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La Giunta Provinciale ha approvato i progetti e gli interventi del Piano museale per l’anno 2005, che rappresenta il secondo stralcio del Piano 2004-2006 approvato lo scorso anno, e che si pone in linea dunque con i criteri e gli indirizzi formulati dal Consiglio Regionale nel Programma regionale degli interventi in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali. Obiettivi, linee di indirizzo e procedure per il triennio 2004-2006, meglio specificati dalla Provincia. Con il Piano per il 2005 la Provincia cerca di mantenere quote di finanziamento significative a beneficio degli enti, pur nel quadro delle scarse risorse disponibili, nella convinzione che i musei devono essere ben supportati in relazione sia ai necessari investimenti strutturali che alle attività di valorizzazione delle raccolte. Nel Piano si dà conto in maniera analitica delle proposte presentate dai musei del territorio e delle valutazioni per ciascun intervento espresse nel quadro della concertazione con l’IBC e con i soggetti interessati. Va sottolineato anzitutto come nella nostra provincia la valorizzazione del patrimonio culturale sia un valore fortemente sentito. Ben 26 musei (11 nell’area faentina, 9 nell’area lughese, 6 nell’area ravennate) si sono attivati per realizzare interventi volti da una parte a migliorare le strutture, gli allestimenti e a mettere a norma le sedi – in particolare quelle di pregio storico-artistico – e, dall’altra, a potenziare l’accoglienza e l’informazione al pubblico. Ricordiamo il recupero della facciata liberty e di un’ala interna del Museo Francesco Baracca di Lugo, le ristrutturazioni e i restauri della Rocca trecentesca di Russi che ospita il Museo civico, del convento delle Cappuccine di Bagnacavallo, sede dell’omonimo Centro Culturale, della Rocca Estense di Bagnara di Romagna, dove a breve inaugurerà il Museo civico. Sono inoltre in fase d’avvio sia la realizzazione di nuovi allestimenti al Museo del lavoro contadino di Brisighella, sia il rinnovamento di alcune sezioni al Museo del Senio di Alfonsine, al Giardino delle Erbe di Casola Valsenio, al MIC e al Museo “Malmerendi” di Faenza. Tra le proposte per rendere più fruibile e accogliente l’ambiente museo ricordiamo la creazione di banche dati sulle collezioni da parte del Centro Le Cappuccine e del Cardello di Casola Valsenio, l’organizzazione di uno spazio didattico permanente al MAR di Ravenna, la sperimentazione di laboratori creativi al Museo Zauli di Faenza, l’introduzione di attrezzature tecnologiche per proiezioni multimediali, animazioni e visite guidate al Museo della Resistenza di Brisighella, al Museo dei Burattini di Cervia e alla Domus dei Tappeti di pietra a Ravenna. Occorre precisare che non tutti questi progetti trovano un diretto contributo finanziario nell’ambito del Piano. Si è infatti tenuto conto del vincolo imposto dalla legge 350/2003 (la finanziaria 2004) in base alla quale non è possibile trasferire risorse derivanti da indebitamento a favore dei musei di enti privati, a sostegno dei quali, però, sono state previste nel Piano azioni di sistema per migliorare i servizi al pubblico, la ricerca, la didattica e la valorizzazione delle raccolte. È appena il caso di ricordare, in conclusione, che quest’anno scade la delibera regionale n. 309 del 3 marzo 2003 che fissava gli standard di qualità a cui tutti i musei devono adeguarsi. A questo proposito la Provincia di Ravenna sta cercando di fornire in ogni modo un supporto di tipo tecnico scientifico agli enti del territorio, in stretto raccordo con l’IBC, avviando seminari, gruppi di lavoro, corsi di aggiornamento: occorre finalizzare le attività all’obiettivo legato agli standard, fermo restando che sono in fase di definizione nuovi indirizzi in merito da parte della Regione. I nuovi indirizzi dovranno contemperare l’esigenza fondamentale di orientare le energie verso obiettivi irrinunciabili di qualità con le ragioni della finanza locale, che sconsigliano di adottare decisioni drastiche di natura vincolistica con riferimento ai requisiti di accesso alle reti museali e quindi ai finanziamenti. In questa fase pare opportuna una rivalutazione degli obiettivi per assicurare l’equilibro tra i tempi e le risorse disponibili; ma senza tentazioni di rallentamento o riduzione di tensione, per evitare che venga data minor importanza e attenzione alle politiche culturali.
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