fondi storici, l’origine del nome, il motivo della dedicazione, i restauri. Le iniziative per approfondire la conoscenza di S. Michele in Africisco non finiscono qui. Nei prossimi mesi si prevede la pubblicazione degli atti del convegno e la realizzazione di un video multimediale con la ricostruzione della chiesa e delle sue decorazioni.




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