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Museo Informa: notiziario del Sistema Museale
N. 1 anno 1998
La pagina Sistema Museale della Provincia di Ravenna

La tradizione delle donazioni: la donazione Massaroli

Nadia Ceroni - Conservatore della Pinacoteca Comunale di Ravenna

Una delle possibilità, per le istituzioni museali, di acquisire e di incrementare il proprio patrimonio artistico, è rappresentata dalle donazioni. Il collezionismo privato ravennate, infatti, ha inciso notevolmente sulle vicende costitutive della locale Galleria dell'Accademia di Belle Arti - attuale Pinacoteca Civica - fin dalla sua nascita nel 1827. Al nucleo di opere di proprietà comunale - formatosi sulla base del patrimonio artistico appartenuto alle corporazioni religiose soppresse durante il periodo napoleonico - si aggiunse un cospicuo gruppo di opere depositate da privati cittadini che, come attesta l'epigrafe di Pietro Giordani, "per amor della patria tolsero dalle case i più pregiati quadri e li depositarono nella Pinacoteca". Negli Atti dell'Accademia, doni e depositi di opere d'arte e di gessi si succedono per tutto il secolo scorso. Entro la prima metà del Novecento, invece, i nuclei più significativi furono quelli donati da Enrico Pazzi, Corrado Ricci e Vittorio Guaccimanni, che svolsero un ruolo fondamentale per l'ordinamento didattico dell'Accademia e il riordinamento storico-artistico della Pinacoteca. Questa tradizione delle donazioni ha subito un particolare incremento dopo il 1970, in seguito al trasferimento dell'Accademia e della Pinacoteca da via Baccarini all'attuale sede in via di Roma, presso l'ex monastero di Santa Maria in Porto. L'avvio di una periodica attività espositiva, caratterizzata da mostre monografiche o collettive, ha reso possibile la formazione di una significativa collezione d'arte contemporanea, costituitasi grazie alle donazioni di artisti temporaneamente ospitati negli spazi museali della Loggetta Lombardesca e di Santa Maria delle Croci. A queste occasioni, collegate ad avvenimenti espositivi programmati, si aggiungono anche frequenti acquisizioni di opere in seguito a donazioni e lasciti testamentari da parte di privati cittadini. Ai numerosi esempi di mecenatismo, per lo più di provenienza locale, si aggiunge oggi il legato disposto dalla signora Angela Massaroli, vedova Gritti, nata a Santerno il 13 aprile 1902 e deceduta a Ravenna il 17 luglio 1993. Il testamento olografo, redatto il 15 giugno 1990, conteneva le seguenti disposizioni: "Lascio alla Pinacoteca di Ravenna i quadri e le ceramiche da essa scelti in via S. Agata 13 e in via delle Nazioni 121 a Marina di Ravenna; i miei gioielli custoditi nella cassetta di sicurezza presso il Credito Romagnolo di Ravenna e i Buoni del Tesoro custoditi presso tale Banca coi quali in parte fosse fatta una vetrinetta per custodirli, i due candelieri d'argento con impugnatura in malachite e il portasigarette d'argento con la malachite che trovasi nell'armadio dell'ingresso sportello destro". La donazione, quindi, si presenta particolarmente interessante ed anomala per il museo ravennate, comprendendo non solo quadri, ma anche ceramiche e gioielli che sono stati acquisiti al patrimonio artistico della Pinacoteca. Tra i quadri si sottolinea in particolare, la presenza di due opere del pittore ravennate Giovanni Naglia, mentre le ceramiche sono per lo più riconducibili al faentino Pietro Melandri. Un discorso a parte meritano i gioielli, per loro natura maggiormente legati a occasioni affettive e personali: 11 pezzi di elegante fattura, databili intorno al primi anni del Novecento, che la signora Massaroli ha voluto donare alla Pinacoteca, preoccupandosi anche della loro museificazione. Si tratta di un gesto particolarmente significativo che riconosce, nel museo ravennate, l'istituzione deputata alla conservazione, gestione e valorizzazione dell'intero patrimonio storico-artistico di pertinenza comunale. Angela Massaroli ha lasciato di sé un segno qualificante e di prestigio, offrendo al pubblico godimento oggetti di natura privata e famigliare. Si ripete ancora una volta, quel gesto di mecenatismo che già abbiamo visto all'inizio dell'Ottocento - alla luce di un nuovo senso civico. "Dalla famiglia alla comunità, dalla tesaurizzazione alla storia" è quanto afferma Andrea Emiliani a proposito degli strumenti offerti dallo Stato Italiano (Legge 512/82), :affinché il cittadino possa divenire un "mecenate degno, almeno in parte, della importanza significativa di altri tempi. Ciò che è indispensabile davvero è che ogni cittadino sappia recuperare la strada utile e necessaria che porta la sua coscienza culturale fino al contatto con la vita dell'arte, con la grandiosa entità che in Italia si chiama patrimonio artistico".



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