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A partire dall'anno 1998 e con particolare riferimento alle celebrazioni del Giubileo 2000, la Provincia di Rimini ha avviato un progetto per il restauro di una serie di opere d'arte sacra conservate nelle chiese e nei luoghi sacri del territorio.
Con questa particolare iniziativa, dal titolo originario I Colori degli Antichi Splendori si è inteso contribuire in maniera concreta al rafforzamento della memoria storica collettiva e alla valorizzazione di un patrimonio culturale poco conosciuto.
Sono state restaurate più di cinquanta opere d'arte sparse in tutta la provincia, per lo più collocate in chiese ed edifici di culto: tutte le opere sono state incluse nel progetto a condizione che, a restauro avvenuto, fossero poste in luoghi accessibili ai fedeli e in generale al pubblico, volendosi con ciò conferire un significato di "restituzione" delle opere stesse, e delle loro suggestioni, alla gente, ai paesi, alle città.
Sono state scelte per gli interventi conservativi non solo le testimonianze d'arte ritenute di maggiore importanza, ma anche quelle meno note ma più significative per le comunità locali: opere con una storia di fede, di consuetudine, di relazione con le donne e con gli uomini, con le loro speranze e i loro drammi.
Si è così provveduto a restaurare e riportare all'antico splendore, tra le innumerevoli opere, non solo il preziosissimo crocifisso trecentesco di Montefiore Conca o La Madonna del Rosario di Giambattista Costa situato nella chiesa di San Giovanni in Marignano; ma anche l'olio su tela Madonna con bambino di ignoto autore, conservato nella chiesa del Suffragio di Santarcangelo di Romagna, i dipinti su tela, pure di autore ignoto, che ritraggono i santi Paolo, Pietro, Giuseppe, Ubaldo e Antonio abate e che sono da più di un secolo oggetto di devozione nella chiesa parrocchiale di Spadarolo.
Visti i lusinghieri risultati conseguiti nel triennio 1998/2000, l'Amministrazione Provinciale ha deciso di continuare nel tempo l'azione così bene avviata: e in effetti, nei anni 2001 e 2002 altre dieci opere, scelte con gli stessi criteri adottati per il nucleo originario, sono state sottratte all'incuria e alle offese del tempo.
La prima fase del progetto è stata realizzata con la fattiva collaborazione degli organi diocesani e statali preposti alla conservazione e al restauro, e con la consulenza di una commissione appositamente nominata, diretta da Andrea Emiliani e comprendente membri della Commissione diocesana d'arte sacra e della Sovrintendenza per i Beni Artistici e Storici di Bologna.
Il prosieguo del progetto ha visto la proficua collaborazione dei Comuni del territorio, con la consulenza di storici dell'arte locali.
Dal progetto è nato un volume, dal titolo L'Arte ritrovata, realizzato con il sostegno della Banca Popolare Valconca.
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